I reparti maternità si preparino, ma anche gli uffici legali. Fra nove mesi sull’Italia del coronavirus potrebbe abbattersi un baby-boom e un’ondata di divorzi, come contraddittoria conseguenza degli arresti domiciliari che da marzo il governo per precauzione contro il coronavirus ha inflitto a milioni di cittadini.
Come ha reagito alla reclusione domestica la coppia standard di mezza età quale la rappresentano i sondaggi più attenti? Fatte salve le doverose eccezioni ecco come si vive in generale il famigerato “state a casa”.
Cosa manca di più a lei? Innanzitutto il parrucchiere, poi i negozi di abbigliamento, il centro commerciale, i cinematografi. E a lui? Sicuramente i ristoranti, anche quelli cinesi (oggi guardati con sospetto ma fino a ieri niente male), poi le palestre (anche se, ai fini della forma fisica, la chiusura dei primi ha compensato l’assenza delle seconde), le librerie e i ricambi per auto. Altra mancanza grave, equamente ripartita fra i coniugi non più giovanissimi, quella di figli e nipoti, sentiti molto per telefono ma, causa distanziamento sociale, visti di persona quasi mai. Ma questo succedeva anche prima: non diamo al virus la colpa di tutto.
E’ proprio vero che è la necessità aguzza l’ingegno. Tante ore chiusi in casa hanno risvegliato in lei sopite doti culinarie (si sa che all’annuncio “state a casa” gli americani hanno fatto la fila per le armi, gli inglesi per la birra e gli italiani per la farina per la pizza) e in lui un trascurato amore per la lettura, anche dei classici da anni dimenticati sugli scaffali dello studio, compresi i Promessi Sposi mandato tempestivamente in edicola da un editore lombardo con la complicità della peste di Milano del 1630.
Tante ore chiusi in casa, molto bricolage per lui, e tanta televisione per lei. Qui i gusti divergono, dicono i sondaggi: lui rimpiange le partite di calcio, ma si è rifatto con le storiche puntate di Montalbano ossessivamente replicate dalla Rai. Lei ha ritrovato con piacere L’amica geniale della fantomatica Elena Ferrante e trascura i talk-show su virus e dintorni, mentre lui non se ne perde uno. Extra Rai, molte signore si sono abbeverate al verbo di Barbara D’Urso su canale 5, molti signori non hanno mancato una puntata di Otto e mezzo con Lilli Gruber su la 7.
Come la televisione, anche la politica ha aperto crepe nella coppia standard di media età condannata al domicilio coatto. Nelle discussioni a tavola lei è apparsa più reazionaria di quanto fosse in realtà, lui più progressista di quanto voglia ammettere. Come nell’Italia di Don Camillo e Peppone, dove le donne votavano Democrazia Cristiana perché glielo aveva detto il parroco e gli uomini votavano PCI perché glielo avevano detto in sezione, oggi la moglie confessa di sentirsi orfana di Berlusconi che le piace Salvini, mentre il marito che sta nell’ennesima età ingrata (troppo giovane per aver fatto la Resistenza e troppo vecchio per il Sessantotto) ma è ancora ricco di velleità ideologiche, non è soddisfatto della sinistra di oggi e cambia canale alla vista degli occhi a palla di Giorgia Meloni che straparla sul 25 aprile.
Un rimpianto che accomuna la coppia standard di quella certa età è per le gite fuori porta. Trattorie chiuse, benzinai dagli orari precari, ma soprattutto il rischio di beccarsi una multa da trecento euro per aver sconfinato dal comune ha trattenuto dalla fuga milioni di coniugi detenuti. Se qualcuno è “evaso” è stato soprattutto con la scusa di portare a spasso il cane. Prima del virus non era facile trovare un membro della famiglia disposto a far uscire di casa il quadrupede. Oggi se lo contendono tutti, padri e figli: ci sono cani costretti a dieci-dodici passeggiate al giorno che si sono buttati malati per non dover fare chilometri ogni volta. Meglio il divano di prima del virus.
Questo, dicono le statistiche, sta succedendo da marzo tutti i giorni: la routine si snoda pigramente da mane a sera, chi la vive serenamente e mantiene stretti contatti affettivi e chi, per sé e per la coppia, guarda a un futuro diverso. Se lei fantastica già di ipotetiche vacanze estive al mare (“Si potrebbe andare…” e giù una sfilza di località impensate) lui non lo dà a vedere ma in cuor suo spera che il coronavirus, prima di scomparire per sempre dalle nostre vite, sopravviva almeno fino all’autunno. Con l’anno nuovo, si vedrà.
Allora, come si diceva, baby-boom a Natale e carte bollate a Capodanno? In entrambi i casi si piangerà di gioia o di rabbia. Preparate i fazzoletti.