Calcio. Tavolo della pace, ma quale?

ROA – Il tanto agognato ‘tavolo della pace’ tra alcuni (perché non tutti?) presidenti di club della serie A non ha sortito gli effetti tanto sperati dal presidente del Coni Gianni Petrucci.

Ingenuità, presunzione o ignoranza della realtà? Davvero Petrucci voleva che facessero la pace i così accaniti presidenti dei club? “Non mi aspettavo che ci fossero ancora tante scorie riguardo Calciopoli….” ha dichiarato il presidente del Coni, scoprendo l’acqua calda. Già da come si erano posizionati, nella Sala Giunta del Palazzo H del Foro Italico – dove sono rimasti ben quattro ore e trentasei minuti –  bastava a far capire che per la pace non c’era trippa per gatti. Massimo Moratti sedeva alla sinistra di Galliani, poi Abete e Petrucci nel mezzo e dall’altra parte del tavolo a forma di U c’erano Diego della Valle, Andrea Agnelli e Aurelio De Laurentis. Ben distanti l’uno, Moratti, dagli altri che a gran voce, prima di oggi, più volte gli hanno chiesto di restituire lo scudetto del 2006, assegnato da Guido Rossi l’allora commissario straordinario della FIGC.
Il problema è quel maledetto o benedetto scudetto 2006, quello degli ‘onesti’ come lo definì il presidente dell’Inter. Questi, alla conclusione del tavolo, ha dichiarato che è sempre un bene parlarsi e confrontarsi, ma tutto finisce lì. Nel senso che tutte le parti sono rimaste sulle loro, ognuno con le proprie convinzioni.
Insomma, il tavolo della pace è fallito, Moratti si tiene stretto lo scudetto e gli ‘altri’ continuano a scorticare.

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