TOKYO – La cerimonia di premiazione del Praemium Imperiale 2023 si è svolta a Tokyo, lo scorso 18 ottobre, nella Sala Hohrai del complesso architettonico Meiji Kinenkan.
Sono stati premiati, alla presenza della Principessa Hitachi, consorte del Principe Hitachi patrono della Japan Art Association: Vija Celmins per la pittura, Olafur Eliasson per la scultura, Diébédo Francis Kéré per l’architettura, Wynton Marsalis per la musica e Robert Wilson per il teatro/cinema.
Il Premio
Ognuno dei vincitori ha ricevuto il prestigioso riconoscimento, consistente in una medaglia, un diploma e il premio di 15 milioni di yen (circa 96.000 euro), per l’eccezionale contributo al mondo dell’arte e della cultura contemporanea.
Alla cerimonia erano presenti anche i quattro consiglieri internazionali: Hillary Rodham Clinton, Lord Patten di Barnes, Lamberto Dini e Klaus-Dieter Lehmann, nonché il consigliere onorario David Rockefeller Jr.

I vincitori e le motivazioni
Vija Celmins per la pittura
Nata a Riga il 25 ottobre 1938, Vija Celmins ha saputo esprimere sentimenti e vivacità suggerendo la relazione tra fotografia e pittura, creando un mondo unico nel panorama artistico contemporaneo. La sua opera, dotata di raffinatezza e forza poetica, si rivolge a tutti i tipi di sensibilità ed è anche terapeutica in questi tempi instabili.
Olafur Eliasson, alchimista della scultura
Olafur Eliasson, nato a Copenaghen il 5 febbraio 1967, ha rivoluzionato il concetto di scultura.
Lavorando a installazioni che utilizzano gli elementi di base del mondo naturale, con la luce e gli effetti visibili della luce quali elementi chiave, Olafur Eliasson combina insieme tecnologia e materiali diversi per creare opere originali e innovative che trascendano i limiti esistenti. Prende molto seriamente la questione del riscaldamento globale ed è apprezzato per l’impegno ambientale che caratterizza il suo lavoro creativo.
Diébédo Francis Kéré, l’architetto dell’inclusione sociale
Diébédo Francis Kéré, nato a Gando (Burkina Faso) il 10 aprile 1965, ha fatto della sua arte un catalizzatore per il cambiamento sociale.
Kéré – si legge nelle motivazione del Premio: “ha rivitalizzato le economie locali in zone povere dell’Africa ricorrendo a processi costruttivi che utilizzano forza lavoro e risorse locali, con idee creative che combinano insieme materiali del luogo e tecnologia avanzata. Si è inoltre distinto per il suo significativo contributo allo sviluppo sostenibile delle comunità locali in una prospettiva globale”.
Wynton Marsalis, virtuoso innovatore della musica
Nato a New Orleans, Louisiana (Stati Uniti), il 18 ottobre 1961, Wynton Marsalis come trombettista ha saputo dimostrare doti tecniche impeccabili, capacità di improvvisazione e una profonda conoscenza della tradizione jazz. Marsalis ha svolto un ruolo importante nel superamento degli stereotipi “musica jazz per i neri” e “musica classica per i bianchi”. Come compositore, docente e promotore della musica jazz, è inoltre apprezzato per l’influenza significativa che ha esercitato sul mondo musicale.
Robert Wilson, visionario del teatro e del cinema
Nato a Waco, Texas (Stati Uniti), il 4 ottobre 1941, Robert Wilson “ha dato vita a un mondo unico fondendo insieme varie forme d’arte, dalla regia alla scenografia, all’uso delle luci, alla danza, alla scultura e alla scrittura per il teatro. Con il suo eccezionale talento, è ammirato per la sua fondamentale opera di rinnovamento delle arti performative. Va inoltre ricordato come i suoi allestimenti, che danno allo spettatore tempo e spazio per pensare, trascendano la realtà creando immagini estremamente dense”.
Artisti come cronisti del nostro tempo
In un momento di divisione e caos nel mondo, ha sottolineato il presidente della Japan Art Association, Hisashi Hieda “ci auguriamo che attraverso il Praemium Imperiale si possa continuare a sollevare i cuori delle persone, a sviluppare e promuovere ulteriormente l’arte e la cultura e a contribuire, anche se solo in minima parte, alla pace e alla prosperità nel mondo”.
Come ha affermato l’ex presidente del Consiglio Lamberto Dini, che presiede il comitato italiano di nomina dei candidati, i vincitori hanno inteso “avvicinare l’arte alla vita contemporanea” con le loro opere “che riflettono l’impegno personale dell’artista per costruire un rapporto morale con la società, lavorando per un mondo migliore”.
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