Concorsone di Roma Capitale. Ora ci penserà la magistratura

Il Vicesindaco Nieri: “Le prove non si fermano ma siamo costretti ad investire l’autorità giudiziaria”

 

ROMA – Non sarà l’Amministrazione di Roma Capitale a bloccare il maxi-concorso per l’assunzione di centinaia di nuovi dipendenti che avevano già svolto le preselezioni, le prove scritte e si preparavano, naturalmente ancora da candidati, a sfidare le varie commissioni, 22 i profili richiesti dall’Amministrazione Capitolina, per superare le prove orali. Ieri è stata la giornata della resa dei conti e del tentativo di mediazione tra la Giunta Marino e i candidati rimasti in corsa, ricordiamo che sono stati oltre trecentomila i tentativi i candidati, gran parte dei quali, fermati nelle preselezioni. Nella mattinata, in piazza Santissimi Apostoli la ‘Manifestazione delle Buste’ alla quale hanno partecipato un buon gruppo di candidati. La protesta si è svolta in forma del tutto pacifica. Poi da Santissimi Apostoli la ‘trattativa’ si è spostata sul Colle Capitolino e fino al tardo pomeriggio nulla è trapelato. A chiarire, anche se solo  in parte, su come si sarebbe mossa l’Amministrazione Marino, ci ha pensato il Vicesindaco Luigi Nieri, che ha affrontato stampa e candidati in una affollatissima conferenza stampa. Rassicurante all’inizio: “E’ fatta salva la preselezione, non l’abbiamo mai presa in considerazione perché non c’entra nulla ma ovviamente è nostra intenzione non annullare il concorso”. L’ufficialità su questo punto è data dal fatto che Nieri ha precisato l’intenzione, data agli uffici preposti di evitare l’annullamento delle procedure concorsuali. Poi però ha voluto puntualizzare: “Riteniamo che ci sia una irregolarità e siamo costretti a investire l’autorità giudiziaria perché riteniamo di essere di fronte a una situazione che ha recato un danno enorme”.  

 

Il Vicesindaco ha poi rincarato la dose, entrando nel merito degli accertamenti svolti dal Campidoglio e mostrando due tipologie di buste: “Più della metà delle buste controllate era irregolare. Abbiamo scoperto che per il concorso per le 22 procedure non solo non è stato garantito l’anonimato perchè le buste permettevano di leggere il nome ma c’era una busta il cui interno era di colore viola e serviva per garantire la riservatezza del candidato. Oltre a questa vi era un’altra ‘normale’, bianca. Nel caso della busta bianca, con l’interno grigio, il nome si legge senza neanche metterla sotto la luce, mentre quella viola si legge guardando la busta sotto una luce se il nome all’interno era scritto in grassetto. Il lavoro che è stato fatto dagli uffici ci conferma le preoccupazioni che avevamo sulla non garanzia dell’anonimato. Abbiamo scoperto per il concorso per le 22 procedure non è stato garantito l’anonimato perché  le buste permettono di leggere il nome”. Malgrado tutto questo, che, con ogni probabilità sarà più che ‘osservato’ dalla magistratura, Nieri comunque ha tentato di rassicurare i Candidati rimasti in corsa: “Le prove orali andranno avanti, non si sospende nulla. Gli uffici stanno lavorando per capire come superare il problema dell’anonimato che siamo certi che non sia stato rispettato”. Poi  Nieri ha reso note anche le prossime mosse del Comune: “Riteniamo che ci sia una irregolarità e siamo costretti a investire l’autorità giudiziaria perché riteniamo di essere di fronte a una situazione che ha recato un danno enorme. Domani mattina (martedì 19 novembre ndr)  trasferiremo gli atti alla magistratura contabile, penale e civile”. 

 

Immediatamente dopo Nieri le ormai tradizionali prese di posizione dei partiti. Tra le prime ad arrivare, quella di Sveva Belviso, ex Vicesindaco di Roma, al pari di Nieri, la cui amministrazione aveva ideato e varato il maxiconcorso:  “Mai come in questo caso viene in mente la frase di Francisco Goya: il sonno della ragione genera mostri. Marino e Nieri, perdendo ogni attitudine raziocinante che nel loro ruolo sarebbe invece richiesta e gradita, prima della decisione di stasera avevano fatto trapelare possibilità di annullamento del concorsone, poi di sospensione, generando il mostro del sospetto e dell’infamia sui vincitori, sugli ammessi alle prove orali, gente che ha studiato per anni. Questi ragazzi – continua Belviso- rischieranno di essere sempre guardati con diffidenza. Sono stati lesi nella dignità e nella reputazione non da un passante, ma dal primo cittadino di Roma e dal suo vice. Chiunque ha fondati sospetti di irregolarità concorsuali non solo può ma deve rivolgersi alla magistratura, unica titolata a fare chiarezza e a svolgere gli approfondimenti che si ritenessero necessari. Ma questo balletto dell’annullamento, poi della sospensione, poi della marcia indietro serale resta una pietra miliare di come non si dovrebbe amministrare una città. Le prove andranno avanti, e ne siamo lieti per i ragazzi e per le famiglie. Ci dispiace invece, e moltissimo, per il clima che l’amministrazione ha creato intorno a loro”. Di diversa opinione il Capogruppo del Pd in Consiglio Comunale, Francesco D’Ausilio:  “E’ giusto che il sindaco Ignazio Marino e il vice sindaco Nieri abbiano deciso di trasferire tutti gli atti alla procura. La magistratura deve far luce su una vicenda che ha evidenziato delle indubbie irregolarità. Bisogna garantire la massima trasparenza sul concorsone per venire incontro alle richieste di chiarezza dei romani e di tutti i partecipanti. E’ opportuno però, anche – aggiunge – che si sia deciso di proseguire con le prove orali in modo da rispondere all’angoscia di chi superati gli scritti, sarebbe stato penalizzato ingiustamente da uno stop. Bisogna agire in fretta e ripristinare la legalità”. A questo punto bisognerà attendere gli sviluppi, non più amministrativi, ma squisitamente giudiziari.

 

 

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