Acaudatibacter apre nuove prospettive sull’evoluzione microbica. Un nuovo tassello si aggiunge alla conoscenza della biodiversità microbica delle acque dolci.
Nei fiumi e nei laghi forestali della Svezia e della Finlandia è stato identificato un nuovo genere di batteri, denominato Acaudatibacter, dal latino “batterio senza coda”. La scoperta è frutto di una ricerca condotta dagli scienziati dell’Università di Stoccolma, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Communications, una delle più autorevoli a livello internazionale.
Batteri d’acqua dolce e biodiversità ancora sconosciuta
Il team di ricerca, guidato da Joel Hallgren, ha analizzato campioni provenienti da laghi forestali nordici, concentrandosi sul DNA dei Caulobacterales, un ordine di batteri diffusi negli ambienti acquatici e ritenuti cruciali nei processi di degradazione della materia vegetale. Nonostante i batteri rappresentino una delle forme di vita più antiche e diversificate del pianeta, gran parte delle conoscenze attuali si basa su un numero limitato di specie, studiate soprattutto per il loro impatto sulla salute umana.
“La stragrande maggioranza delle specie batteriche resta ancora sconosciuta”, spiega Hallgren, sottolineando come questa lacuna limiti fortemente la comprensione dei meccanismi evolutivi che regolano il mondo microbico.
Un ciclo vitale più semplice del previsto
Uno degli aspetti più interessanti della scoperta riguarda il ciclo vitale di Acaudatibacter. I Caulobacterales sono noti per un ciclo riproduttivo complesso, caratterizzato da una divisione cellulare asimmetrica che genera due tipi cellulari distinti. Tuttavia, le nuove specie individuate nelle acque dolci nordiche risultano prive di oltre cento geni tipicamente associati a questo meccanismo complesso.
Questi batteri si riproducono attraverso una divisione cellulare semplice e simmetrica, una caratteristica che ha permesso ai ricercatori di identificarli come un nuovo genere. Un’osservazione analoga era già emersa in un batterio dei Caulobacterales isolato in Ecuador, suggerendo che la perdita di complessità possa essersi verificata in modo indipendente in diverse linee evolutive.
Evoluzione batterica e perdita di complessità
Secondo gli scienziati, questa riduzione del numero di geni coinvolti nel ciclo vitale offre indicazioni preziose su quali siano realmente essenziali per sostenere strutture cellulari complesse. “È affascinante osservare questi percorsi evolutivi – afferma Hallgren – perché ci forniscono una firma genetica unica di come la complessità possa emergere o scomparire nel corso dell’evoluzione dei batteri”.
La sorpresa della fotosintesi nei Caulobacterales
La ricerca ha riservato un’ulteriore sorpresa: in un lago svedese, alcuni microrganismi appartenenti ai Caulobacterales possedevano tutti i geni necessari per la fotosintesi, una capacità finora ritenuta assente in questo gruppo. Le analisi indicano che circa il 10% dei Caulobacterales potrebbe essere in grado di sfruttare l’energia solare.
Questa scoperta suggerisce che la fotosintesi potrebbe essere molto più diffusa tra i batteri di quanto ipotizzato finora, aprendo nuovi scenari nello studio degli ecosistemi acquatici e dei cicli biogeochimici.
Implicazioni per la salute e l’ambiente
L’identificazione di Acaudatibacter e la scoperta di nuove funzioni metaboliche nei batteri d’acqua dolce rafforzano l’importanza dello studio della biodiversità microbica per comprendere i delicati equilibri ambientali.
Queste ricerche, oltre a migliorare la conoscenza dei meccanismi evolutivi, potrebbero avere ricadute future anche in ambito ambientale e biotecnologico, contribuendo a una visione più completa del ruolo dei microrganismi nei sistemi naturali.



