Roma, marcia trionfale anche senza Totti. Ora il turno infrasettimanale

ROMA – La Roma continua a filare dritta,  e,  con la vittoria di Udine, supera pure la prova del nove, tenendo a debita distanza le inseguitrici, speranzose più che mai in un suo passo falso o, quanto meno, in un rallentamento, considerate le pesanti assenze di Totti e Gervinho.  Con una gara molto accorta ed anche  un po’ fortunata (palo di Muriel) la Roma sembrava si avviasse a cogliere un solo punto, interrompendo la serie di vittorie consecutive, quando, a venti dal termine Maicon si faceva espellere e, seppure in inferiorità numerica, all’82’, Bradley,  appena entrato, metteva a segno il gol sufficiente per firmare la nona  vittoria  consecutiva.  

Poco importa se  a Udine la squadra di Garcia non sia apparsa brillante e dominatrice come in precedenza; quanto al mancato  bel gioco,  una pausa ci può anche stare o, meglio, forse la Roma è proprio entrata nella cinica  mentalità della prima della classe che deve  cominciare a gestire utilitaristicamente  il proprio campionato, amministrando con saggezza il distacco, soprattutto con avversari che potrebbero infastidirla, com’è stato con l’Udinese. Ora, fra l’altro,  l’undici di Garcia, per qualche settimana,  deve ovviare all’assenza di Totti, il che non è poca cosa, pertanto,  lo spettacolo, se salta qualche puntata,  può attendere. 

Questa vittoria è doppiamente preziosa perché,  oltre alla classifica,  disarma le dirette avversarie le quali il loro dovere l’avevano pure fatto, vincendo tutte, ma, alla fine, le distanze sono rimaste immutate.

 

Higuain re di Napoli con doppio rigore.

Il Napoli, ha superato il Torino, grazie a due rigori  di cui  il secondo molto, molto dubbio, concesso  dall’arbitro De Marco solo dopo il  suggerimento del collega di linea Mazzoleni (il quale che si sia voluto sdebitare per le arrabbiature  causate ai napoletani a Tokyo,  dove, in occasione della finale della Supercoppa con la Juve, contestandone la direzione, non vollero partecipare alla premiazione ?).  

Il Napoli avrebbe, comunque,  potuto arrotondare il risultato con altri gol, mancati d’un soffio  ma, tant’è,  non era importante stravincere ma solo portare a casa i tre punti e questo è avvenuto.

 

Juventus,  2-0 ma Conte s’infuria con i media. 

Anche alla Juve c’è voluto un magnanimo rigore  (il fallo era fuori area)  per aprire la porta del Genoa dopo un furibondo assedio iniziale;  il raddoppio di Tevez,  a distanza di una decina di minuti,  aveva fatto presagire anche ad una goleada che, però, non c’è stata.  La Juve,  questo contava,  ha conquistato meritatamente i tre punti, riscattando le battute d’arresto con la Fiorentina e il Real Madrid.   Da registrare la sfuriata finale di Conte contro una TV e certi giornali rei, a suo dire, d’aver pubblicato di un presunto dissidio fra lui e Marotta, decisamente  smentito.   L’allenatore bianconero, da qualche settimana,  non fa altro che cercare giustificazioni alle intermittenze della sua squadra, conscio com’è di non poter ripetere le imprese degli ultimi due anni, soprattutto perché quest’anno le avversarie non mancano e qualcuna continua a fare passi da record….

 

L’Inter mette tutti a tacere. 

Di fronte ad un sonoro 4-2, scaturito da un predominio pressoché costante ci sono ben pochi commenti da fare, pervenendo alle seguenti conclusioni: l’Inter c’è mentre il Verona, dopo qualche volo empireo forse di troppo, viene riportato fra i comuni mortali. L’Inter, in meno del  quarto d’ora iniziale ed in soli tre minuti era già in vantaggio di due gol, frutto di una rabbiosa partenza che aveva imbambolato l’avversario, incapace, comunque, fino alla fine di risollevarsi. 

