L’Italia, fanalino di coda in Europa nella ricerca, rischia una forte riduzione dei finanziamenti alla ricerca clinica.
Nel nostro Paese solo l’1,35% del PIL è destinato alla ricerca rispetto ad una media UE del 2,07%. Il 95% della spesa è oggi a carico di aziende private ma ogni euro pagato dallo sponsor per compensi e fornitura di farmaci vale 2,2 euro per il SSN. Fondazione FADOI e Fondazione Roche presentano il “Libro bianco sulla ricerca clinica indipendente – dalle fonti di finanziamento al valore etico e sociale”: una panoramica sul potenziale e sui benefici che la ricerca clinica garantisce al Sistema Salute e un’analisi sulla svolta negativa che potrebbe derivare dal riassetto della normativa in materia di sperimentazione.
ROMA – La ricerca clinica rappresenta un asset strategico per il nostro Paese e ha un valore scientifico, sociale, etico ed economico per i cittadini, per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e per l’intero Sistema. Tuttavia, in Italia non sembra godere di ottima salute considerando che il numero delle sperimentazioni cliniche indipendenti si è ridotto del 50% negli ultimi 8 anni. Un’ulteriore svolta negativa potrebbe arrivare dal riassetto della normativa in materia di sperimentazione clinica, che introducendo misure sul conflitto di interessi potrebbe deprimere ancor più il settore della ricerca, annullando i benefici per i pazienti e per il SSN che oggi derivano dai finanziamenti che le aziende farmaceutiche destinano alla ricerca tramite la collaborazione con le istituzioni ospedaliere. Questo quadro allarmante sul futuro della ricerca clinica è contenuto nel Libro Bianco “Il valore della ricerca clinica indipendente in Italia” realizzato dalla Fondazione FADOI (Federazione dei dirigenti ospedalieri internisti) e dalla Fondazione Roche, in collaborazione con SDA Bocconi, presentato oggi a Roma presso il Nobile Collegio Chimico Farmaceutico. Il Libro Bianco ricorda l’esiguità dei finanziamenti pubblici che l’Italia destina alla ricerca in generale, pari a circa 1,35% del Pil contro una media UE del 2,07%.
Ancora minore è l’impegno nei confronti della ricerca clinica, che ha nella cura delle malattie l’obiettivo primario. Dai dati elaborati dal Cergas-SDA Bocconi, emerge che nel 2016 i finanziamenti per la ricerca clinica sono ammontanti a oltre 788 milioni di euro, di cui il 7,5% erogato dallo Stato, l’89% dalle aziende private e il resto da fondi UE e dai cittadini tramite il 5 per mille. Nel 2017, sul totale di circa 753 milioni, la quota a carico dello Stato (attraverso AIFA e Ministero della Salute) è scesa all’1%, mentre il contributo delle aziende è salito al 95,86%. In media negli ultimi cinque anni (2014-2018) le imprese hanno finanziato il 92% della ricerca clinica mentre il contributo pubblico è stato del 4%.
Eppure, il settore della ricerca medica contribuisce in modo significativo all’economia del Paese, con posti di lavoro qualificati, alto livello di conoscenza, miglior benessere della popolazione. I calcoli sui margini economici per il SSN, derivanti dalla partecipazione di aziende ospedaliere pubbliche alla sperimentazione clinica sponsorizzata dall’industria farmaceutica, indicano un effetto moltiplicatore di 1 a 2,2 (ogni euro pagato dallo sponsor per compensi e fornitura di farmaci vale 2,2 euro per il SSN), generando risparmi per costi pubblici evitati che potrebbero essere reimpiegati nella ricerca non-profit. Il decreto legislativo n. 52/2019, attuativo della legge n. 3/2018 (c.d. Legge Lorenzin), rischia di rappresentare lo spartiacque negativo per il futuro della sperimentazione clinica in Italia. I medici, scienziati e accademici che hanno recentemente lanciato l’allarme con un Position Paper sono: Agostino Migone de Amicis, Presidente del Comitato Etico IRCCS “Humanitas” di Milano; Gualberto Gussoni, Direttore Scientifico FADOI, Milano; Gilberto Corbellini, Professore Ordinario Università di Roma “La Sapienza” e Direttore Dipartimento Scienze umane e sociali, patrimonio culturale del Consiglio Nazionale delle Ricerche; Roberto Labianca, Direttore Cancer Center Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo; Salvatore Majorana, Direttore Kilometro Rosso, Innovation District; Cristina Messa, già Rettore Università “Bicocca” di Milano; Carlo Nicora, Direttore Generale Fondazione IRCCS Policlinico “San Matteo” di Pavia; Giorgio Racagni, Professore di Farmacologia Università degli Studi di Milano e Presidente Eletto Società Italiana di Farmacologia; Ennio Tasciotti, Associate Professor of Nanomedicine e Director Center for Biomimetic Medicine, Houston Methodist, Houston, Texas. Il Position Paper, sottoscritto anche da 23 Associazioni, Società scientifiche e fondazioni, denuncia in particolare le ultime righe del comma 4 dell’art. 6 del decreto che, per garantire l’assenza di conflitti di interesse degli scienziati sperimentatori con l’azienda titolare del farmaco oggetto di studio, impone “l’assenza di rapporti di dipendenza, consulenza o collaborazione, a qualsiasi titolo, con il promotore”. Un approccio che sembra avallare una “cultura del sospetto”, che scoraggia la partecipazione degli scienziati italiani a panel di ricerca anche internazionali, per il rischio di vedere compromessa la propria credibilità ogni volta che devono autocertificare proprie situazioni personali e professionali.
