L’imperturbabile Monti. C’è o ci fa?

ROMA – Chissà a cosa penserà il presidente Mario Monti, quando dall’oblò dell’aereo vedrà lasciarsi alle spalle le coste americane. Il premier, dopo gli incontri negli States, è sicuro di aver fatto una bella impressione sui potenziali investitori americani e sull’opinione pubblica americana.

Insomma l’immagine dell’Italietta ex berlusconiana sembra apparentemente ripulita da una serie di riforme volte a  liberalizzare tutto e di più nel Paese. 
La domanda cruciale è se  il professore “super Mario” riuscirà a ricollocare i famigerati titoli di Stato, in scadenza ad aprile, per incassare quei  400 miliardi di euro: unica alternativa  – secondo il governo – per finanziare il debito pubblico.
Il premier ne è così convinto,  che ai giornali ha fatto intendere di esserci riuscito benissimo, ribadendo che entro il 2013 i conti saranno in pareggio. Insomma più ottimisti di così si muore. Altro che fallimento della Grecia o eventuale uscita dal mercato dell’euro. Per Monti si tratterebbe di pura fiction. D’altra parte il professore parla cinicamente di numeri e percentuali, ma sembra allergico ai ragionamenti basati sull’economia reale, ovvero quella che migliaia di persone vivono sulla propria pelle, in Grecia come in Italia.

E poi ci sono le fatidiche riforme,  in primis quella sull’articolo 18, sulle quali si erano posate come una benedizione le lacrime di coccodrillo del ministro Elsa Fornero. Era il solito bluff per dare quel tocco di apparente umanità, visto che il “lavoro sarà riformato con o senza i sindacati”, a detta del governo.
Insomma per uscire dalla crisi gli italiani dovranno modificare il loro pensiero, il loro Dna e accettare passivamente il “verbo” di Monti. Almeno questo emerge tra le righe delle sue affermazioni rilasciate ai giornali in questi giorni duranteb il suo viaggio negli Stati Uniti. Per carità, forse qualche cambiamento ci starebbe pure bene, ma se poi si continua ad avere  le banche monopoliste come principali interlocutori,  i mercati finanziari, così concepiti, e una classe politica assuefatta dal potere economico,  tutto rimarrà come prima e i sacrifici sulle spalle dei più deboli saranno ben presto vanificati a causa del divario sociale sempre più evidente.
E poi perchè i veri problemi dell’Italia vengono sempre sotterrati? E’ per caso bastato qualche blitz cinematografico per risolvere l’evasione fiscale? Il problema della corruzione è un ricordo lontano? Non dimentichiamo che per Transparency International siamo sempre al 69mo posto. E non è un caso.

E non è neppure casuale se nell’incontro tra Monti e Obama si è subito parlato di Nato, della guerra in Medio Oriente, dell’impegno dei nostri militari nelle zone calde. Il numero uno della casa Bianca ha addirittura elogiato l’alleato italiano per il suo meritevole operato. Una vera e propria strategia di marketing volta a dare un taglio netto alle polemiche sui svariati miliardi che l’Italia spende per gli armamenti.
Mario Monti ha ben poco da sventolare nelle televisioni americane la bandiera del tricolore. Pensi piuttosto alla parola che doveva diventare il suo cavallo di battaglia quando s’insediò con il suo governo: “equità”.  Al momento gli italiani stanno ancora aspettando.

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