Libia. Saif Gheddafi resta in Libia dove sarà processato

TRIPOLI – C’era da immaginarlo. Il rancore che prova la popolazione libica nei confronti di Saif al-Islam, il figlio del Colonnello Gheddafi, non è un particolare da sottovalutare.

Per questo motivo i combattenti che l’hanno catturato, contrariamente a quanto stabilito inizialmente, non hanno nessuna intenzione di consegnare  Saif alla Corte penale internazionale, dove nella sua sede olandese avrebbe affrontato un processo che lo vede imputato per crimini contro l’umanità relativi alla repressione di una protesta contro il regime del padre Muhammar Gheddafi.
Il Cnt ha voluto sottolineare il fatto che il  processo nel suo Paese risponde ad una richiesta del popolo. Il Consiglio ha altresì assicurato che all’imputato verrà garantito un processo equo ed un buon trattamento. Il procuratore capo della Corte penale internazionale, Luis Moreno-Ocampo, dovrebbe visitare la Libia questa settimana per discutere della vicenda.

Saif è stato catturato venerdì scorso da alcuni combattenti mentre tentava di fuggire fingendosi un pastore di cammelli. “Mi chiamo Abdul Salem” avrebbe detto agli uomini che lo hanno bloccato nel sud del Paese. Saif ha tentato anche di sporcarsi il volto con della terra per non essere riconoscibile, ma la sua faccia è fin troppo nota. Ora il figlio di Gheddafi si trova a Zintan in attesa che venga ripristinato il sistema giudiziario per dar seguito al processo. Una cosa è certa, Saif sarà processato dalle stesse persone che lui  ha combattuto. Sarà difficile che Saif esca vivo da questa situazione. Eppure al padre e alla sua famiglia erano state date più opportunità per lasciare la Libia definitivamente. Evidentemente il Colonnello, come il figlio, pensavano che la situazione potesse ristabilirsi  a loro favore, cosa che però non è successa.

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