Pensione anticipata? Obbligo di stipulare prestito con banca

ROMA – Chi vorra” andare in pensione tre anni prima di raggiungere la pensione di vecchiaia dovra” stipulare un prestito con una banca, garantito dallo stato e veicolato dall’Inps, che provvederà ad anticipare l”assegno netto per gli anni che mancano, da restituire in vent”anni attraverso una rata che incidera” sull”assegno di pensione.

Una rata che in alcuni casi , soprattutto quelli totalmente ”volontari”, potrebbe arrivare fino al 15% dell”importo mensile. Possibile poi una detrazione fiscale del rateo che aumenterebbe in percentuale per alcune categorie di pre-pensionati, soprattutto quelli piu deboli. E” questa l”ipotesi sperimentale per tre anni, dal 2017 al 2019 offerta ai lavoratori della classe ”51-”55 che il governo ha messo sul tavolo del confronto con Cgil Cisl e Uil e illustrata dal sottosegretario alla Presidenza, Tommaso Nannicini. “E” stato un confronto positivo e concreto”, spiega al termine dell”incontro.

“Per arrivare ad un dibattito su basi concrete abbiamo previsto un anticipo pensionistico per cui a x anni dalla pensione di vecchiaia il lavoratore chiede all”Inps di accedere ad uno strumento finanziario di un istituto di credito per coprire il reddito, anche al 100%”, spiega Nannicini. Un prestito dunque da restituire in 20anni per il quale pero” “non serviranno garanzie reali, non coinvolgera” gli eredi e non incidera” sulla reversibilita””, chiarisce ancora Nannicini. Ma il “punto focale” della proposta del governo sta soprattutto nel capitolo detrazioni fiscali. “Abbiamo previsto un intervento con cui aiutare chi ha avuto accesso all”ape a ridurre i costi”, spiega piu” volte. Un sistema questo che sara” calibrato diversamente a seconda della platea interessata. “Se la rata incidera” per il 5% la detrazione fiscale potra” aggirarsi intorno alla meta”, al 2,5%”, dice. Ma per un disoccupato di lungo periodo sara” lo Stato a farsi carico del”ammortamento del prestito e del capitale cosi” come in caso di ristrutturazioni aziendali saranno le imprese a farsi carico della rata. “In una parola le detrazioni fiscali avranno costi diversi e platee diverse”, sintetizza ancora Nannicini che ribadisce come la proposta del governo “non risponde alla volonta” di creare fantasiosi strumenti finanziari ma alla necessita” del rispetto dei vincoli di bilancio”. Una soluzione, quella individuata dal governo che toglie dal tavolo le penalizzazione inizialmente ipotizzate. “Non ci sarà nessuna penalizzazione ma solo una rata di ammortamento (inclusi gli interessi) e non una rata più la penalizzazione. L”ammortamento è una soluzione equa”, conclude.

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