E se limitassimo il diritto di associazione e la libertà di parola?

ROMA – Leggendo la cronaca politica, retroscena più o meno fantasiosi, ma con punte di verità, seguendo brani di talk show, bastano pochi minuti altrimenti viene il mal di stomaco, in particolare  le comparsate televisive di ministri e ministre del Pd, e già che ci siamo, i lavori della direzione  se ne ricava qualcosa più di una sensazione: gli spazi di critica, di libera espressione da parte delle forze sociali, di personalità del mondo della cultura, costituzionalisti, giuristi, economisti, si vanno sempre più restringendo.

E’ in atto un grave attacco  ai sindacati e, questa volta, anche alle organizzazioni imprenditoriali di cui si è fatto portavoce il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco che ha richiamato “i lacci e laccioli”, di cui tanti anni fa aveva parlato Guido Carli, dal pulpito anche egli di governatore. Attacchi che sono proseguiti nel ventennio berlusconiano,  con capofila, di volta in volta, Tremonti, Sacconi, Brunetta, impegnato allo spasimo nel tentativo, anche riuscito, di isolare la Cgil con la compiacenza di Cisl e Uil. 

Mai da un partito di centrosinistra attacchi così pesanti a Cgil e  forze sociali

Ma mai, con qualche eccezione del governo Monti,leggi Fornero,l’attacco al sindacato, ancora alla Cgil in particolare, era venuto nei termini attuali, da parte di un presidente del Consiglio del Pd e di ministri del Pd, partito che proprio da poco ha aderito al Partito dei socialisti e democratici europei che hanno proprio nel rapporto con le rappresentanze sociali uno dei punti fondamentali. Non che, anche ai tempi del Pci non ci siano state frizioni, contrasti, polemiche, ma mai sotto forma di attacco organizzato Viene messo a punto un decreto sul lavoro e non si sente il bisogno di un confronto, non parliamo di concertazione non più praticata, con i sindacati. Anzi,si si fa lode di evitare qualsiasi rapporto con le forze sociali. Se sono contrarie, dice Renzi, ce ne facciamo una ragione. L’arroganza non ha limiti. No, ci sbagliamo.

Perché la ministra Madia addirittura non vede la necessità di un tavolo con i sindacati, anche perché non ha tempo, a fronte di proposte  relative a 85 mila esuberi nel pubblico impiego. L’Unità, sembra uno scherzo di cattivo gusto, parla di ”rivoluzione dolce“ di Madia.  Il ministro Poletti quello che ha nella mani il decreto sul lavoro si lascia sfuggire una affermazione che lascia basiti:” “La retribuzione di una lavoratore non deve essere per forza una retta dritta che sale, ma può anche essere una ‘U’ rovesciata. Se la retribuzione cala, non è un colpo letale alla dignità dei lavoratori”. A chi si riferiva? Non è dato sapere,speriamo ai grandi manager e non ai disdenti pubblici che da cinque anni non vedono rinnovato il contratto o ai tranvieri che lo attendono da sette anni.

L’insofferenza dei  “renziani”nei confronti degli intellettuali

Andiamo avanti. Costituzionalisti di ogni orientamento sono molto critici sulla nuova elegge elettorale come licenziata dalla Camera. Crediamo non ce ne sia uno che la condivida. Ancora: un appello è stato firmato da giuristi, costituzionalisti,intellettuali ed esponenti della società civile, contrari alla riforma  istituzionale di Renzi, approvata ieri dalla Direzione del Pd.  Sono in 21, Nadia Urbinati, Gustavo Zagrebelsky, Sandra Bonsanti, Stefano Rodotà, Lorenza Carlassare, Alessandro Pace, Roberta De Monticelli, Salvatore Settis, Rosetta Loy, Corrado Stajano, Giovanna Borgese, Alberto Vannucci, Elisabetta Rubini, Gaetano Azzariti, Costanza Firrao, Alessandro Bruni, Simona Peverelli, Sergio Materia, Nando dalla Chiesa, Adriano Prosperi, Fabio Evangelisti.

Costituzionalisti e giuristi parlano di “ svolta autoritaria”

Molto critici, parlano di “svolta autoritaria”. Con la prospettiva di un monocameralismo e la semplificazione accentratrice dell’ordine amministrativo, l’Italia di Matteo Renzi e di Silvio Berlusconi cambia faccia. La responsabilità del Pd è enorme poiché sta consentendo l’attuazione del piano che era di Berlusconi, un piano persistentemente osteggiato in passato a parole e ora in sordina accolto.”  I “renziani” mostrano, intolleranza, fastidio, nei casi migliori, per queste prese di posizione dei “soliti intellettuali”. Tanto tempo fa il ministro di polizia,noto per mandare la celere a bastonare  chi manifestava nelle strade e nelle piazze per rivendicare ponendo grandi problemi economici,sociali, di libertà, chiamava gli intellettuali, “culturale”. Si chiamava Mario Scelba Ne è bastato uno. E si arriva così alla direzione del .Pd.Renzi ormai si gioca parti del suo corpo. Alla frase,” ci metto la faccia, aggiunge “mi gioco l’osso del collo e,nella sua relazione blinda tutto, quello concordato alla luce del sole con Berlusconi e quello che fa parte dei retroscena. E tutto viene blindato anche la nomina di due vicesegretari, chissà per che due, che fanno la guardia al barile.

La Direzione Pd come l’Assemblea del Popolo cinese

La direzione eletta secondo i numeri delle primarie cui hanno votato porci e cani,il primo che passava davanti a un circolo cui non aveva mai  messo piede e mai metterà, più un premio di venti posti scelti dal segretario è solo un, le minoranze fanno proposte, tutte vengono respinte, si vota la relazione del segretario premier. Sembra l’assemblea nazionale del  Popolo cinese che si svolge nell’immenso salone  a piazza Tiananmen che per dieci giorni discute e approva,quasi sempre all’unanimità ,leggi di bilanco,previsioni di crescita,leggi dei ministeri. Tutto nel nome della “ sobrietà”. Anche nei pasti che si mangiano alla mensa e che non devono esser costosi e nei vestiti ed accessori. 

Renzi  Abolizione (finta)) delle Province? Bene, così meno persone  fanno politica

Da noi la durata è di qualche ora nella sede più modesta del Nazareno, Sant’Andrea delle Fratte. Ci viene voglia di dire, per paradosso, che sarebbe più semplice limitare le libertà di associazione e di parola e tutto sarebbe risolto, con gioia del pregiudicato. Del resto proprio Renzi illustrando la bontà della legge che abolisce per finta le Province, elimina solo gli organi elettivi, si è lasciato sfuggire. ”Ora ci sono meno personeche fanno politica”. Nel segno di rottamare i partiti, lo dice anche Grillo. E pensare che la Costituzione dice esplicitamente all’art.46: “I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorre con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Partiti democratici, non quelli di  un uomo solo al comando.

 

 


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