 

La Fiorentina ringrazia Cuadrado. 

Con la vittoria fuori casa contro il Chievo, i viola, scavalcano il Verona e riacciuffano la posizione a ridosso delle prime; il merito di questo successo è di Cuadrado che, con una provvidenziale doppietta prima raggiunge e poi supera un Chievo che, dalla bella partenza aveva fatto presagire di poter quanto meno non perdere ma poi, progressivamente è stato superato nel gioco e, alla fine, anche nel risultato.  La Fiorentina ora è quarta, una posizione  più rispondente ai propri valori.    

 

Lazio, vittoria salvatutto. 

Il primo tempo si era chiuso sotto una solenne fischiata da parte dei tifosi laziali i quali, contro il  Cagliari,  avevano intravisto l’ennesima faticaccia per andare in gol e vincere. Poi, al rientro in campo, ecco entrare Klose il quale prima mette a segno una rete e poi procura il rigore che Candreva trasformerà.  A questo punto sorge, spontanea, la domanda perché il tedesco non sia stato utilizzato dall’inizio  ma lasciato in panchina per far arrabbiare i tifosi e Lotito, il quale, almeno per ora, ha fatto sbollire la sue ire. 

 

Milan, le solite  (in)sofferenze. 

Ormai il Milan è affogato nella pancia del centro classifica e non riesce più  a venirne fuori, altro che parlare di risalita; se il pareggio col Barcellona aveva evidenziato qualcosa di positivo, la sconfitta di Parma ha mezzo a nudo, ancora una volta, le diverse fragilità di una squadra costruita male, abbonata agli infortuni e, quel che è peggio, ormai alla deriva quanto a gioco e  conduzione tecnica da parte di Allegri che pare non capirci più nulla. Il Milan è stato superato nel primo tempo in ogni dove,  con un secco 2-0,  mentre,   nella ripresa,  sostituito Balotelli (caso in arrivo ?), nullo per rendimento e ammonito per simulazione (siamo al solito vittimismo…)  e fatto entrare Kakà (perché non  da subito ?) insieme a Matri , ecco che tutto cambiava. La squadra si rianimava di colpo ed acciuffava pure il pari ma, nel recupero, la solita difesa terremotata, riusciva a far vincere il Parma in maniera rocambolesca.  Galliani se l’è  presa  con le alte sfere arbitrali per due rigori non concessi e per la decisiva  punizione finale spostata in avanti di diversi metri e  avrà pure piena ragione. Ma un  Milan così malridotto che continua ad arrancare, ansimare, faticare in ogni partita,  deve trovare altrove le sue giustificazioni nei confronti di una tifoseria sfiduciata e rassegnata e non fare credere che a Parma si sia perso per colpa delle decisioni arbitrali che, sicuramente, avranno influito ma non al punto tale da far passare in secondo piano la mediocre prestazione di una difesa che fa solo ridere o piangere,  scegliete voi.  

 

Sampdoria, seconda vittoria.

La Samp conquista la seconda vittoria dopo una sofferta partita contro un ‘Atalanta alla quale non è bastato dominare nel primo tempo, né riuscire, poi, a pareggiare nella ripresa, dopo essere andata in svantaggio. Tre punti d’oro per Delio Rossi che, ora, respira; tanta amarezza per Colantuono che, alla fine ha avuto da ridire per l’arbitraggio ma sono stati troppi gli errori dei propri giocatori.

 

 Nei bassifondi.

 Stringata ma preziosissima vittoria del Bologna ai danni di un Livorno entrato nel buio del tunnel: per gli emiliani questi tre punti consentono l’aggancio del Catania e del Sassuolo per il quale  vale oro il punto strappato in casa  degli etnei  che, seppure con il nuovo allenatore in panchina,  hanno  perso l’occasione per distanziare l’undici emiliano che, per la prima volta,  non ha subito reti.  

