Siria. Via libera a ispettori Onu su attacco chimico. Hollande, abbiamo le prove

DAMASCO – Il governo siriano ha autorizzato gli ispettori delle Nazioni Unite a recarsi nei siti in cui vi sarebbe stato un attacco chimico che ha ucciso centinaia di civili.

«È stato raggiunto un accordo nel corso della visita del rappresentante dell’Onu per il disarmo, Angela Kane -afferma una nota del ministero degli Esteri- che consentirà al team guidato dal professor Aake Sellstroem di indagare sulle notizie che riferiscono i un utilizzo di armi chimiche nei sobborghi di Damasco» L’accodo, prosegue la nota, «ha effetto immediato».

Nel frattempo il presidente francese, Francois Hollande, ha affermato che c’è «un corpo del reato che indica che mercoledì a Damasco c’è stato un attacco di natura chimica e tutto porta a ritenere che il regime di Bashar
al-Assad sia responsabile di questo atto abominevole». In un comunicato diffuso dall’Eliseo, Hollande ha chiesto che agli ispettori dell’Onu sia consentito un accesso immediato e illimitato ai sobborghi di Damasco in cui sarebbe avvenuto l’attacco con il gas nervino.  Hollande ha avuto un colloquio telefonico con il premier britannico, David Cameron, con cui ha convenuto sulla condanna «senza riserve» dell’uso di armi chimiche in Siria e ha
concordato di consultarsi «il prima possibile» per decidere la risposta da dare a «questo atto intollerabile». Il titolare dell’Eliseo ha sentito anche il premier australiano, Kevin Rudd.

Intanto la Lega Araba ha convocato per martedì una riunione «urgente» per discutere dell’attacco chimico che in Siria ha ucciso centinaia di civili. I delegati della Lega, che ha il suo quartier generale al Cairo, sono chiamati a valutare quello che il vice segretario Ahmed Ben Helli ha definito «un crimine orribile». Damasco era stata sospesa dall’organismo panarabo nel novembre del 2011, otto mesi dopo l’inizio della guerra civile.
E sempre sull’attacco chimico preoccupa il messaggio  dei  miliziani qaedisti siriani di Jabhat al-Nusra, i quali hanno minacciato di attaccare i villaggi a maggioranza alawita fedeli a Bashar al-Assad per vendicare  l’omicio dei civili.
«I villaggi alawiti pagheranno il prezzo per ogni singola testata chimica che ha colpito la nostra gente a Damasco», ha dichiarato il capo dei miliziani, Abu Mohammed al-Jawlani, in un messaggio audio postato su Twitter
riferendosi al presunto attacco di mercoledì scorso che avrebbe fatto 1.300 morti.  Al-Nusra, che a marzo ha giurato fedeltà ad Al Qaeda, è uno dei gruppi ribelli sunniti che fronteggiano le forze del regime di Assad, sostenuto invece dagli alawiti che rappresentano una setta sciita.

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