Energia. L’Italia un mercato potenziale per eolico galleggiante

L’Italia ha un potenziale importante per l’installazione di eolico offshore galleggiante.

Secondo le stime del Global Wind Energy Council, l’Italia e’ il 3° potenziale mercato mondiale per eolico galleggiante grazie alle caratteristiche morfologiche ed alla conformazione dei fondali marini.

La produzione di eolico offshore galleggiante attiverebbe alcuni settori chiave per il paese, in particolare quello dei prodotti metallici, dei materiali da costruzione, della meccanica avanzata, delle naval-meccanica e delle attrezzature elettriche – per un totale di 255,6 miliardi di euro e 1,3 milioni di occupati.

Tra le aree del Paese con maggiore potenzialita’ di sviluppo di questa tecnologia si evidenziano la Sardegna, la Sicilia e la Puglia, in un contesto in cui queste Regioni mostrano un gap di rinnovabili da colmare.

Sono i temi emersi durante la conferenza dov’e’ stata presentata la “Floating Offshore Wind Community”, progetto creato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con i Partner Renantis, BlueFloat Energy, Fincantieri e Acciaierie d’Italia.

Tuttavia, mentre le potenze globali puntano con decisione su questa tecnologia, la bozza di aggiornamento del nostro Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) prevede che solo il 2 per cento dell’obiettivo di potenza rinnovabile elettrica installata al 2030 provenga da impianti eolici offshore (a fondo fisso e galleggianti).

L’Italia infatti ha una capacita’ installata di eolico offshore (a fondo fisso) al 2022 pari a 30 MW e un obiettivo al 2030 pari a 2,1 GW (tra impianti a fondo fisso e galleggiante).

La Cina, leader mondiale, ha una capacita’ installata nel 2022 pari a 30 GW, il Regno Unito del 14 GW e la Germania, prima in Europa, del 8 GW. Il target al 2030 sono rispettivamente pari a 60 GW, 50 GW e 30 GW (quasi interamente impianti a fondo fisso).

Lo stabilimento di Acciaierie d’Italia di Taranto “in questi ultimi anni ha compiuto un notevole sforzo di sviluppo sostenibile, con un investimento di circa 2 miliardi di euro nelle migliori tecnologie presenti sul mercato, che hanno garantito un forte miglioramento della qualita’ dell’aria ed una drastica riduzione delle emissioni in aria, acqua e suolo” spiega il Direttore Generale Qualita’-Ricerca-Sviluppo e Sostenibilita’ di Acciaierie d’Italia, Adolfo Buffo, intervenendo durante il Forum The European House-Ambrosetti a Cernobbio.

Oggi il sito di Taranto “si puo’ considerare un benchmark di riferimento in Europa per le emissioni e per la produzione di acciaio che rispetta l’ambiente.

Ecco perche’ oggi lo stabilimento di Taranto intende giocare un ruolo cruciale nella produzione di acciaio pulito e sostenibile, nel rispetto dell’ambiente e del territorio” conclude Buffo.

Secondo la Community il target dovrebbe essere pari ad almeno 20 GW al 2050, cosicche’ incentivi gli investitori nello sviluppo di questi progetti.

Realizzare una pianificazione strategica dello spazio marittimo: coerentemente con l’obiettivo di 20 GW al 2050, essa deve identificare, soprattutto nei mari di Sicilia, Sardegna e Puglia, aree che per numero e dimensioni permettano questi sviluppi.

Un’ulteriore sfida e’ quella di efficientare gli iter autorizzativi – ad oggi, i progetti di eolico offshore richiedono tempistiche lunghe, includendo le attivita’ organizzative legate alla filiera e al sito costruttivo.

L’obiettivo “e’ quello di favorire, nel tempo, lo sviluppo di una filiera industriale per la produzione di componenti per la tecnologia eolica marina. E anche questo fa crescere il territorio” evidenzia Buffo.

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