Ilva. E’ giunta l’ora X. Oggi scade l’ultimatum

TARANTO – Al momento non si registrano tensioni all’Ilva di Taranto. Oggi, infatti, scatta la cosiddetta ora X, ovvero l’avvio delle operazioni di spegnimento degli impianti per porre fine all’inquinamento, come disposto dalla Procura.

L’Ilva, dal canto suo, ha assicurato che lo stop  non provocherà personale in esubero perchè i 942 addetti saranno tutti ricollocati nella fabbrica e molti anche nel risanamento dello stesso impianto, ma soprattutto il fatto che Bruno Ferrante, presidente dell’Ilva, abbia messo a disposizione dei custodi il personale tecnico che servirà per tutte le fermate, hanno un pò depotenziato la scadenza odierna.

Tuttavia la preoccupazione per gli 11.500 lavoratori, ai quali bisogna aggiungere pure l’indotto, rimane.

Oggi non partiranno denunce alla Procura per omissioni, perchè l’azienda ha dato dei segnali e dichiara di voler recepire l’ultima direttiva dei custodi giudiziali, quella notificata sabato scorso, e che dava appunto cinque giorni, con scadenza oggi, per avviare le operazioni di spegnimento. L’unico punto che andrà chiarito riguarda l’altoforno 5 dove custodi e azienda sono attestati su tempi diversi, con i primi che ne chiedono lo spegnimento immediato dopo l’altoforno 1 e la seconda che per ora ha solo affidato alla società Paul Wurth lo studio preliminare dei disegni tecnici dell’impianto e piazzato la fermata e il rifacimento dello stesso altoforno 5 tra metà e fine 2015.
Ieri, incontrando Ferrante, i sindacati hanno posto il problema di come due anni e mezzo di attesa per l’altoforno 5 siano troppi e che questo rischia probabilmente di provocare un intervento specifico della Procura, anche se l’Ilva ha poi detto che solo che dopo Paul Wurth avrà completato la fase preliminare si potrà parlare meglio di tempi e che comunque per approvvigionarsi di tutti i materiali impiantistici e tecnologici che servono all’Afo 5, il più grande d’Europa, servono due anni. Divisi sui tempi, sindacati e Ilva sono tuttavia uniti su un punto fondamentale, ovvero che l’altoforno 5 non può fermarsi a partire da ora, contestualmente all1, perchè se così fosse la fabbrica sarebbe costretta a chiudere e gli esuberi, non più ricollocabili, sarebbero diverse migliaia.

Nel frattempo c’è attesa per l’Aia, ovvero l’Autorizzazione integrata ambientale all’Ilva. Oggi terminerà il lavoro istruttorio dei tecnici, dopodichè il provvedimento andrà in conferenza dei servizi per l’ultimo esame e quindi alla firma del ministro Corrado Clini. Tra i punti fermi dell’Aia, la limitazione produttiva a 8 milioni di
tonnellate di acciaio sin quando il risanamento del siderurgico non sarà stato completato e l’intervento su tutte le emissioni nocive nell’aria. Stop, poi, all’uso del pet-coke,
potenziamento dei controlli e dei monitoraggi, interventi per la depolverazone negli altiforni e soprattutto copertura del parco minerali, diventato, per le polveri  siderurgiche che inondano il vicino rione Tamburi nei giorni di vento, un pò la questione simbolo. L’Ilva aveva annunciato di aver affidato per la copertura uno studio di fattibilità e che la risposta sarebbe arrivata in 15 mesi, l’Aia invece chiede invece per il parco primario, che è il più esteso, il progetto esecutivo in tre mesi dal 30 ottobre prossimo e la copertura in tre anni.

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