Intelligenza artificiale entra nel mondo dell’education

L’intelligenza artificiale (Al), dopo aver rivoluzionato su larga scala sanità, finanza, automotive ed e-commerce, ora è pronta a farlo anche nel settore dell’educazione.

Negli Stati Uniti infatti, si prevede che l’AI applicata all’educazione crescerà del 47,5% tra il 2017 e il 2021.L’applicazione più sfruttata è quella finalizzata a capire attraverso la macchina se un ragazzo abbia davvero compreso un argomento in modo da modificare la lezione in caso di necessità,in definitiva a realizzare una carriera scolastica personalizzata che oggi non si riesce a garantire.

Le modalità con cui l’uomo è capace di acquisire conoscenze infatti, sono molto più complesse di quanto si è creduto fino ad ora e “l’intelligenza artificiale è uno strumento potente che permette di aprire “la scatola nera dell’apprendimento” – ha spiegato in un recente saggio Rose Luckin, professoressa di Scienze dell’apprendimento presso l’University College di Londra – fornendo una comprensione profonda e dettagliata di come e quando questo avvenga davvero”.

Inoltre l’applicazione dell’AI su larga scala all’interno delle scuole sarebbe in grado di risolvere il ritardo nella diagnosi di disturbi e disabilità, sia nell’apprendimento sia nell’ambito relazionale.Questa particolare finalità ha trovato promotori anche in Italia : infatti Lifem è un app ideata dal genovese Riccardo Arduino che attraverso l’intelligenza artificiale fa da supporto alle diagnosi.L’app, ancora in fase di sviluppo, si basa su un modello di rete naturale artificiale che rileva in maniera univoca la dislessia, la discalculia e la disgrafia.

Tuttavia,accanto ai vantaggi,come sempre ci sono svantaggi e criticità: infatti più che in ogni altro settore, l’applicazione dell’AI al sistema scolastico ci espone a dei rischi, soprattutto per quanto riguarda privacy e utilizzo dei dati raccolti. Se una macchina è in grado di valutare il processo di apprendimento di uno studente fin da bambino, ovviamente raccoglie anche informazioni sui suoi punti di forza e di debolezza,consentendo allo Stato il controllo dei propri cittadini.E’ quanto sta avvenendo in Cina dove la app ha  trovato sbocco nel  “sistema di credito sociale” in arrivo entro 2020, cioè  l’iniziativa del governo che mira a sviluppare un sistema nazionale che classifica la reputazione dei propri cittadini per valutare a chi concedere o meno di viaggiare verso l’estero, ottenere un mutuo o anche accedere a internet. 

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