LIDO DI VENEZIA (dal nostro inviato) – Sarà perché, quando tutti parlano male di un film, ci si aspetta di vedere qualcosa di indigesto – e così non è stato – ma questo W.E. di Madonna, non è un “autentico fallimento” come alcuni giornali hanno scritto. Vero è che rispetto al precedente “Sacro e profano” è meno originale e meno ironico, ma la storia di un amore straordinario, più adatta al grande pubblico, soprattutto femminile, può aver indirizzato a un affresco di rito.
W.E. , che in inglese vuol dire non a caso anche “noi”, sono le iniziali di Wallis Simpson ed Edoardo VIII. Il tema quello che la storia tramanda. Ambientato tra il 1934 e il 1936 parla dell’amore travolgente tra una ricca signora, due volte sposata, e un giovanotto erede al trono di Inghilterra. Lei, costretta a un matrimonio infelice, sceglie di divorziare. Lui abdica alle chiavi del regno per poter vivere con lei. In parallelo corre una storia dei nostri giorni: quella di una sposa infelice che, come Wallis ed Edoardo, vorrebbe fuggire dalle convenzioni. Sorta di simbolico e improbabile richiamo a situazioni odierne: anche se i moti dell’animo sono trasversali e non classisti, la storia di Wallis ed Edoardo rimane infatti più unica che rara.
Tuttavia il film di Madonna è un prodotto confezionato con diligenza che potrà piacere al grande pubblico. Nulla di esaltante, intendiamoci, ma intrigante è la vicenda. E Madonna sa raccontarla, come lei dice, con la stessa istintività con cui canta