Afghanistan. Restano gravi i due italiani feriti ma non in pericolo di vita

KABUL – Restano ancora gravi le condizioni dei due dei cinque militari feriti nell’attentato del 24 marzo in Afghanistan in cui è anche morto un militare italiano, il sergente Michele Silvestri, la cui salma è attesa fra breve a Roma. 

“Gravi ma non in fin di vita”. Lo ha detto a Tgcom24 il colonnello Vincenzo Lauro, portavoce del Contingente italiano in Afghanistan. “La situazione resta grave per due dei feriti – ha detto – tra cui la ragazza, il primo caporal maggiore Monica Graziana Contrafatto per la quale la prognosi è ancora riservata.  Sono stabili e in terapia intensiva. Al momento sono stati trasferiti per il viaggio per la Germania dove saranno ricoverati nell’ospedale militare americano di Ramstein”, ha aggiunto Lauro. “Gli altri due sono seguiti dai sanitari dell’ospedale da campo americano. Provvederemo a farli rientrare a Herat tra oggi e domani. Il quinto sta bene e le sue condizioni non destano forti preoccupazioni. I ragazzi sono provati ma vanno avanti con il loro lavoro. Ho un gruppo forte e ha dimostrato di poter superare questo momento” ha dichiarato poi Lauro. I 4200 italiani sono nell’ovest dell’Afghanistan e vigilano su un’area grande quanto il nord Italia, e ad alto rischio. “Il pericolo è costante e dobbiamo essere pronti a tutte le esigenze. Siamo in un momento di transizione e per quanto riguarda la regione ovest gli obiettivi vengono portati avanti nei giusti tempi”.

L’attacco a colpi di mortaio in cui sono rimasti coinvolti i militari italiani ricordiamo è avvenuto attorno alle 18 (in Italia le 14.30) di sabato scorso, contro la base operativa avanzata “Ice” in Gulistan, nel settore sud-est dell’area di responsabilità  italiana.

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