ROMA – L’indagine internazionale sulla corruzione che ha travolto la Fifa si allarga a macchia d’olio. Un cerchio che si stringe sempre di più intorno a Sepp Blatter, presidente dall’8 giugno del 1998, rieletto per il suo quinto mandato a due giorni dall’arresto di importanti dirigenti.
Nel mirino della magistratura di Brooklyn, che indaga per un giro di mazzette superiori ai 150 milioni di dollari, è finito il braccio destro di Baltter, il segretario generale Jerome Valcke. È sospettato di aver trasferito 10 milioni di dollari nel 2008 all’ex vicepresidente Jack Warner. Somma che il Sud Africa ha ammesso di aver speso come contributo e non una tangente per assicurarsi i mondiali nel 2010. Sul numero 2 della Fifa non è stata formulata nessuna accusa. Formalmente indagato è invece Ricardo Teixeira, ex presidente della Federazione Calcio brasiliana, accusato di frode e riciclaggio di denaro sporco. I fatti risalgono al periodo tra il 2009 ed il 2012, alla fine del mandato di Teixeira. Arresti domiciliari per il paraguaiano Nicolas Leoz, fino al 2013 a capo della Conmebol che riunisce le federazioni sudamericane. A tremare è anche la Concacaf, l’organo amministrativo del calcio di Nordamerica, America Latina e Caraibi. Enrique Sanz, il segretario generale, è stato sospeso in via precauzionale dalla Fifa dopo l’arresto del presidente della Concacaf, Jeffrey Webb. Quando il 27 maggio all’alba sono scattate le prime manette per tangenti, corruzione e riciclaggio le autorità americane avevano avvertito ‘‘Questo è solo l’inizio’‘.