ROMA – La campagna elettorale è avviata. Donne e uomini di sinistra avevano suggerito di cercare le forme per unire il più possibile tutte le forze di centro sinistra, ma l’esito è stato diverso. Ora tutte le soggettività politiche punteranno – legittimamente – ad ottenere il miglior risultato elettorale.
Il suggerimento – inascoltato – nasceva dalla convinzione che il prossimo Governo di centrosinistra – se riuscirà a vincere le prossime elezioni – dovrà affrontare enormi problemi economici e sociali. In Italia e in Europa.
Sul nostro, come sugli altri paesi europei, gravano gli effetti di politiche conservatrici che condannano l’Europa alla stagnazione economica, alcuni paesi ad una vera e propria recessione. In un anno l’Europa ha perso più di 2 milioni di posti di lavoro. L’Italia nel 2013 arriverà al 12 % di disoccupati, mentre la Cig ha già superato il miliardo di ore.
L’austerità ad ogni costo e senza riguardo alle conseguenze sociali, voluta dai conservatori dominanti in Europa, sta sfasciando la coesione sociale, trasformandola in un impasto di liberismo senza regole e di bigottismo, per il quale chi non ce la fa è il responsabile della sua condizione, giustificando così l’assenza di solidarietà.
E’ possibile un altro modo per uscire dalla crisi
Dopo le elezioni il primo punto da affrontare sarà proprio la politica dell’Europa. Subiremo ancora l’Europa conservatrice ? O la sinistra in Europa proverà a dimostrare che un altro modo per uscire dalla crisi non è solo possibile?
Il Governo Monti ha fatto approvare in fretta e furia la nuova stesura dell’articolo 81 della Costituzione e le sue norme attuative e ha firmato il “Fiscal compact”, con la conseguente disciplina draconiana dei bilanci pubblici. Gli impegni più duri per l’Italia ci saranno nel 2015 e in questa propsettiva è preoccupante che si sia persa notizia dei temperamenti del rigorismo di bilancio come – ad esempio – il riferimento al risparmio privato del nostro paese. Così non si ha notizia della effettiva attuazione del piano da 120 miliardi (questa è la cifra che fu annunciata) deciso dall’Europa per spingere la ripresa economica. Eppure quando vuole fare in fretta l’Europa mette gli stivali delle 7 leghe. Per approvare il fiscal compact sono bastati pochi mesi. Si parla di regole europee ma non in materia fiscale dove è in pieno svolgimento la concorrenza tra Stati al ribasso per le imprese e ora per le persone.
Il salvastati porta nuove restrizioni e tagli
L’impegno della Bce a difendere l’Euro va benissimo, ma resta il fatto che la Bce operando con le attuali regole – che impediscono alla Banca centrale europea di prestare denaro direttamente agli Stati – ha scelto di rifinanziare le banche (oltre 1000 miliardi di euro) all’1 %, così le banche prestano a loro volta i soldi della Bce agli Stati che ne hanno bisogno, guadagnando sulla differenza con i tassi dei titoli di Stato. Lo stesso meccanismo definito (pomposamente) Salvastati è tale che quelli che potrebbero averne bisogno (e che ci avevano molto sperato) a partire dal Governo Monti fanno di tutto per non usarlo, perché porterebbe ad ulteriori restrizioni e tagli e per di più costerebbe molto caro perché concede prestiti onerosi. Per ora il “Salvastati” immobilizza risorse preziose dei paesi in difficoltà come l’Italia, che versano le loro quote senza contropartita, aumentando il loro debito pubblico.
Se l’Europa non cambia strada tutto si farà più difficile anche per l’Italia. L’Europa deve rimettere al centro lo sviluppo e l’occupazione. In passato i vertici europei si occupavano di traguardi occupazionali da raggiungere, ora si occupano di tagli e l’aumento della disoccupazione e della disperazione sociale sembrano non avere più alcun valore. La divaricazione sociale è arrivata a livelli altissimi.
Fingendo di non avere responsabilità gravissime per la situazione in cui è precipitata l’Italia, Berlusconi tenta ancora la carta dell’inganno verso gli elettori. Tuttavia, se nella menzogna berlusconiana è incastonata strumentalemente anche la denuncia della prostrazione del nostro paese, non si può per questo negare la grave situazione che stiamo vivendo. Il nostro paese è tornato a 30 anni fa nel reddito, nei consumi, nell’occupazione. L’Italia ha livelli insostenibili di disoccupazione, in particolare giovanile anche per gli errori fatti dal Governo Monti con l’innalzamento improvviso dell’età pensionabile di 5/6 anni, realizzata in nome dei giovani ma in realtà penalizzante proprio per loro, perché sono stati preclusi alcuni dei pochi spazi di occupazione a breve termine.
La propaganda di Berlusconi è vergognosa, ma la situazione del nostro paese è ugualmente insostenibile. Lasciare alla destra la denuncia della situazione sarebbe un grave errore. In più se per 20 anni l’Italia dovesse tagliare veramente il 5 % del Pil per ridurre il debito, in assenza di crescita economica e occupazionale, il futuro del nostro paese sarebbe un misto di decadenza, miseria e crescente disperazione sociale.
La Bce, liberata dai vincoli conservatori, potrebbe fare un prestito diretto all’Italia, come agli altri paesi che ne hanno bisogno, per la quota eccedente il 60 % del debito pubblico al tasso di interesse dell’1% già concesso alle banche. Ricordo che il Fondo Salvastati ha ottenuto sul mercato denaro a tassi negativi grazie alla credibilità dell’Europa, quindi anche la Bce potrebbe fare prestiti a tassi bassi.
Il debito pubblico va riportato in zona di sicurezza, ma non a costo di stroncare economia e occupazione perché altrimenti i conti non torneranno mai in ordine. La ripresa economica e occupazionale è un primario interesse europeo.
Monti in linea con le posizioni conservatrici del PPE
La prima differenza con Monti deve essere una diversa strategia per l’Europa, a partire da un diverso approccio sul debito pubblico. Monti ha reso chiaro che se avrà in futuro un ruolo determinante il rapporto con l’Europa sarà di sostanziale accettazione delle lineee conservatrici del PPE, che non a caso lo ha indicato come suo rappresentante di fiducia in Italia. Fare i compiti a casa, espressione cara a Monti, ha chiarito bene quale sia il rapporto subalterno che immagina con l’Europa e non è certo quello che può avere il Centrosinistra.
Per affrontare una partita così difficile e impegnativa era preferibile avere un impegno corale di tutte le forze di centrosinistra, che non sono tutte ricomprese nell’alleanza Pd, Socialisti, Sel. Dopo le elezioni sarà necessario riprendere il filo del discorso, allargato al contributo decisivo delle forze sociali più significative a partire dal sindacato e in particolare della Cgil. Non a caso proprio sulla Cgil Monti ha assunto alcune delle posizioni più inaccettabili e gravi.
Berlusconi farà ancora seri danni, con una campagna elettorale demagogica e populista, ma il centrosinistra non deve restare in difesa. Cercare di tenere insieme il passato sostegno al Governo Monti con quanto è necessario per il futuro sarà sempre più difficile. Sarà proprio il candidato Monti a renderlo sempre più difficile. Per questo sarebbe bene che emergessero punti di convergenza per il futuro a sinistra, anche se le campagne elettorali in genere non rendono facile questo compito.