Nel pomeriggio Cioni abbandona la protesta
L’AQUILA – Una protesta eclatante a favore dei piccoli commercianti che lavorano a L’Aquila e nei paesi del cratere è stata messa in atto stamani dal direttore di Confcommercio L’Aquila Celso Cioni che si è barricato nel bagno della filiale di Bankitalia in piazza Duomo.
Con sè ha una tanica di benzina e un accendino e minaccia di darsi fuoco se il governo non rivedrà «le condizioni del sistema bancario, almeno nei paesi del cratere e della città che è ancora militarizzata», come è scritto in una mail.
L’estrema protesta è a sostegno dei piccoli commercianti della città, «costretti dal terremoto a lasciare i proprio negozi senza ottenere alcun sostegno», afferma Cioni annunciando anche l’inizio di uno sciopero della fame e della sete. «Se verranno forzate le porte del bagno dove sono barricato, ho con me benzina e accendino – avvisa Cioni – Lo faccio per lanciare il grido di dolore dei piccoli commercianti di questa martoriata città, costretti dal terremoto a lasciare i propri negozi senza ottenere alcun
sostegno e, facendo debiti, si sono ricollocati alla meglio e sono disperati e con le banche che li tengono quotidianamente sotto pressione». «Molti commercianti – scrive Cioni – sono esasperati e ricorrono a medici e psicologi o a psicofarmaci per sostenere questo stato di cose di cui non hanno colpe. Come sapete ci sono casi di suicidi. Per questo inizio sciopero della fame e della sete e domando se qui possono applicarsi le stesse regole di luoghi dove non è successo nulla. Basta con questa situazione che non meritiamo», conclude Cioni.
Sul posto sono intervenuti successivamente i carabinieri. Cioni però si è rifiutato di uscire: “Voglio ottenere qualche iniziativa concreta per uscire da questa situazione. Sono consapevole che rischio l’arresto, ma per un motivo giusto non ho timori. Questa è una giusta causa per migliaia di persone”. Cioni ha detto ai carabinieri di uscire dall’antibagno: “Altrimenti finisce male” ha detto. Il direttore di Confcommercio vuole l’impegno del governo per regole straordinarie che diano ossigeno al credito bancario nei confronti negli imprenditori del territorio stremati dalla crisi. “Chiediamo uno status particolare per sostenere il sistema delle piccole imprese”.
Sull’episodio è intervenuto il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli: “Avevamo previsto che la crisi avrebbe continuato a produrre i suoi effetti fortemente negativi su famiglie e imprese anche per larga parte del 2014”. Sangalli sottolinea che «non avremmo mai voluto assistere» al riproporsi «di episodi disperati ed estremi da parte di tanti imprenditori che, schiacciati tra la crisi e la riduzione del credito, sotto il peso di una pressione fiscale insostenibile, e dei ritardi dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni, non riescono a continuare l’attività». Secondo Sangalli «il Governo e la politica tutta oltre a non aver ancora risolto i problemi strutturali dell’economia, stanno facendo troppo poco per restituire fiducia a famiglie e imprese vista l’assenza di un progetto credibile di ripresa economica e sociale». Gesti come quello del direttore di Confcommercio o come quello del commerciante milanese che ieri si è tolto la vita, «confermano, dunque, ancora una volta, l’assoluta urgenza di misure per sostenere l’economia reale e mettere le imprese, soprattutto quelle che vivono di domanda interna come quelle dei servizi e del terziario di mercato, in condizione di poter lavorare – conclude Sangalli – in maniera più semplice, più competitiva e meno onerosa e contribuire, così, al rilancio del Paese. Verso il pomeriggio Cioni ha interrotto la protesta ed è uscito evitando accuratamente i giornalisti che chiedevano maggiori spiegazioni sul suo gesto.