Più prevenzione e innovazione per il futuro della sanità. La sfida della sanità italiana tra prevenzione, innovazione e competitività internazionale
Rafforzare la prevenzione, superare le criticità strutturali e valorizzare l’innovazione sono le priorità per il futuro della sanità in Italia. È quanto emerge dal Rapporto annuale “Orizzonti della cura: innovazione nella diagnosi tempestiva e nelle terapie di eccellenza” dell’Osservatorio In-Salute realizzato da I-Com – Istituto per la Competitività, presentato a Roma in un convegno che ha visto la partecipazione di esperti, accademici, rappresentanti istituzionali e aziende del settore life sciences.
Il documento mette in evidenza la necessità di una Strategia nazionale sulle Scienze della Vita, fondamentale per garantire cure efficaci ai cittadini, sostenere la competitività del settore e consolidare l’Italia come hub strategico per la ricerca e la produzione farmaceutica.
Sanità italiana: prevenzione al centro delle politiche
La popolazione italiana è sempre più anziana e affetta da patologie croniche. L’obesità riguarda 6 milioni di adulti, con un impatto sul SSN di 13,34 miliardi di euro l’anno (pari allo 0,8% del PIL). La sedentarietà interessa oltre l’80% degli adulti e il 92% degli adolescenti, mentre il consumo di alcol tocca quasi un italiano su tre, con costi pari allo 0,7% della spesa sanitaria e allo 0,68% del PIL.
Al contrario, il fumo registra un calo al 19,8% della popolazione. I dati confermano che la prevenzione è la strategia più redditizia, con un ritorno economico fino a 16 euro per ogni euro investito.
Particolarmente preoccupante resta il fenomeno dell’antibiotico-resistenza, legata all’uso eccessivo di farmaci ad alto rischio e collegata a oltre 4,7 milioni di morti l’anno a livello globale.
Il sistema sanitario tra risorse insufficienti e criticità strutturali
Nonostante la Legge di Bilancio 2025 preveda un aumento del Fondo Sanitario Nazionale fino a 142,3 miliardi di euro entro il 2026, la spesa sanitaria italiana resta inferiore a quella dei principali Paesi europei. Persistono difficoltà nell’equità di accesso ai servizi, con forti squilibri territoriali e un aumento della mobilità sanitaria interregionale.
La spesa farmaceutica, pari a 36,2 miliardi di euro nel 2023, è tra le più alte in Europa, ma solo il 64% è coperto dal SSN: il resto pesa sulle famiglie. Inoltre, quasi il 70% della spesa è assorbito dall’ambito ospedaliero, rallentando la transizione verso modelli basati sulla deospedalizzazione e sulla medicina di prossimità.
La crisi delle professioni mediche e infermieristiche
Uno dei dati più allarmanti riguarda le professioni sanitarie. Nel 2024 oltre 7.000 medici hanno abbandonato il SSN, con un incremento del 133% rispetto al 2022. La scarsa attrattività della professione è legata a turni usuranti, stipendi poco competitivi e limitata autonomia.
Anche la situazione degli infermieri è critica: l’Italia conta 6,8 professionisti ogni 1.000 abitanti, contro una media europea di 8,2. Ogni anno circa 30-33 mila infermieri lasciano la professione, mentre le università ne formano solo 10 mila. Per la prima volta, inoltre, le domande universitarie sono scese sotto l’offerta formativa: meno di 19.000 candidati per oltre 20.600 posti disponibili.
Life sciences e farmaceutica: eccellenza italiana a rischio
Il settore delle scienze della vita è uno dei pilastri dell’economia nazionale. La produzione farmaceutica ha raggiunto i 54 miliardi di euro, pari al 2% del PIL, mentre il comparto dei dispositivi medici vale 12,4 miliardi sul mercato interno e 6,9 miliardi di produzione, con oltre 200 mila occupati.
Tuttavia, il settore è messo alla prova dai nuovi scenari geopolitici e dai dazi statunitensi, che potrebbero generare perdite stimate tra i 2,5 e i 4 miliardi di euro, compromettendo competitività e capacità di investimento in ricerca e sviluppo.
Innovazione e intelligenza artificiale come chiavi del futuro
L’intelligenza artificiale (IA) rappresenta una leva decisiva per la sanità del futuro: dal monitoraggio preventivo allo sviluppo di farmaci, fino all’analisi diagnostica delle immagini mediche.
Il mercato globale dell’IA in sanità è cresciuto da 1,1 miliardi di dollari nel 2016 a 32,3 miliardi nel 2024. In Italia, il valore si attesta a 97 milioni nel 2023, con una previsione di crescita fino a 740 milioni entro il 2030. Già oltre il 60% dei medici dichiara di voler utilizzare l’IA per la prevenzione e il monitoraggio, e il nostro Paese è al terzo posto mondiale per numero di studi clinici con intelligenza artificiale.
Malattie rare: innovazione e disuguaglianze territoriali
Le malattie rare colpiscono oltre 2 milioni di italiani, per il 75% bambini. L’Italia è tra i Paesi europei con maggiore disponibilità di farmaci innovativi e orfani, ma i tempi di accesso restano lunghi: in media 439 giorni contro i 128 della Germania.
Nonostante i progressi nei Registri Regionali delle Malattie Rare, circa 130 mila persone restano escluse dai percorsi ufficiali, con forti disuguaglianze territoriali, soprattutto nel Sud Italia.
Verso una Strategia nazionale sulle Scienze della Vita
Il Rapporto I-Com individua tre priorità per il rilancio della sanità italiana:
- Prevenzione – aumentare la quota del Fondo Sanitario Nazionale destinata alla prevenzione fino al 7%.
- Superare le criticità del SSN – semplificando burocrazia, procurement e governance.
- Aprirsi all’innovazione – favorendo percorsi rapidi per farmaci, dispositivi medici e terapie avanzate.
Una Strategia nazionale sulle Scienze della Vita, già adottata da nove Paesi europei e dalla stessa UE, potrebbe attrarre investimenti, valorizzare l’innovazione e rafforzare il posizionamento dell’Italia come hub internazionale della ricerca e delle cure.