Ricerca interiore attraverso la lunga corsa, le lunghe distanza

ROMA – Si riconoscono i limiti mentali, e quindi la possibilità di andare avanti superando i blocchi mentali, e di percorsi non solo lungo strade e sentieri ma anche dentro se stessi, una ricerca interiore attraverso la lunga corsa, le lunghe distanza, Marco Dori così spiega le sue impressioni: “Significa misurarmi con i miei limiti soprattutto mentali.

Non ho una corporatura da maratoneta; sono alto 1,94 mt e peso intorno ai 95 kg e negli anni passati già la maratona per me era una misura limite. Poi ho scoperto le ultra e ciascuna di esse è stato un percorso dentro me fatto di sfida, difficoltà, solitudine, contatto con la natura, rispetto, voglia di mettermi alla prova. Quando parto so che vivrò un’esperienza irripetibile e unica.”

Anche per  Gustavo Ismail, si tratta di sfide e di superare il limite che a volte può essere condizionato dalla mente: “Placer, sentir que uno siempre puede mas, que NO hay limites mas que el de la mente humana. (Il piacere, sentire che uno può sempre di più, che non ci sono limiti più di quelli della mente umana).” Per Ivano Cipolletta del Team Frizzi e Lazzi Run e Walk, si tratta di sperimentare benessere ma anche, allo stesso tempo, cercare di andare incontro al limite: “Ivano Cipolletta: “Per me è passare una giornata con amici, il silenzio della gara, la compagnia di paesaggi stupendi e della voglia di oltrepassare i propri limiti imparando ad ascoltare e gestire il nostro corpo.”

Armando Quadrani: “Spostare i limiti fisici e mentali oltre uno schema predefinito. In trigonometria esprimerei il mio pensiero dicendo che è il limite che tende all’infinito. Non ci sono ostacoli, barriere, punti di arrivo che possono interrompere una avanzata. Una continua ricerca del mio io, che forse non riuscirò mai a scoprire fino a dove è stato collocato. Un viaggio continuo con me stesso, dentro me stesso. Quasi un peregrinare senza meta, un navigare a vista. Una retta infinita che non ha un punto di origine ne di arrivo.” Alina Losurdo: “Essere Ultramaratoneta non la ritengo solo una questione di km oltre il numero 42, ma testa, spostare quel limite e cercare dentro di me nuovi stimoli soprattutto quando dopo tante ore che sei a spasso senti dentro quella vocina diabolica che ti chiede di fermarti. Un viaggio si ma lungo e che fa sognare, fa nascere e morire un milione di volte ma ti porta al traguardo.“

Gli atleti parlano di sfide con se stessi, per esempio Nicola Ciuffreda del Team Frizzi e Lazzi Run e Walk afferma: “Accettare una nuova sfida della lunga distanza, una scommessa con te stesso che nonostante tutto quello che succede intorno a te nel mondo reale di tutti i giorni e nella vita sei pronto a reagire e metterti in discussione a nuove emozioni e sensazioni che ti accompagnano lungo le strade di una gara.” Anche Vito Intini parla di sfide, di rebus: “La ricerca di mettere il proprio fisico e la propria mente in difficoltà nella quale esiste la soluzione. Come risolvere un rebus o un sudoku. Mai però deve essere raggiunto il pericolo organico!”

Gli atleti sperimentano di saper soffrire, di riuscire, di superare momenti difficili, per esempio il veterano Vincenzo Luciani dichiara: “Un motivo di orgoglio e di autostima; l’acquisizione di una mentalità da ultramaratoneta nel senso di capacità di autoregolazione delle proprie energie fisiche e di autocontrollo psichico sperimentato sulla lunga durata della prestazione sportiva; una capacità di saper ‘soffrire’, tener duro e saper resistere ad uno sforzo prolungato.”

Roberto D’Uffizi: “Significa avere la possibilità di effettuare un meraviglioso viaggio dentro noi stessi dove mente e fisico, in sinergia, cercano di portarti oltre lo stremo.”

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