Soluzione unitaria per il Pd Capitolino. Cosentino è il nuovo segretario

Segreteria a Cosentino e Presidenza a Giuntella. Elezione per acclamazione per l’ex Senatore e renziani astenuti sul nuovo Presidente

 

ROMA – Come avevamo scritto ieri la candidatura di Lionello Cosentino a Segretario del Pd di Roma ha sfondato e non è stato neppure necessario il voto, è bastata l’acclamazione per incoronare il successore di Miccoli, che è approdato alla Camera dei Deputati. Si è arrivati, come gran parte del partito auspicava, all’unica soluzione possibile per evitare una drammatica lacerazione in tre o più tronconi del Pd. E se Cosentino avrà il compito di governare il partito nella Capitale, alla Presidenza è stato chiamato, con voto palese ed a grande maggioranza, l’unico candidato rimasto in corsa: Tommaso Giuntella.

Le prime parole di Cosentino sono state immediatamente indirizzate ad uno dei temi caldi di questo ultimo periodo politico: la governance di Roma.

“Sento la necessità – ha detto Cosentino- che il Pd romano scenda in campo e dica la sua sul governo città. Noi non dobbiamo essere quelli che usano la matita rossa e blu per correggere, ma dobbiamo essere a fianco di Sindaco e Giunta, che sennò rimangono soli nelle stanze del Campidoglio. Questa è la prima delle priorità per noi”. Prima della sua acclamazione a Segretario Cosentino aveva illustrato i motivi e gli obiettivi della sua candidatura: “La scelta di candidarmi è stata fatta per far crescere il nostro partito, che non deve ridursi a sopravvivere, ma dev’essere una grande comunità in cui essere iscritti al Pd vuol dire esserlo fino in fondo. Noi siamo l’unico partito in cui hanno partecipato e votato 15.000 persone. Il momento è difficile, ma questo è il primo obiettivo che abbiamo di fronte”. Cosentino è poi intervenuto sulla questione degli intrecci fra partito nazionale e locale: “Le forze che mi hanno appoggiato non sono le stesse che operano a livello nazionale. Bisogna ricostruire un tessuto unitario nei circoli, la scelta di stasera non è frutto di un compromesso fra correnti. Non mi interessa unire le anime che votano Cuperlo in questa città. Io voterò Cuperlo la congresso nazionale ma ci misureremo sulle scelte per Roma, valorizzando giovani e donne. Tra le regole fatte nel partito nazionale, una cosa giusta era separare scelte nazionali e locali. Un impegno fra di noi è quello di rimboccarci le maniche tutti insieme e superare il clima di contrasto, che ha visto anche insulti reciproci nei circoli, restituendo forza al partito. È un impegno che prendo con voi. La scelta di Tommaso di rinunciare al ballottaggio (rivolto a Giuntella ndr) è un segno forte di unità”. Anche Tommaso Giuntella ha voluto dire la sua su questa spinosa tornata congressuale: “È stato un congresso vero, una sfida vera e per questo ci sono stati toni aspri, che spesso hanno raggiunto eccessi. Non vorrei l’ennesimo congresso con la classica formula ‘Ripartiamo dal territorio’, e poi dopo l’assemblea si vedono iniziative sul territorio con bei titoli ma poca sostanza. Quello che accade nella Giunta del Comune Roma e in tutte le giunte dei municipi, accade nel nostro nome, e non è giusto che accada solo quando ci sono malfunzionamenti, non è giusto che i nostri dirigenti debbano soltanto difendersi dalle accuse”. Infine sul nuovo percorso per il Pd, Giuntella lancia la palla sul terreno del neo Segretario: “Affidiamo a Lionello Cosentino questo rinnovamento in atto che deve essere il veicolo di chi affida al Pd un modo di vedere la città. Vogliamo dare a Roma la possibilità di grande partito radicato, che non subisca più l’umiliazione del 2008, che ci ha punito nelle periferie. I municipi rischiano di essere inutili ai cittadini, mentre sono il primo fronte alla sofferenza dei cittadini, i primi a dover dare l’idea del cambiamento. Dimostriamo di credere in una via migliore come diceva Ben Harper, noi andiamo nelle assemblee, nei circoli per trovare una via migliore”. Dopo l’elezione del nuovo vertice di partito a Roma si sono moltiplicati i commenti e i messaggi augurali. Tra i primi quello del Sindaco di Roma Ignazio Marino:

“Auguri di buon lavoro al nuovo segretario del Pd Roma Lionello Cosentino. Sono convinto, anche perché ho già lavorato con lui in Senato, che saprà guidare i democratici romani grazie alla sua profonda conoscenza della città e alla sua esperienza”. Lo afferma, in una nota, il sindaco di Roma Ignazio Marino.

Soddisfazione è stata espressa per la soluzione unitaria dal Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti: “Un grandissimo augurio di buon lavoro al nuovo segretario del Partito Democratico di Roma, Lionello Cosentino e al neo presidente, Tommaso Giuntella. Dalla giornata di oggi arriva un messaggio positivo: quello della ritrovata unità e della voglia di lavorare insieme per rilanciare l’iniziativa e il radicamento del partito nella Capitale in una fase storica, per la città e per l’Italia, segnata dalla complessità delle sfide economiche e sociali e dalla necessità di rispondere in modo adeguato a una forte istanza di cambiamento. Ora si può e si deve aprire una fase di elaborazione, confronto e proposta per contribuire con idee e iniziative alla crescita del nostro territorio”. Il grande tessitore Goffredo Bettini, manifesta tutto il suo entusiasmo per l’elezione di Cosentino, per la quale si era battuto in prima persona: “Sono molto felice per l’elezione di Cosentino. Essa nasce – sottolinea il promotore di Campo Democratico – da una pluralità di forze e con l’obiettivo di rinnovare il Partito rispetto al suo regime interno, democraticamente povero e segnato da una presenza asfissiante delle correnti e da un processo d’emarginazione degli iscritti e delle forze migliori della società. Cosentino è autorevole, libero, unitario, competente e – conclude Bettini – promuoverà tutti i giovani e darà un ruolo al partito per il miglioramento di Roma”.

Qualcosa da dire e da indicare come percorso politico, anche per il candidato renziano Tobia Zevi, che con il suo 15% è stato comunque la sorpresa, in una città forte di personaggi come Veltroni e lo stesso Bettini, che da sempre governano lo stile politico capitolino: “Il congresso del Pd di Roma ci ha consegnato un’immagine chiaroscurale: da una parte la ricchezza di gente motivata, appassionata, ma che al tempo stesso provava solitudine e frustrazione perché le molte energie profuse non sembravano recepite dal Pd. La nostra battaglia è stata difficile ma appassionante con gli avversari: tutti vorremmo migliorare il Pd come partito aperto, valorizzare gli iscritti e interagire con le forze esterne al partito. Abbiamo un forte senso di responsabilità, l’amministrazione Marino la sentiamo come nostra ma là dobbiamo avvicinare alla città. Il significato dell’azione di oggi è molto importante, l’unità del partito è un bene fondamentale. Ho scelto di appoggiare la proposta di Cosentino, maggioritaria in termini numerici ma anche un tentativo di cambiamento verso il partito e la politica di questa città. Infine, Zevi ha spiegato il perché della sua scheda bianca al voto per la presidenza: “L’indicazione maggioritaria emersa tra i delegati eletti nella mia mozione è di non esprimere una candidatura autonoma sulla presidenza per tutelare la scelta del partito ma anche per segnalare un disagio forte emerso in queste ore”.

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