Venezia 72. Un “attore” per Vasco. Intervista a Gianluca della Valle

In occasione del lancio del trailer de “Il decalogo di Vasco”, abbiamo intervistato uno dei protagonisti del film-documentario sulla rockstar italiana 

LIDO DI VENEZIA (nostra inviata) –  Gianluca della Valle ha 43 anni. Da venti lavora con il team di montaggio del TG1. Dopo la Scuola di Cinematografia e Televisione Roberto Rossellini a 23 anni entra a far parte dell’azienda RAI e subito affronta la parte più difficile del suo lavoro: viene inviato in Albania a Tirana per il colpo di Stato, poi in Turchia per l’arresto di Ocalan, a Tiro in Libano per i bombardamenti, a New York per l’attacco alle Torri Gemelle e a Nassiriya per la strage degli italiani. Ha seguito due mondiali di calcio e le Olimpiadi a Sidney.


Da 15 anni, con il giornalista Vincenzo Mollica, è ai festival internazionali di cinema di Cannes, Venezia e Roma oltre al Festival di Sanremo. Ha montato migliaia di servizi per il telegiornale, molti TV7 e Speciale TG1, tra questi ultimi, ben 7 sono stati realizzati su Vasco Rossi. Oggi Gianluca della Valle ha realizzato un sogno: ha lasciato per un momento l’oscurità della sala montaggio, e le immagini che vi scorrono dentro, ed è entrato a far parte delle immagini stesse, partecipando in veste di attore coprotagonista al film-documentario “Il Decalogo di Vasco”, che sarà presentato a Venezia l’11 settembre dallo stesso Vasco Rossi in un attesissimo incontro con il pubblico e la stampa.

D. In attesa di scoprire il Vasco-pensiero, abbiamo chiesto in anteprima, a Gianluca della Valle di raccontarci la sua nuova avventura professionale.


G.D.V “Sono cresciuto, come tanti della mia generazione, con le canzoni di Vasco. Ci piaceva perché lui rompeva gli schemi e senza sofismi arrivava dritto dentro il nostro sentire. Grazie al mio lavoro ho avuto la fortuna di lavorare sulle sue immagini, le interviste rilasciate e i video delle sue canzoni. Attraverso il montaggio, in questi anni, ho potuto apprezzare particolari inesplorati prima…  e così Vasco è diventato un po’ più mio”.

D. Com’è nata l’idea del “Decalogo”?

G.D.V “Per gioco. Io e il mio amico Fabio Masi, che è poi il regista del film, siamo andati, da fan, alla presentazione del suo album “Sono innocente” al Madimax di Bari. Lì abbiamo trovato una sagoma in cartone di Vasco a grandezza naturale, l’abbiamo…”rubata”, ce la siamo messa in macchina sul sedile posteriore, come una persona vera, e siamo ripartiti per Roma. Una situazione surreale. In viaggio abbiamo parlato, scherzato e cantato con la sua sagoma. E se questa fosse qualcosa di più? Per esempio la sua anima?
Praticamente gliel’avevamo rubata! Non restava che farla parlare davvero. 
E così è stato! Il cartone ha preso vita. Il resto lo vedrete nel film.

D. Si direbbe un documento prezioso…

G.D.V “Ne sono certo! Nel “Decalogo” c’è la sua filosofia di vita e di artista. È Vasco stesso a  parlare, il suo Io profondo che, nel film, discetta sull’uomo, sulla vita, sul mondo e sulla musica”.

D. Cosa ti ha più colpito?

G. D. V “Ha detto che…è bello stare in mezzo alla natura perché la natura non ti giudica…Ecco vedi, lui ha una capacità di sintesi straordinaria nel tradurre i pensieri in parole. Come i poeti, del resto.

D. Al Festival di Venezia dove sarai? Al montaggio o in passerella?

G.D.V “Sarà una lotta contro il tempo! Dovrò essere in entrambi i posti: prima con Vasco sul red carpet, poi di corsa in redazione per montare il tg1 delle 20.00 su questo evento. Poi di nuovo in sala con Vasco per il suo incontro con il pubblico prima che inizi il film, ed infine, sempre di corsa, dovrò tornare in redazione per montare con nuove immagini il servizio della notte. Insomma…entro ed esco dal film, dalla notizia, dall’evento…

D. Un tour de force…

G.D.V “Che però sono felice di vivere. Un’emozione di quelle che ti porti dentro per sempre e che a Venezia condividerò con i colleghi, gli amici e la mia famiglia. E ringrazio fin da ora tutti coloro che hanno sempre avuto professionalmente fiducia in me.”

D. Cosa ami di più del tuo lavoro?

G.D.V “Poter trasmettere emozioni con le immagini. Montare una sequenza che racconti una storia, breve o lunga che sia, seguendo un mio criterio artistico della narrazione volto a toccare la sensibilità di chi guarda.  Il regista Eric Rohmer ha detto che…l’inquadratura è l’immagine dove dentro scorre il tempo…Questo cerco di non dimenticarlo mai.”

D. Da 15 anni lavori con Vincenzo Mollica…un sodalizio!

 
G.D.V “A Mollica devo tutte le mie esperienze più importanti, sia professionali che umane. Mi ha trasmesso molto del suo rigore nel lavoro. Lo considero un fratello maggiore”. 

D. Per tornare a Vasco, se questi fosse un film…quale sarebbe?


G. D. V “Di sicuro un film Fuori Concorso…lui è un outsider per antonomasia”.

D. E la sua canzone che preferisci?

G.D.V Ne amo molte, ma la mia canzone è “Un senso”. Tutti noi cerchiamo un senso alla nostra vita. È una ricerca antica. Non c’è una ricetta…Ognuno ha il suo decalogo…”

Il decalogo di Vasco – Trailer minimale

 

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