Bersani. Primarie per sempre e battaglia per il cambiamento. I risultati definitivi

ROMA – Il successo delle primarie del centro sinistra è stato profondamente avvertito da Pier Luigi Bersani, che oggi, durante la conferenza stampa ha ribadito la sua convinzione su questo importantissimo strumento di pura e semplice democrazia. 

“Il Partito democratico – sottolinea il segretario  –  farà primarie sia per la scelta dei candidati in parlamento sia per il prossimo segretario. Non si può dubitare che ci saranno primarie per i parlamentari, naturalmente in una forma sensata che metta in equilibrio la partecipazione e l’equilibro dei gruppi parlamentari. Bisognerà studiare bene, – aggiunge Bersani -ma noi con questo albo abbiamo ormai una platea di milioni di persone raggiungibili per qualsiasi esigenza”. E non finisce qui,  perchè, precisa Bersani: “L’anno prossimo ci sarà il congresso e faremo le primarie per il segretario”.

Detto questo Bersani è tornato sul  tema del risultato raggiunto che lo porterà assieme a Matteo Renzi al ballottaggio domenica prossima. Ballottaggio su cui qualcuno già azzarda una vittoria finale a vantaggio  dell’attuale segretario del Pd, anche se Nichi Vendola tiene a precisare che l’ipotesi di un appoggio non è affatto scontato. Il leader di Sel, infatti, pone delle garanzie per avviare un nuovo modello di sviluppo, invoca quel “vento di sinistra”, chiesto dai suoi elettori,  che oggi più che mai devono avere quelle risposte che i governi di centro destra hanno negato per troppo tempo. Insomma l’ombra della caduta del governo Prodi nel 2008 non sembra essersi eclissata del tutto, almeno per una parte del popolo della sinistra e il governatore della Puglia chiede di fatto una politica degna di una vera “sinistra” nelle parole e soprattutto nei fatti.

Intanto Enrico Rossi, presidente della Regione e grande sostenitore di Bersani lavora per consolidare questa vittoria: “Siamo impegnati da un lato perchè il risultato di Bersani si consolidi, e dall’altro per rivendicare che il rinnovamento procede in maniera spedita”.
Insomma, a sentire le voci che si levano dalla platea politica, Bersani potrebbe rappresentare in questo frangente l’uomo giusto, ovvero colui capace non solo di risaldare le molteplici anime della sinistra che si sono frantumate nel corso degli anni, ma anche di riportare il vento del cambiamento.  Come lo stesso Bersani tiene a precisare: “Dobbiamo dare l’idea che facciamo parte della grande squadra dei progressisti, perchè  dal giorno dopo dobbiamo essere utili al Paese”.

E in caso di una vittoria Bersani ha già le idee chiare: “La battaglia che voglio fare è per un cambiamento, e non a chiacchiere. credo di avere l’esperienza e mi si lasci dire anche la determinazione per andare avanti sulla strada di un cambiamento di cui il paese ha assolutamente bisogno. Ci vuole un pò di coraggio. Dovremo andare avanti su questa strada e quando arriverà il momento dimostreremo di essere capaci di cambiare, ripeto con determinazione e coraggio: l’Italia ha bisogno di questo”-

E poi il segretario del Pd  aggiunge: “Guardo con fiducia l’appuntamento di domenica e penso che dal giorno dopo saremo in condizione, tutti assieme , per iniziare la strada che ci porta alle elezioni: sarà un passaggio storico, non saranno elezioni qualsiasi, dobbiamo chiudere un ciclo e aprirne un altro. Questa nostra prova ci darà la forza per farlo: da adesso in poi inizia una galoppata impegnativa ma, credo, per i progressisti vincente. ne sono sicuro”.

Parole pienamente apprezzate dall’europarlamentare Gianni Pittella, della Direzione del Pd:  “Sono convinto che la campagna per il secondo turno,  saprà essere all’altezza della posta in gioco che è la guida del Paese  se la campagna del primo turno è apparsa a volte come un dibattito interno al centro-sinistra, il secondo turno dovrà invece essere rivolto alla conquista del Paese.  Una larga vittoria di Bersani domenica prossima mostrerà con chiarezza che il Paese vuole un governo progressista, di centro-sinistra che dica finalmente basta a Berlusconi e al berlusconismo’’.

Durante la conferenza non è mancata neppure una piccola nota critica sullo stile del suo collega di partito: “Matteo ha sempre un diffettuccio che va corretto”, dice Bersani. “Dice  noi e  loro. Ma c’è solo  noi, siamo tutti noi, siamo questa grandissima squadra.  Loro è Berlusconi, è la destra. Ora sono un pò un confusione, ma qualcosa faranno. Non ci mancheranno gli avversari”.
Parole che sembrano entrare nell’orecchio del sindaco di Firenze ed uscire dall’altro: “Chi si accontenta di come sono andate le cose voti Bersani, chi vuole investire sul cambiamento può scegliere noi”, ha detto Renzi  durante la sua conferenza. E poi in un momento di probabile incertezza aggiunge: “Io sarò il primo ad andare a votare per Pier Luigi Bersani se vince lui”.

Nel frattempo sono stati resi noti dal comitato dei garanti i risultati delle primarie del centro sinistra che confermano quelli della mattinata e sui quali avevano avanzato dubbi i “renziani”presentando altri numeri più favorevoli al sindaco di Firenze: Questi i dati pubblicati sul sito delle primarie con i quali si chiude la polemica. Pier Luigi Bersani al 44,9 % con 1.393.990 voti, Matteo Renzi al 35,5 9% con 1.103.790 voti. Nichi Vendola 15,6% con 485.158, Laura Puppato 80.600 voti pari al 2,6% e a Bruno Tabacci 44.030 pari all’1,4 per cento.

Bersani vince in tutte le Regioni tranne in Toscana, Umbria e Marche.

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