Quando James Bond arrivò a Roma alla chetichella

60 anni fa, mese più mese meno, James Bond faceva il suo inopinato arriva a Roma. Non se accorse quasi nessuno. Una storia da raccontare.

007 agente con licenza di uccidere è il primo di venticinque film dedicati all’agente segreto uscito dalle pagine dei romanzi di Ian Fleming, lo scrittore americano che era stato collaboratore del controspionaggio britannico durante la seconda guerra mondiale. Il regista è Terence Young, nato a Shangai ma naturalizzato inglese, il protagonista è Sean Connery, attore scozzese destinato ad una luminosa carriera.  Tre buontemponi ai quali non è certo mancato il senso dell’umorismo che pervade l’intera serie di avventure poliziesche. Tutto è un po’ paradossale nelle imprese affidate a James Bond, ma questo non toglie che siano piaciute nel corso di trent’anni alle platee di ogni angolo di mondo. E la storia continua: al cinema ci sarà sempre in programmazione un film di 007 di nuova produzione, come nelle estati televisive i vecchi titoli faranno sempre la parte del leone nel carosello delle repliche ad oltranza. 

  Appena girato, questo film uscì subito in Italia in un giorno particolare: il 1° gennaio 1962. Pochi saranno quelli che il primo giorno dell’anno, dopo le fatiche della notte di San Silvestro, avranno voglia di chiudersi un cinema: così deve aver pensato il miope distributore italiano che non era affatto convinto delle chanches commerciali del film e aveva pensato di farlo uscire alla chetichella senza nemmeno una proiezione privata dedicata ai critici, come in genere si fa con i film in cui si crede e da lanciare alla grande. E cosi, alle tre del pomeriggio di quel primo dell’anno, una sparuta pattuglia di irriducibili cinefili romani riempì alcune file nella sala del Cinema delle Maschere, oggi scomparsa, che si apriva in un angolo defilato del palazzone umbertino, allora come oggi sede del ministero delle finanze in via XX Settembre. In seguito, dopo quella premiére semiclandestina, il film ebbe il successo che si meritava e dette il via all’epopea di James Bond.

La trama è esile ma avvincente: l’agente segreto è spedito da Londra in Giamaica con la missione di scoprire le trame di un criminale internazionale un po’ megalomane che per ricattare il mondo da un rifugio segreto in mezzo al mare si propone di interferire sulle traiettorie dei missili interplanetari sparati da Capo Canaveral. Ma appena arrivato James Bond scopre, invece, le forme avvincenti della statuaria Ursula Andress, la giovane attrice svizzera che deve la sua fortuna al bikini bianco con il quale emerse dalle acque novella Venere Callipigia. Una scena, questa della prima Bond girl della storia, rimasta impressa, più di tutte le altre che si sono succedute. 

Il ritmo di 007 era allora di un film all’anno e di una Bond girl a film: a rileggere l’elenco c’è da rimanere senza parole, una più bella dell’altra: Honor Blackman, Claudine Auger, Jill St. John, Jane Seymour, Britt Ekland, Barbara Back, Corinne Clery, Carole Bouquet, Grace Jones, Lea Seydoux, Eva Green. Non sono mancate le italiane: Luciana Paluzzi, Daniela Bianchi, Monica Bellucci, l’ultima è stata Maria Grazia Cucinotta. Tutte sono cadute come pere fra le braccia di James Bond, che dopo il capostipite Sean Connery ha avuto il volto e la prestanza fisica di Roger Moore, Timothy Dalto, Pierce Brosnam, Daniel Crayg, George Lazenby.

Folta anche la schiera dei registi che si sono succeduti dopo Terence Young che ha diretto i primi cinque: nell’ordine Guy Hamilton, Lewis Gilbert, Peter R. Hunt, John Glen, Martin Campbell, Roger Spottiswoode, Michel Apped, Lee Tamahori,  Marc Forster, Sam Mendes, Kary Fukinada, Invirn  Kershner.

Ed ecco alcuni titoli dei film di 007 più famosi: ognuno meriterebbe un cenno a parte ma sono tanti e, come diceva quel critico troppo severo, “Visto uno l’hai visti tutti”. Invece, vanno visti e rivisti uno per uno: Dalla Russia con amore, Missione Goldfinger, Operazione tuono, Si vive solo sue volte, Al servizio segreto di Sua Maestà, Una cascata di diamanti, Vivi e lascia morire, L’uomo dalla pistola d’oro,  La spia che mi amava, Moonraker operazione spazio, Solo per i tuoi occhi, Octopussy  operazione piovra, Bersaglio mobile, Zona pericolo, Vendetta privata, Goldeneye, Il domani non muore mai, Il mondo non basta, La morte può attendere, Casino Royal, Spectre, No time to die.

C’è chi li ha visti tutti e ne va fiero, chi non ne ha visto nessuno e ugualmente se ne vanta. “Sono un po’ tutti uguali” dice con sufficienza. Se non li avete visti tutti, siete in tempo per rimediare: l’estate televisiva e il diffondersi dello streaming ve lo consentiranno.

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