Politiche. Un week-end all’insegna della campagna elettorale

ROMA – Si è aperto oggi un week end all’insegna della campagna elettorale in vista del voto alle politiche previsto per il 24 e 25 febbraio.

Oggi il premier uscente Mario Monti è intervenuto a un convegno a Orvieto dell’area Liberal del Pd, durante il quale ha parlato delle spirito europeo necessario per una solida integrazione con l’Europa. Il professore ha auspicato la collaborazione di tutti i riformisti interessati, indipendentemente dallo schieramento politico di provenienza. “Qualunque sia l’esito delle prossime elezioni si faciliti la cooperazione tra i punti riformisti che esistono più o meno in tutti i partiti”, ha detto.
Insomma, la parola d’ordine è  targata Europa, l’unico modo, secondo Monti, per superare i vecchi paradigmi politici di destra e sinistra, attrezzandosi per contare nel vecchio continente. Monti, dal canto suo, si sente invincibile specie quando fa leva sul curriculum che i suoi fidi sostenitori esprimono, tant’è che il suo schieramento lo ritiene l’unico credibile  sia dentro che fuori i confini nazionali.
Infine il professore punzecchia nuovamente le ali della destra e della sinistra, ritenute entrambe  inadeguate. ”A chi dice ‘bisogna che la politica europea somigli di piu’ a quella nazionale’, io rispondo: Dio ce ne scampi!” , sottolinea Monti.
Ma non è tutto. Il professore prende nuovamente di mira il responsabile economico del Pd Stefano Fassina, non sapendo neppure se già siede alla Camera dei Deputati.
“Questo dimostra – precisa Monti – che chi si laurea alla Bocconi è capace di far sentire la propria voce anche nei luoghi in cui non siede…”.

Polemiche sui simboli civetta
Intanto alle 20 di oggi si chiuderà la seconda giornata di presentazione dei contrassegni elettorali. Domani si replica dalle 8 alle 16, nonostante persistano le polemiche scatenate ieri da cosiddetti simboli civetta, i quali potrebbero indurre in errore l’elettore. Tre sono le liste maggiormente colpite. Quella del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, che oggi  ha addirittura minacciato dal suo blog di non partecipare alle elezioni, quella di Mario Monti quasi identica a quella presentata dal consigliere comunale in provincia di Cuneo che porta il suo stesso cognome, Samuele Monti.
E infine un altro simbolo che imita quello del partito di Ingroia, Rivoluzione Civile.
L’ultima decisione spetterà comunque al ministero dell’Interno che lunedì dovrà decidere sulla regolarità dei simboli ed eventualmente gli interessati potranno fare ricorso.

Nel frattempo continua il clima di fermento dei partiti sui programmi e sui possibili apparentamenti. Stamane sono stati presentati i sette simboli del centro sinistra: il Pd, il Psi, Sel, il Centro democratico di Tabacci, la Svp,  i Moderati di Portas e il Megafono Lista Crocetta.  
Si nota che  solo Sel ha voluto inserire sul suo simbolo il nome di Nichi Vendola. Una scelta che Pierluigi Bersani potrebbe criticare. Infatti il segretario del Pd si è sempre detto contrario a qualsiasi forma di personalismo.

Il centro destra gioca a carte coperte

Sul versante del centro destra, invece, tutto tace nonostante le voci di corridoio si sprechino. Ieri la notizia che  Emilio Fede e la moglie, Diana De Feo, sarebbero candidati nelle liste del Pdl a Palazzo Madama. Ma non solo. Ci sarebbero altri nomi che qualcuno ha definito impresentabili. Tuttavia bisognerà attendere che il Pdl sciolga le riserve e ufficializzi i candidati. La coalizione che fa capo a Silvio Berlusconi dovrebbe essere presentata domani assieme alla Lega, visto che l’intesa per l’apparentamento alle prossime elezioni politiche è stata raggiunta. Ad annunciarlo è Roberto Calderoli mentre lascia la sede del Pdl in via dell’Umiltà. Avete firmato? «Si – ha risposto l’esponente leghista – ora vado al ministero (dell’Interno, ndr)» per depositare i simboli. Calderoli ha escluso un incontro adesso con Silvio Berlusconi. La riunione fra Pdl e Lega è durata tre ore.

Il Cavaliere continua a insistere per un faccia a faccia con Bersani. Dopo la partecipazione da Santoro, afferma Berlusconi, “tutte le tv mi chiedono di andare in tv a incrociare gli altri leader poltici: non si può andare in
troppi, il nostro avversario è il Pd e quindi con il suo leader Bersani sarei felicissimo di andare in tv per far scegliere agli italiani in base ai programmi”. Ma Berlusoni dimentica una cosa importante, ovvero che non è lui ad essere il candidato premier del centro destra.

 

Tempesta in casa Fli
Problemi per  Futuro e Libertà dopo la candidatura di Paolo Ciani. Infatti, dopo il coordinatore provinciale di Gorizia Alessandro Marega, anche i coordinatori provinciali di Udine e Pordenone, Andrea Pertoldeo e Germado Sorce, hanno rassegnato le dimissioni dai loro incarichi di partito nelle mani di
Gianfranco Fini e del coordinatore nazionale Roberto Menia. La motivazione che ha portato alla rottura fra Fli e i due esponenti territoriali si legge in una nota – vanno ricondotte «alla presenza nella lista per la Camera di Paolo Ciani, coordinatore regionale del Fli, indagato per l’ipotesi di reato di truffa e peculato».

Condividi sui social

Articoli correlati