E se fosse l’anno buono della Roma?

Ad inizio campionato non era ritenuta tra le favorite per la lotta allo scudetto.

Oggi, dopo una serie impressionanti di grandi prestazioni, la Roma di Fonseca – come possiamo vedere su https://campobet.com/it/ – può essere la vera sorpresa di questo campionato e puntare alla vittoria finale. 

Al momento i giallorossi occupano il terzo posto in classifica. Ottima la gestione estiva con il ritorno di Smalling, i pagherò per Kumbulla – altro puntello che serviva – e soprattutto l’arrivo di Pedro che, con la conferma di Mkhitaryan, dà innumerevoli possibilità in avanti. Aspettando Zaniolo. Il reparto offensivo è probabilmente il migliore che si potesse mettere insieme. 

Pedro ha dato una marcia in più, Mkhitaryan sembra avere preso la forma (e la convinzione) dei tempi passati, Dzeko continua a essere una garanzia. In più è arrivato Borja Mayoral, per non far rimpiangere il bosniaco, più Carles Perez all’occorrenza. Ci sono giocatori che sanno vincere, che possono combinare esperienza e freschezza atletica, in attesa di Zaniolo. E poi c’è il nuovo modulo di Fonseca, bravo a intercettare le necessità della squadra, provando una difesa a tre che dà più libertà ai tre attaccanti di non dover ripiegare, diventando quindi pericolosi. La rosa è ben costruita, sia a centrocampo che sulla linea mediana.

Il grande protagonista armeno

Grande protagonista di questa squadra è Henrikh Mkhitaryan, la stella polare di una Roma che punta in alto e che a breve avrà di nuovo Dzeko a dare una mano. L’armeno, dopo un anno di prestito, in estate ha deciso di sposare il progetto Roma nonostante la durata annuale del contratto. “Li convincerò sul campo”, il pensiero di Miki. E’ così è stato. Non solo per i 5 gol messi a segno negli ultimi due match, ma per un rendimento in continua ascesa e uno spirito di sacrificio trascinante che fa brillare gli occhi ai tifosi e a Paulo Fonseca. A Trigoria ora ne sono tutti convinti, il rinnovo di Mkhitaryan arriverà prestissimo. Entro un mese. 

L’attuale accordo che scade nel 2021 (con opzione) sarà prolungato almeno di un’altra stagione, probabilmente di due. Con grande soddisfazione dell’ex Arsenal che in Italia ha ritrovato la linfa degli anni al Dortmund e che adora la capitale tanto da progettare anche un futuro dopo la fine dell carriera da calciatore. D’altronde, i numeri dell’armeno in questo 2020, e in generale da quando è alla Roma, sono ottimi: 15 gol e 11 assist in 38 partite, da gennaio ad oggi ha realizzato 12 reti e servito 10 passaggi decisivi. Della Roma è cuore e anima, basti pensare che ha preso parte a 23 gol nelle sue prime 30 presenze in Serie A con la Roma (14 reti e nove assist): fra i giallorossi che hanno esordito dal 2004/05 in avanti, si tratta del giocatore che ha fatto meglio, quello più incisivo. Inoltre, Mkhitaryan è primo tra i giallorossi per tiri in porta, ben 21 di cui 15 verso lo specchio e 6 fuori, ma è in testa anche nella classifica dei passaggi chiave con 6 e per chilometri percorsi (11,178) in 738 minuti di gioco.

Anche in Europa League, pur giocando solo 121’ sui 270 disponibili, l’impatto del 77 è stato determinante, con un gol e un assist oltre a 3 palloni recuperati e al 75% dei passaggi riusciti (50 su 66). Costato, in tutto, 3 milioni, tra il prestito dello scorso anno e il riscatto a zero di questa stagione, è forse uno degli arrivi dell’ultimo decennio che ha avuto l’impatto migliore. Pedro permettendo.

Il rinnovo del tecnico

Grande merito dei traguardi di questa squadra è del tecnico Paulo Fonseca. La Roma e Fonseca sanno che se le cose vanno come devono andare, il rapporto continuerà senza bisogno di accelerate o rallentamenti. Il rinnovo del contratto è pronto. E appeso all’obiettivo minimo: se la Roma tornerà in Champions League dopo due anni di astinenza, Fonseca avrà il prolungamento automatico fino al 2022. C’è scritto sull’accordo che le parti hanno firmato l’anno scorso a Londra, ultimo atto decisionale di Pallotta come presidente. 

Naturalmente la società ha la facoltà di esonerarlo prima, come qualcuno suggeriva durante l’estate dei dubbi. Ma i Friedkin non hanno mai dubitato delle capacità dell’allenatore ereditato dalla precedente gestione. E da subito lo hanno rassicurato, consapevoli che la riforma del club dovesse passare da altri settori prima che dalla panchina.

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