Iran. Negata visita Ahmadinejad a prigione Evin. E’ scontro tra presidenza e Magistratura

TEHERAN  – La magistratura iraniana ha bocciato la richiesta del presidente, Mahmoud Ahmadinejad, di visitare la famigerata prigione di Evin, definendo inadeguata la tempistica della richiesta; e il rifiuto del permesso di ingresso è un altro segno della tensione che sta segnando i rapporti tra la presidenza iraniana e la magistratura, controllata dai radicali vicini alla Guida Suprema, l’ayatollah Ali Khamenei.

«Poichè siamo in un momento particolare e le priorità del Paese sono l’economia e le condizioni di vita del popolo, tutte le autorità dovrebbero concentrarsi nella soluzione dei problemi-chiave…. e la visita a una prigione non è tra queste», ha stabilito il procuratore capo, Gholam Hossein Mohseni Ejeie; e poi ha aggiunto: «Sono trascorsi sette anni di presidenza Ahmadinejad e non era stata fatta alcuna richiesta in tal senso finora».

Mohseni Ejeie, che è anche il portavoce della magistratura, ha dunque ipotizzato che l’improvviso interesse del presidente per Evin sia dovuto a «una presenza (tra le mura dell’Hotel Evin, come è concosciuto il carcere tra i dissidenti) legata al governo», evidente allusione al consigliere stampa del presidente, Ali Akbar Javanfekr. Direttore dell’agenzia ufficiale Irna e del quotidiano del governo Iran, Javanfekr è stato arrestato a settembre (quando Ahmadinejad era a New York per l’Assemblea Generale dell’Onu) e spedito a Evin, dopo una condanna a sei mesi per aver pubblicato materiale considerato offensivo per la morale islamica. Il braccio di ferro ha avuto ripercussioni in pubblico, perchè Ahmadinejad e il suo entourage hanno accusato i giudici di farsi manipolare a fini politici; e la magistratura ha accusato Ahmadinejad di voler violare la separazione dei poteri.

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