Noise rock. Gli OvO ci raccontano…

ROMA – