La Svizzera sempre più ermetica. Confini chiusi per tutti, italiani compresi

Immigrazione, estesa la clausola di salvaguardia. Varrà per 12 mesi. Esulta la destra elvetica

BERNA – Il Governo elvetico non lascia ma raddoppia sul tema immigrazione. E’ quanto trapelato ieri da Berna, dove si discuteva sull’applicazione della clausola di salvaguardia in tema di libera circolazione di persone in Svizzera. In sostanza si è deciso di concedere permessi di soggiorno col contagocce a tutti i Paesi Ue per impedire che l’eccessiva affluenza dei cittadini Ue porti il mercato del lavoro interno al collasso. Un trend ermetico che non rappresenta una novità né tanto meno violazione dei trattati di salvaguardia stipulati tra i rosso-crociati e l’Unione Europea. Già nello scorso anno la Svizzera aveva chiuso l’uscio per i cittadini provenienti da Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Repubblica ceca. Ma alla vigilia della scadenza della reintroduzione dei contingenti nei confronti dei paesi che vengono chiamati Ue-8 l’esecutivo ha deciso la riconferma e l’estensione verso i Paesi Ue-17 (L’Italia e tutti i membri storici dell’Unione più Cipro e Malta). Uno schiaffo in piena regola all’Europa dei Popoli, con la quale la Svizzera ha in cantiere la ridiscussione degli accordi tra cui quelli fiscali.

La reazione della Commissione non si è fatta attendere. «Mi rammarico della decisione del Governo svizzero di continuare le limitazioni quantitative adottate l’anno scorso alla libera circolazione dei cittadini dell’Unione europea che sono cittadini di otto Paesi membri, e di estendere queste restrizioni anche ai cittadini degli altri Stati membri» è stato il comunicato in tre lingue di Catherine Ashton, L’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione, che rimane il primo partner commerciale per tutti i suoi cantoni.

“La limitazione a circa 2.180 permessi per gli Stati dell’Ue-8 e a circa 53.700 permessi per gli Stati dell’Ue-17 varrà per un anno”, precisa Berna. Non saranno invece introdotte restrizioni per i permessi di breve durata. Attivare la clausola di salvaguardia “non è un atto ostile verso l’Ue”, ha rassicurato la ministra di giustizia e polizia Simonetta Sommaruga, annunciando l’attesa decisione in una conferenza stampa. “Siamo amici e lo resteremo”, ha aggiunto tendendo la mano a Bruxelles. “Il governo è favorevole alla libera circolazione delle persone, ma ha deciso di utilizzare questa opzione prevista dagli accordi, prendendo in considerazione sia la politica interna che quella estera”.

Ma sul tema si è riacceso il dibattito interno. Esulta la destra, più cauti gli altri partiti. La Lega dei Ticinesi accoglie con parziale soddisfazione la decisione ma per il movimento, ma “non è la panacea per i gravi problemi che incontrano i ticinesi a causa della libera circolazione delle persone. Si sa che questo partito faccia dell’immigrazione italiana, e dei transfrontalieri la vera battaglia politica. I verdi parlano di “Una buona decisione, anche se sono consapevole che gli effetti concreti saranno limitati”. Di segnale politico per dare un contentino alla destra parlano i socialisti ticinesi.

Va detto che queste misure saranno in vigore solo per un altro anno. Dopo sarà impossibile l’ulteriore proroga del provvedimento, che tuttavia va detto non riguarda in transfrontalieri, i pendolari che si recano in Svizzera per lavoro ma che la sera tornano in patria. Ma sicuramente la questione va a complicare tutte le trattative tra le cancellerie europee e Berna sul tema di collaborazione sulle informazioni bancarie e fiscali. Per quanto riguarda l’Italia i negoziati per un accordo di trasparenza ai fini della tassazione dei redditi transfrontalieri di natura finanziaria è bloccato dallo stallo politico. Ma da lì potrebbero arrivare un sospiro di sollievo per le casse dello Stato.

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