Rugby. Intervista a Tebaldi: “Abbiamo perso stupidamente il derby. Serve più disciplina”

Parla il mediano di mischia del Montepaschi Aironi che studia da leader e pensa alla maglia azzurra “Spero non sia una bocciatura definitiva. Lavoro per riguadagnarmela”

ROMA – Tito Tebaldi è un giovane e talentuoso mediano di mischia italiano. Indossa nel week end la maglia delMontepaschi Aironi Rugby e per un anno e poco più ha indossato con continuità quella gloriosa della Nazionale italiana di rugby. Fu chiamato in azzurro per i test match di giugno del 2009 ed esordì il 13 dello stesso mese contro iWallabies australiani. Da quel tour in Australia e Nuova Zelanda riportò a casa una nuova acconciatura (fu rasato a zero) e incoraggianti giudizi da parte della “critica”. Gli fu chiesto di risollevare la mediana della nazionale italiana, senza dargli il tempo di adattarsi al grande livello. Passarono i mesi, si susseguirono veloci i test match autunnali, il torneo delle Sei Nazioni e il tour in Sudafrica, e qualche nube cominciò ad addensarsi sulla testa di Tebaldi.

Il numero nove è autore di prestazioni non incoraggianti ed è costretto a vedersela con chi, a torto o a ragione, gli imputa di essere uno dei meccanismi inceppati della Nazionale. Intanto esordisce in Magners League con la maglia degli Aironi, ma anche qui sembra opaco. A novembre, poi, il punto di rottura: Tebaldi viene mandato in Nazionale A e al suo posto arriva Gori, altrettanto giovane e promettente mediano di mischia del Benetton Treviso. “E’ la Nazionale– ricorda in un’intervista a Rugbryca – Non c’è tempo di capire come muoversi. Bisogna essere veloci ad imparare e veloci a garantire prestazioni e risultati. Se non sono stato brillante, probabilmente è stata la decisione giusta mettermi da parte per un momento. Spero solo per un momento.”

Nel frattempo le cose cominciano a cambiare, a partire dal suo club d’appartenenza. In panchina avviene l’avvicendamento tra Franco Bernini e Rowland Phillips, mentre nel ruolo di mediano d’apertura Ludovic Mercier lascia il posto al neozelandese James Marshall. Tebaldi torna ad essere il fulcro del gioco, come quando giocava nel Gran Parma, prende per mano la squadra e da questo momento avviene un’inversione di rotta. “E’ combaciata con il cambio dell’allenatore, ma è stato un caso perché eravamo noi giocatori a dover migliorare e non la società o il coach. Piuttosto aver avuto due settimane a cavallo dei Test Match per lavorare in pace credo sia stato un buon espediente per fare il punto della situazione e ripartire con più convinzione, senza avere immediatamente la verifica della partita.”

Parla da leader e dimostra di aver un’ottima capacità di discernere gli errori. Suoi e della squadra, cominciando da quelli commessi nel match con Treviso.
“Sappiamo di averlo perso stupidamente. E’ un derby, chiamiamolo così, che lascia molta amarezza perché siamo convinti che avremmo potuto fare meglio commettendo qualche ingenuità in meno.” Come il calcio girato per il pestone di Ongaro su Rouyet? “Una serie di atteggiamenti e di episodi dei singoli, come quello che riguarda Fabio (Ongaro, ndr), ma anche di gestione dell’intera partita da parte della squadra. Con un po’ più di accortezza il prossimo match potremmo portare a casa il primo risultato utile in Magners League.”

Il derby ha mostrato comunque un Tebaldi veramente in forma che si è preso l’onere di calciare. Gesto che gli appartiene da molto tempo “Ho cominciato a calciare già quando giocavo nella giovanili del Noceto e ho continuato a farlo nelle ultime due stagioni che ho giocato nel Gran. Agli Aironi c’era Ludovic Mercier che si incaricava di calciare, ma con la sua partenza sono tornato ad essere il calciatore della squadra.” Storia strana, per tanto tempo la Nazionale di Mallett è stata alla ricerca di un calciatore, perché a nessuno è venuto in mente di chiederlo a Tebaldi? “Bella domanda. In Nazionale ci sono gerarchie diverse, ci sono delle persone deputate a prendere queste decisioni. Di certo non è dipeso da me.” Ma parlare di Nazionale è come sfiorare un nervo scoperto “E’ passato un po’ di tempo(dall’esclusione di novembre, ndr), ma l’assenza della Nazionale mi ha lasciato un vuoto. Sto lavorando per migliorare come ho sempre fatto. Se prima lo facevo per mantenermi il posto adesso lo faccio per cercare di riguadagnarmelo. Penso e spero che non sia stata una bocciatura definitiva. Con lo staff azzurro ci siamo lasciati con determinate cose dette, adesso bisogna vedere se verrà mantenuta la parola data. Comunque, quella esclusione è arrivata in una maniera non troppo cruda.” E’ stata condivisa? “Condivisa non è certo il termine esatto, però mi è stata motivata dallo staff della nazionale con la necessità di provare altri giocatori. La nazionale è fatta anche per questo. E’ fuori dubbio che inizialmente io non l’abbia presa bene, ma questo è lo sport e succedono le stesse cose della vita. Siamo professionisti e questo fa parte del gioco.” A proposito di professionismo: giocare in Celtic ha innalzato il livello del rugby italiano? “Sono convinto sia stata la decisione migliore presa negli ultimi anni dalla Federazione. I risultati di club, e di riflesso nella nazionale, non possono essere tanti dopo appena due mesi dal calcio d’inizio del debutto in Celtic. Ma vi assicuro, vivendolo in prima persona, che stiamo crescendo di giorno in giorno.”

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