Sacconi evoca il ritorno del terrorismo. Bonelli: “La Procura convochi il ministro”

ROMA – Perchè  il ministro ministro del Lavoro Maurizio Sacconi durante un’intervista rilasciata a Sky TG 24 evoca il ritorno del terrorismo?

Perchè è convinto che le mìsure messe in atto dallo stesso governo a cui appartiene  e che consistono in nuovi licenziamenti facili, possano scatenare la rabbia popolare tanto da arrivare all'”omicidio”? Su quali elementi basa le sue gravissime affermazioni?Assistiamo ancora una volta alle provocazioni di un esponente del governo che lasciano non poche perplessità sui modi e sui tempi in cui vengono pronunciate, oppure si tratta di semplici intuizioni? Se così fosse un ministro non dovrebbe alzare ulteriormente lo scontro sociale già in atto nel nostro paese, che vede nelle fasce sociali più deboli le vittime di questa crisi economica. Oppure questa tecnica fa parte di una nuova strategia per mettere successivamente in pratica nuove forme di repressione. Una sorta di guerra preventiva contro ipotetici pericolosi sovversivi.

Il ministro, infatti,    secondo la sua personale interpretazione, parla di  tensioni venutesi a creare attorno al nodo dei licenziamenti, i quali potrebbero alimentare il rischio di un ritorno al terrorismo. Parliamo di picchi di  licenziamenti che toccherebbero l’11%. Migliaia di uomini e donne che perderebbero il loro posto di lavoro.  
“Ho paura ma non per me perchè sono protetto – dice Sacconi – Ho paura per persone che potrebbero non essere protette e proprio per questo diventare bersaglio della violenza politica che nel nostro paese non si è del tutto estinta”. E ancora: “L’Italia   ha conosciuto l’anomalia di circa 40 anni di terrorismo. Oggi vedo una conseguenza, dalla violenza verbale a quella spontanea e organizzata che mi auguro non arrivi ancora anche all’omicidio come è già accaduto, l’ultima volta dieci anni fa con il povero Marco Biagi, nel contesto di una discussione simile a quella di oggi”.
Tuttavia Sacconi ha voluto chiarire: “Già allora  parlavamo non di licenziamenti facili, termine che è assolutamente falso ma, piuttosto, di come incoraggiare le imprese a intraprendere, ad assumere, ad ampliarsi, a crescere anche attraverso l’idea che se poi le cose non andassero bene, se poi le cose si rivelassero difficili, le imprese, come hanno fatto il passo in avanti dovrebbero fare magari anche un mezzo passo indietro”.

Tempestiva la risposta del segretario generale Susanna Camusso: “Spero che Sacconi parli perchè ha elementi per parlare e non per inquinare un clima che è già difficile”. E poi la leader della Cgil assicura che all’interno delle fabbriche il clima non sta  salendo.
Deciso l’intervento del Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli : “La procura di Roma convochi immediatamente il ministro per verificare su quali elementi siano basate le sue gravissime dichiarazioni. Invece di continuare a soffiare sul fuoco creando un clima di scontro perpetuo il governo dica come vuole creare posti di lavoro in questo paese che giorno dopo giorno scivola verso la povertà – conclude Bonelli -. Da mesi noi Verdi diciamo che è necessario ridurre le spese militari che sono arrivate a 40 miliardi per affrontare il precariato ed investire sul futuro della green economy. Da mesi diciamo che è necessario rinunciare alle grandi opere inutili per aprire migliaia di cantieri per intervenire sul dissesto idrogeologico di un Paese che frana per creare oltre 500 mila posti di lavoro. L’unica proposta che arriva da governo, invece, sono i licenziamenti facili e l’attacco ai diritti: assolutamente inaccettabile”.

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