Il rigore non c’era, ma neppure la Juve. Il Milan salva se stesso e il campionato

ROMA – In piena osservanza al consumismo televisivo (a pagamento, ovviamente) la 14^ giornata del campionato di calcio è stata suddivisa e propinata  in ulteriori ben 4 “sottogiornate”,  da sabato a martedì,  con una classifica provvisoria e in perenne evoluzione. 

A metà di questo mini torneo “diluito” ben oltre il  week end  canonico,  il commento diventa, ingiustamente, parziale,  in attesa degli incontri di stasera e domani,  ben tre posticipi.     Una vera e propria anomalia che vogliamo evidenziare, anche se, ormai, tutti la subiscono e  nessuno più ci fa caso….  
Lasciando il divano televisivo e tornando al calcio giocato, quindi, solo martedì sera si potranno verificare le effettive conseguenze  sulle zone alte della classifica sia della prima battuta d’arresto in trasferta della Juve made Conte, sia di quello che riusciranno a combinare le immediati inseguitrici,  l’Inter soprattutto, e l’altalenante Napoli, entrambe alle prese con due trasferte da affrontare con la dovuta attenzione.
Il  clou della giornata era costituito da Milan- Juventus:  entrambe di ritorno dai trionfi europei –  una con la qualificazione già acquisita, l’altra quasi –  si sono affrontate,  con preamboli settimanali in sordina (la Juve addirittura in silenzio stampa), ben lontani dagli echi del precedente torneo quando fino alla fine avevano lottato non solo in campo  ma anche,  e forse soprattutto, attraverso interminabili polemiche sui mass media.  Ha vinto un  Milan innanzitutto pro domo sua, affamatissimo di punti com’era,  per scacciare gli incubi di una classifica preoccupante, e poi per gli altri, per riaprire il campionato,  offrendo una ulteriore chance all’Inter che, dopo la storica vittoria di Torino, aveva dissipato tutto una settimana dopo a Bergamo  con l’Atalanta.

Seppure in  mezzo a tante, le solite, polemiche arbitrali, stavolta il giudizio complessivo finale sull’incontro più importante, su ambo i fronti,  è stato pienamente concordante sia nel ritenere il rigore  concesso da Rizzoli inesistente sia, soprattutto, nel valutare la prova della Juve decisamente al di sotto del suo pregresso standard.  Forse per demerito proprio (stanchezza nello smaltire la sbornia col Chelsea, formazione non al meglio delle scelte, presunzione) ma certamente anche per la forza manifestata da un  Milan orgoglioso, rabbioso, convinto,  al quale è mancata solo la zampata giusta per mettere al sicuro un risultato scaturito da un ennesimo errore arbitrale ma certamente meritato quanto a superiorità di gioco,  volontà  ma, soprattutto, voglia di vincere.  Quella che è mancata ad una  Juve, spenta, sempre sotto ritmo, scoordinata nei reparti,  assai lontana dalla solita compattezza e priva della forza fisica che, forse, solo il ritorno in panchina di un propulsore come Conte potrà ricostituire.

Va rilevato, nelle dichiarazioni finali juventine,  un denominatore comune: non si è perso per il rigore fasullo ma perché noi non abbiamo dato il meglio e l’avversario ci è stato superiore; in particolare Buffon ha tenuto a precisare che questo è il messaggio che va sempre dato ai giovani per evitare l’imbarbarimento del calcio sulle cause di una sconfitta.
Negli altri incontri, motivazioni particolari venivano da Pescara-Roma,  sia per verificare se la squadra giallorossa avrebbe confermato, come ritrovati, il gioco e il risultato,  e sia perché si registrava il ritorno sulle rive dell’Adriatico di Zeman,  il quale, per la trionfante promozione in A conseguita un anno prima col Pescara,  aveva lasciato le indelebili impronte di un condottiero  impossibile da dimenticare e giammai da attaccare se seduto sulla panchina avversaria, perché, prima o poi  se ne attende il ritorno…. Zeman a Pescara viene e verrà perennemente ricordato  non solo per il rientro  nella massima serie dopo 19 anni  ma anche  per la spettacolarità del gioco (89 gol segnati, roba da…Barcellona) grazie al trio di giovanissimi lanciati da lui (Insigne, Verratti, Immobile) che oggi calcano campi di ben altra levatura.   

La Roma, pur senza strafare, ha condotto una gara utilitaristica e con il minimo indispensabile ha portato a casa i tre punti senza preoccupazioni anche per la modestia del Pescara che detiene il  duplice record della peggior difesa e del peggior attacco del campionato; la delusione per l’ennesima sconfitta,  per i tifosi abruzzesi è stata sì mitigata dalla presenza di Zeman e dai festeggiamenti tributatigli, ma tutto questo non ha portato ossigeno alla precaria classifica.  
Il derby siciliano ha confermato un Palermo in notevole ripresa ripristinando le antiche gerarchie isolane che da qualche anno in qua avevano visto prevalere il Catania. Fabrizio Miccoli è stato il protagonista di quest’incontro per aver messo a segno il gol n.100   in serie A.

Confortanti vittorie delle squadre genovesi, in particolare il Genoa che ha espugnato il campo dell’Atalanta, bloccando la catena di sconfitte mentre la Samp, seppure a fatica, ha confermato i passi avanti evidenziati nel derby di sette giorni fa, affossando ancora di più il Bologna all’ultimo posto in classifica insieme a Pescara e al  Siena che ha conquistato un punto d’oro in una gara spareggio col Chievo.   
La Fiorentina ha giocato una gran bella partita a Torino , rimontando per due volte, nonostante le pesanti assenze e sostituzioni di alcuni titolari, proprio col cipiglio di una futura grande; il punto meritatamente conquistato consente alla squadra gigliata di acciuffare l’Inter al secondo posto in attesa degli  eventi che matureranno oggi con Cagliari Napoli prima e Parma-Inter in serata.  Lazio-Udinese chiuderà  domani sera questa estenuante giornata e ci dirà se la squadra di Lotito riuscirà a mantenersi fra le prime posizioni in odore di Coppe europee.  

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