Si rafforza il Mercosur

Nasce la quinta potenza economica mondiale. Ma i media italiani non se ne accorgono.

Sempre più infognati tra spread e nascite di nuovi poli, politici pochissime righe sono state dedicate a raccontare cosa accade dall’altra parte dell’oceano, a Brasilia. Dove ieri è stato ratificato l’ingresso del Venezuela nel Mercosur. Un’entrata strategicamente fondamentale nel Mercato Comune del Sud che rafforza il blocco commerciale sia quantitativamente che qualitativamente. Con il Venezuela si aggiunge infatti un’economia di dimensioni leggermente superiori alla Svezia; un nuovo membro con una stima del PIL in 397.000 milioni di euro che porta il Mercosur ad avere un PIL di 3.635 miliardi (82,3% del PIL totale del Sud America), una superficie di quasi 13 milioni di chilometri quadrati e più di 270 milioni di abitanti, vale a dire che sette su dieci sudamericani saranno cittadini Mercosur.

Il quinto posto dietro gli Stati Uniti, la Cina, l’India e il Giappone, e nettamente al di sopra della Germania. “La quinta potenza del mondo” ha detto la presidente del Brasile Dilma Rousseff, sesta se includiamo l’Unione Europea, e, ha commentato l’argentina Cristina Kirchner, “l’incorporazione del Venezuela chiude l’equazione di ciò che sarà il XXI° secolo: energia, minerali, alimenti, scienza e tecnologia”. Hugo Chavez, venezuelano, ha qualificato questo spazio commerciale come “la più grande locomotiva che esiste per preservare l’indipendenza e accelerare lo sviluppo dell’America Latina”. E José Mujica, uruguyano, ha dichiarato che: “Mai nella storia abbiamo avuto una possibilità come questa di essere liberi: è ora o mai più e la sfida è enorme.”

Qualitativamente parlando, l’incorporazione del Venezuela significa integrare in un paese che, secondo l’ultimo annuario dell’OPEC , ha le maggiori riserve accertate di petrolio al mondo includendo quelle in profondità. Inizia, quindi, una fase nuova e decisiva, in cui ad un gruppo di produttori di generi alimentari del Sud America e, nei casi di Argentina e Brasile, i titolari di una significativa base industriale e risorse minerarie importanti, si aggiunge una potenza petrolifera del pianeta. E si crea così un spazio economico integrato armonioso ed equilibrato che sarà uno strumento utilissimo a fronteggiare l’attuale crisi globale.

L’ingresso del Venezuela è inoltre una grande sconfitta per la diplomazia statunitense e ha quindi un straordinario significato dal punto di vista politico. Dopo il fallimento dell’ALCA nel vertice di Mar del Plata, nel 2005, l’isolamento politico ed economico del Venezuela era infatti uno dei principali obiettivi strategici degli USA, supportati negli anni dal senato paraguayano che vetava, da 6 anni, ogni possibilità di ingresso del paese nel Mercosur. Il golpe ai danni di Lugo e la conseguente sospensione del Paraguay dal Mercato comune del Sud hanno invece accelerato il processo di integrazione lasciando gli USA con un palmo di naso.

Le sfide future di questo nuovo blocco, oltre alla necessità di creare strumenti e istituzioni che vadano nella direzione di una maggiore istituzionalizzazione dei rapporti tra i membri del Mercosur, sono quelle di un rafforzamento di altri ambiti oltre a quello economico, come quello sociale, del lavoro, dell’istruzione. Questo darà ai movimenti sociali e popolari, e alle forze politiche, un’eccellente opportunità di esprimere le proprie richieste e fare pressione sui governi perché adottino senza indugio le politiche necessarie affinché il Mercosur non sia solo un accordo diretto a espandere i mercati e ridurre i costi operativi delle grandi imprese ma diventi un progetto di integrazione al servizio dei cittadini. “Non si tratta di essere i più ricchi del pianeta, ma i più felici” ha detto il presidente uruguayano Josè ‘Pepe’ Mujica.

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