ROMA – I dati sull’aumento del potere di acquisto delle famiglie diffusi dall’Istat risultano ancora lontani dal reale quadro della situazione economica.
Il potere di acquisto nel 2016 si sarebbe attestato al livello più alto dal 2001. Se lo scenario fosse così roseo i consumi non sarebbero al palo, la povertà non avanzerebbe in maniera così marcata come avvenuto negli ultimi anni, il tasso di morosità nel pagamento delle tariffe dei servizi essenziali non avrebbe raggiunto livelli tanto elevati e allarmanti. Il tasso di inflazione elevato registrato nei primi mesi del 2017, inoltre, non farà altro che intaccare ulteriormente il potere di acquisto delle famiglie, già fortemente decurtato dalla necessità di provvedere al sostentamento di figli e nipoti disoccupati.
Altro che consumi e propensione al risparmio, la preoccupazione principale delle famiglie è sopperire alla carenza di lavoro dei propri cari, specialmente dei giovani. L’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha calcolato che la cifra che ogni famiglia con figlio/nipote disoccupato dedica al mantenimento di quest’ultimo è pari a circa 450 Euro al mese, ovvero 5.400 Euro l’anno (circa il 18% della spesa annua di una famiglia media). Questa situazione richiede provvedimenti immediati del Governo: non si tratta più unicamente di una necessità dal punto di vista economico, ma un vero e proprio dovere etico.
Bisogna ricostruire un futuro e restituire prospettive ad un Paese che, da troppo tempo, galleggia in una fase di indeterminatezza.
La strada principale per mettere in atto questa svolta è l’avvio di un piano straordinario che, attraverso fondi per investimenti, ammodernamento, messa in sicurezza e realizzazione delle infrastrutture, crei nuova occupazione e dia un vero impulso alla crescita.