Portogallo. Altri aiuti in arrivo. Bruxelles prepara un nuovo piano

LISBONA – Nuove tranche di aiuti a termine di quelli in scadenza il prossimo anno . La crisi in Portogallo non stenta a mollare la presa, tanto che alti dirigenti comunitari avrebbero riferito di frequenti contatti tra Bruxelles e Lisbona per issare una diga di credito ulteriore a quello che attualmente i fondi europei hanno in programma per risollevare i lusitani dalla crisi.

Si tratterebbe blande iniezioni di capitali che servirebbero a prevenire altre crisi. Una sorta di stampella per i momenti cupi in vista del ritorno alla normalità. Tutti piani che saranno delineati per bene nei prossimi mesi, ma che sono necessari in virtù di una situazione tutt’altro sulla via della guarigione.

Il Portogallo fatica a vedere la luce in fondo al tunnel: dopo 5 anni di crisi e dopo le iniezioni di liquidità concesse dalla Troika dietro compenso di manovre lacrime e sangue, austerity, privatizzazioni ha ancora i conti in disordine. Un debito che sfiora il 120% del Pil. Il tasso di disoccupazione che è cresciuto al 20%. Poco meno della metà di quella giovanile (42,1%). Tutti motivi che hanno portato nei giorni scorsi alla crisi dio governo che ha portato alla dimissioni del ministro dell’economia Vitor Gaspar. La sua sostituzione indigesta e celerissima con Maria Luís Albuquerque ha causato le dimissioni del ministro degli Esteri portoghese Paulo Portas e una crisi di governo. Questo perchè non si sarebbe trattato di una rottura con le misure di austerity volute dall’Europa. Austerity succeduta ad austerity nelle interpretazioni di Portas. Ma questa dimissione ha rappresentato ben più di una mera anticamera di un ulteriore rimpasto: Portas rappresenta l’apice del partito del Partido do Centro Democrático Social – Partido Popular (CDS-PP), che assieme al Partito Socialdemocratico (PSD) di Passos Coelho rappresenta l’alleanza del traballante governo lusitano guidato proprio da Coelho. Tutte questioni che hanno fatto dell’esecutivo portoghese il grande anello debole dell’Eurozona. Con conseguente crisi sui mercati. Storie già viste e sentite.

Stessa sorte potrebbe toccare all’Irlanda. Ma le notizie portoghesi aprono certamente due scenari: in primis, positiva, che l’Europa è pronta a dar sostegno a Lisbona e non lascerà solo Passos Coelho durante la crisi. In seconda battuta, negativa, che l’austerity non paga e che i le ricette della Troika, così come in Grecia hanno portato solo a misure di inquietudine sociale, ribellione e di instabilità. In questo senso, in prospettiva di un cambiamento di marcia e di segno, saranno determinanti le elezioni tedesche del prossimo 20 settembre. Da lì in poi, con possibili allentamenti delle manovre di austerity che potrebbero dare boccate di ossigeno all’economie dei paesi più in crisi potrebbero uscire nuove prospettive. E forse quanto trapela dai vertici Europei può essere considerato un segnale in tal senso. 

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