Snowden pronto a chiedere asilo temporaneo alla Russia

MOSCA – Edward Snowden chiederà asilo politici temporaneo alla Russia. E’ quanto si evince dell’incontro tra la gola profonda del caso Datagate e gli attivisti internazionali, avvenuto all’aeroporto Sheremetyevo di Mosca alle 17 ora locale (le 15 in Italia).

Il cambio di rotta nella strategia dell’ex tecnico informatico della Cia è stata annunciata dall’attivista Tatiana Lokshina dell’Ong Hrw. “Lui vuole restare qui, per ora non può andare in America Latina” le parole utilizzate dalla donna.

A conti fatti si tratta di un parziale ripensamento per Snowden. Nelle 21 richieste di asilo politico inviate dalla zona di transito dell’aeroporto moscovita non figurava infatti la Russia. Questo in virtù delle pre-condizioni ventilate da Putin in quei giorni: ossia che Snowden smettesse di divulgare informazioni lesive per gli “alleati” americani. Una condizione che, per usare un eufemismo non entusiasmò il 29enne americano che scartò dapprincipio la soluzione russa alla sua situazione.

Ma da quei giorni in poi qualcosa è cambiato. L’incidente diplomatico accorso al suo “estimatore” Evo Morales, durante il volo di ritorno proprio dalla Russia, dove aveva manifestato al quotidiano “Russia Today” la disponibilità ad ospitarlo ha di fatto evidenziato uno scenario geopolitico di difficile superamento: la mancanza di disponibilità dello spazio aereo per raggiungere il Sudamerica. Il continente dove l’attivista americano ha riscosso 3 disponibilità di asilo: quella della Bolivia, del Nicaragua e del Venezuela di Maduro. Così in attesa che il giovane possa raggiungere i suoi nuovi alleati, sarà costretto a cucirsi la bocca e a intraprendere le trattative con Mosca, per un asilo temporaneo.

Dalle parti del Cremlino, infatti, nel far sapere di non aver ha ancora ricevuto nessuna richiesta da parte di Snowden hanno tenuto a precisare che le condizioni per l’accettazione della richiesta restano le stesse. Questo almeno quanto ha detto Dmitri Peskov, il portavoce di Putin, secondo quanto citato dalle agenzie russe. “Se le notizie corrispondono alla verità, per noi come punto di partenza restano le dichiarazione fatte da Putin”.

Detto questo ci sono da registrare le dichiarazioni del ministro della giustizia americana Alexandr Konovalov, che ha detto di non aver ravvisato alcuna violazione nelle nuove dichiarazioni di Snowden con gli attivisti. “Non c’è nessuna violazione dei diritti russi né tanto meno in quelli internazionali” le parole di Konovalov.

E in effetti le dichiarazioni di Snowden, mitigate dagli esperti attivisti e avvocati presenti all’incontro non sono sembrate esplosive. Se non per quanto riguarda l’ammiccamento ai suoi nuovi alleati sudamericani. Il riferimento è sempre allo stop che ha subito il presidente boliviano Evo Morales, costretto da Portogallo, Francia, Spagna e Italia a sostare per 13 ore all’aeroporto di Vienna, per il sospetto che all’interno del veicolo fosse presente proprio lui. Quanto accaduto “costituisce una minaccia non solo alla dignità dell’America Latina o alla mia sicurezza. Quanto piuttosto al diritto elementare di una persona di vivere senza persecuzioni” le parole per descrivere l’accaduto da parte di Snowden. Le prime dopo il suo abbandono di Hong Kong. Parola “persecuzione” utilizzata anche per descrivere l’operato del governo degli Stati Uniti nei suoi confronti. A suo dire finalizzato ad impedirgli di richiedere il diritto di asilo. Ma se così non fosse, mancherebbero i requisiti stessi della richiesta di rifugiato politico. Tutto nella “norma”, quindi.

Per il resto sono state tutte frasi verso la conciliazione e alla rassicurazione, soprattutto indirizzate ai russi dei buoni propositi futuri. Tra gli appoggi a Snowden quelli di Amnistia Internazionale, che ha ribadito il suo appoggio al ragazzo. “Le dichiarazioni di Snowden sono chiaramente di interesse pubblico” motivo per cui le sue azioni “sono giustificate”. “Gli Stati Uniti si stanno facendo beffa delle leggi internazionali. La libertà di espressione è un diritto fondamentale”.

Mentre per quanto concerne le dichiarazioni degli esperti legali sono tutte da considerarsi positive in vista dell’accettazione dell’asilo russo. Secondo l’avvocato Guénrij Reznik, uno dei più noti avvocati russi, Snowden “ha diritto a ricevere asilo in Russia in quanto in linea con i criteri stabiliti dalla costituzione russa”. Anche “per il timore di vedere l’aereo su cui dovrebbe viaggiare costretto ad atterrare là dove non vorrebbe trovarsi”. Queste almeno alcune delle dichiarazioni dei presenti tra cui si annovera Inna Jadzhíyeva di “Human Rights Watch”; Mijaíl Krasnov, di “Transparenza Internazionale, Serguéi Nikitin, di Amnistia Internazionale e Vladímir Lukin. Tra i presenti anche il nipote di il nipote di Viaceslav Molotov, uno dei più stretti collaboratori di Stalin, oggi militante nel nel Pcus e deputato del partito “Russia Unita”. Ma sicuramente le dichiarazioni più attese e quelle più importanti nella giornata sono quelle rilasciate da Viaceslav Nikonov, secondo cui Snowden non intende più danneggiare gli Usa. “Ha detto di essere a conoscenza di questa condizione e che può accettarla facilmente”. Snowden “ha detto di aver già raccontato tutto quello che sapeva e che non intende danneggiare gli Usa dato che è un patriota del suo Paese”.

E gli americani? Voci parlano di una imminente telefonata tra Obama e Putin. Si immagina che la conversazione toccherà temperature elevatissime. Sullo stile di quanto avvenuto nelle esternazioni del Dipartimento di stato americano, per nulla intenzionato a cambiare linea nei confronti degli alleati della talpa Snowden. Da Washington hanno di fatto intimato alla Russia di non concedere asilo all’ex tecnico della Cia perchè altrimenti “nascerebbero problemi” nelle relazioni tra Washington e Mosca. Disappunto anche per aver concesso a Snowden di fare quella che è stata una sorta di conferenza stampa.

 

 

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