Chiude mestamente la classifica il Chievo, il quale, pur non sfigurando quanto a gioco,  non è capace di portare a casa punti.

 

Arbitraggi pessimi da non premiare. 

La nona giornata ha fatto registrare alcuni arbitraggi che definire pessimi è poco.  In particolare   i genovesi Bergonzi e De Marco, ancora una volta, non  sono stati all’altezza e per loro si vocifera la revoca, a gennaio, del ruolo di internazionali. Ma tutto questo non basta perché,  se così fosse, a fine campionato,  è giusto che vengano dismessi anche dal campionato italiano.  E’ arrivato il momento di fermare con qualche giornata di totale sospensione dai terreni di gioco gli arbitri che, in maniera chiara ed evidente, le hanno combinate grosse,  e non inviarli subito la giornata seguente a fare i direttori di linea o, peggio, subito a fischiare, consentendo loro di incassare, comunque,  i lauti gettoni di presenza.      

 

La decima giornata è un turno infrasettimanale. 

Spezzatino infrasettimanale con il grosso delle partite mercoledì, contornati da un anticipo il giorno prima e un posticipo il giorno dopo.   E sabato 2 è già pronta anche l’undicesima alla quale, la settimana dopo, bisognerà aggiungere le partite di coppe; più calcio di così…..  

 

Si ricomincia subito martedì sera  con l’Inter che va a fare visita all’Atalanta con l’obbligo di dimostrare che la vittoria con il Verona non è stata casuale ma il primo passo verso le dirette inseguitrici della capolista.

La Roma, invece, trascorrerà la giornata calcistica in bellezza perché giocherà in casa col Chievo addirittura giovedì sera, con i risultati delle concorrenti già a sua conoscenza e questo, considerata anche la modestia dell’avversario, dovrebbe avvantaggiarla nella difesa della prima posizione; viste le splendide condizioni e il morale alle stelle dei giallorossi, è impensabile che non riescano ad aver ragione del Chievo.    Fiorentina-Napoli  è la partita clou della decima giornata, molto impegnativa per entrambe, perché nessuna delle due vuole e, per certi versi, può perdere posizione di classifica; in particolare la Fiorentina, dopo aver matato la Juve sul proprio terreno,  vorrebbe fare altrettanto con il Napoli per lanciare un messaggio al campionato sulla propria condizione e sulle proprie aspirazioni.   Calendario favorevole per la Juve che gioca ancora in casa col Catania, all’apparenza di classifica, candidato alla sconfitta.; un altro successo consecutivo calmerebbe le acque agitate da Conte verso i mass media.   Il Verona ospita la riassestata  Sampdoria e questa rappresenta l’occasione per cancellare la brutta prestazione di S. Siro con l’Inter, dimostrando d’aver titoli per rimanere lassù.  Brutta gatta da pelare per il Milan quella Lazio che, alla stessa stregua, è chiamata a confermare d’essere uscita dalla crisetta che l’attanagliava da diverse partite; per i rossoneri invece, se non si vuole ufficializzare una vera e propria crisi, è indispensabile non solo vincere ma anche convincere e questo,  con l’aria grigia che tira  in ambito milanista, non sembra  cosa facile da realizzare.

 

In Genoa-Parma si incontrano due diversi umori, e, soprattutto per i padroni di casa, per la precaria classifica, la vittoria costituirebbe un ottimo ricostituente ma con il Parma che ha messo sotto il Milan non sarà tanto semplice. 

 

Sassuolo-Udinese,   Livorno-Torino e Cagliari-Bologna  sono partite alquanto delicate per le padrone di casa chiamate alla vittoria per risollevare la propria classifica: il Sassuolo vorrebbe continuare con il terzo risultato utile, il Livorno vuole, anzi deve, interrompere la spirale delle sconfitte (4 consecutive) mentre il Cagliari ha necessità di riscattare la sconfitta di Roma ai danni di un Bologna fresco dei primi tre punti e, quindi desideroso di continuare la marcia di sollevamento.

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