Polmonite e diarrea uccidono 1,4 milioni di bambini l’anno

ROMA  – La polmonite e la diarrea insieme, ogni anno, uccidono 1,4 milioni di bambini, la maggior parte dei quali vive in paesi a basso e medio reddito. Circa 34 milioni di bambini, dal 2000, sono morti per polmonite e diarrea.

Secondo un nuovo rapporto Unicef lanciato oggi, senza un ulteriore investimento nelle misure principali di prevenzione e trattamento, altri 24 milioni di bambini moriranno per queste cause entro il 2030. La polmonite, in particolare, rimane la malattia infettiva che causa il piu’ alto numero di morti fra i bambini sotto i cinque anni, nel 2015 e’ costata la vita a circa un milione di bambini – quasi un bambino ogni 35 secondi- piu’ di malaria, tubercolosi, morbillo e AIDS messi insieme.

Queste morti infantili si verificano nonostante il fatto che entrambe le malattie siano ampiamente prevenibili attraverso soluzioni semplici e convenienti, come l’allattamento esclusivo al seno, la vaccinazione, un’assistenza sanitaria di base di qualita’ e una riduzione dell’inquinamento domestico. Circa la meta’ di tutte le morti per polmonite fra i bambini sono collegate all’inquinamento atmosferico, un fatto che, secondo l’Unicef, i leader mondiali dovrebbero tenere a mente durante le discussioni sul cambiamento climatico in corso per Cop 22 (la Conferenza Onu sul clima che si terra’ a Marrakech dal 15 novembre). “Abbiamo visto chiaramente che l’inquinamento atmosferico, legato al cambiamento climatico, sta danneggiando la salute e lo sviluppo dei bambini, causando polmonite e altre infezioni respiratorie”, ha dichiarato Fatoumata Ndiaye, Vice Direttore esecutivo dell’Unicef. “Due miliardi di bambini vivono in aree in cui l’inquinamento atmosferico esterno supera le linee guida internazionali, di conseguenza molte persone si ammalano e muoiono. L’incontro dei leader mondiali a COP22 puo’ aiutare a salvare le vite dei bambini con impegni concreti per ridurre l’inquinamento atmosferico collegato al cambiamento climatico e con investimenti sulla prevenzione e sulla sanita’”, ha continuato Ndiaye. 

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