Pensioni. E se dietro ci fosse lo zampino di assicurazioni e fondi privati

Con un tasso di disoccupazione al 6% vi sarebbe un incremento di 15 miliardi per il fondo pensionistico

ROMA – Si discute molto, in questi giorni, del sistema pensionistico nel nostro Paese e della sua sostenibilità. Non abbiamo nulla in contrario alla libera scelta del cittadino verso un’uscita flessibile senza sanzioni. In tutta questa discussione, però, il vero nodo centrale è un altro e nessuno ne parla.

Bisogna ricordare, infatti, che il sistema pensionistico è a ripartizione, ovvero è pagato da chi lavora. Per questo è fondamentale ragionare in termini di sviluppo, creando nuova occupazione. Se il tasso di disoccupazione si attestasse al 6%, praticamente alla metà del tasso attuale, con i contributi di chi passerebbe da disoccupato ad occupato il fondo pensionistico avrebbe un incremento di circa 15 miliardi di Euro, così come emerge da una ricerca dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori.

Senza parlare delle minori spese per l’assistenza. Inoltre, il mercato in aumento determinato da una maggiore occupazione comporterebbe un incremento del potere di acquisto delle famiglie e maggiori entrate per lo Stato, oltre che nuovo impulso all’intero sistema economico.

Un appunto, infine, riguarda la busta arancione: una “previsione” eccessivamente aleatoria, basata su parametri troppo complessi e soggetti a molte, possibili, variazioni. Non vorremmo che dietro a tale strategia ci fosse la “manina” di assicurazioni e fondi privati, nei quali molti giovani scoraggiati potrebbero essere indotti a rifugiarsi. 

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