il Libro Bianco, è necessaria la massima trasparenza, favorita magari da registri online pubblici: “E’ auspicabile quindi che l’applicazione del D.Lgs n. 52/2019 in tema di conflitti di interessi sia fatta in un’ottica non restrittiva, tenendo conto degli interessi comuni e in modo da non limitare la ricerca clinica in Italia, sia indipendente che sponsorizzata”.
“La ricerca è al centro di molte delle attività che Fondazione Roche sostiene con forte impegno, non solo sotto forma di finanziamenti per la comunità scientifica, ma anche attraverso iniziative di formazione e informazione per far comprendere quanto condurre una ricerca di qualità sia prezioso per i giovani, per gli scienziati, per i pazienti e per l’intero Paese – afferma Mariapia Garavaglia, Presidente di Fondazione Roche – pertanto siamo convinti che promuovere una giusta e sana collaborazione tra pubblico e privato possa fare la differenza in quanto garantisce benefici sia a livello economico, sia di soluzioni sempre più efficaci per la salute del nostro Paese”.
“Come medici, che quotidianamente ci confrontiamo per la cura dei nostri malati – commenta Andrea Fontanella, Presidente FADOI – non possiamo trascurare il fatto che una ricerca clinica ben organizzata e competitiva consenta ai nostri pazienti di accedere alle terapie innovative, spesso più efficaci. La ricerca e l’assistenza sono legate da un circolo virtuoso: la ricerca trae le sue idee dai bisogni dell’assistenza, e quest’ultima beneficia dei risultati della ricerca. Inoltre, il medico che fa ricerca spesso cura meglio perché abituato a confrontarsi con la conoscenza più evoluta”.
L’evento si è concluso con una tavola rotonda, moderata dal giornalista Nicola Porro, a cui hanno preso parte l’On. Fabiola Bologna, Componente Commissione Affari Sociali e Commissione Bicamerale per l’Infanzia e l’Adolescenza della Camera dei deputati; Dott. Roberto Francesco Labianca, Direttore Cancer Center Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo; On. Beatrice Lorenzin, Componente V Commissione (Bilancio, Tesoro e Programmazione) della Camera dei deputati; Dott. Giorgio Racagni, Presidente Eletto Società Italiana di Farmacologia; Sen. Maria Rizzotti, Componente 12ª Commissione permanente (Igiene e Sanità) e Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere del Senato; Sen. Maria Cristina Cantù, Vicepresidente della 12ª Commissione permanente (Igiene e Sanità) del Senato; On. Angela Ianaro, Componente XIV Commissione (Politiche dell’Unione Europea), XII Commissione (Affari Sociali) e Commissione Parlamentare per l’attuazione del Federalismo Fiscale, Camera dei deputati; On. Andrea Mandelli, Vicepresidente della Commissione Speciale per l’esame di Atti del Governo e Componente V Commissione (Bilancio, Tesoro e Programmazione) della Camera dei deputati; On. Luca Rizzo Nervo, Componente XII Commissione (Affari Sociali) della Camera dei deputati; Dott. Carlo Nicora, Direttore Generale IRCCS Policlinico San Matteo Pavia; Dott. Sergio Scaccabarozzi,
Country Head of Clinical Operations Roche Italia.
Durante la tavola rotonda è stato affrontato il tema della ricerca clinica indipendente da diversi punti di vista, in base all’appartenenza politica, aprendo così un dibattito costruttivo volto a cercare soluzioni in grado di immettere valore nel Sistema Salute grazie a una giusta e etica collaborazione tra pubblico e privato. “Le decisioni che le nostre Istituzioni sono chiamate a prendere, e che non sono più differibili, saranno estremamente importanti per il destino della ricerca clinica nel nostro Paese – conclude Dario Manfellotto, Presidente eletto FADOI – in un mondo che corre così velocemente, mi auguro vivamente che si proceda presto, e soprattutto bene. Crediamo che questo Libro Bianco, scritto e curato da chi tutti i giorni si occupa di ricerca, possa essere un utile contributo per questo fondamentale obiettivo”.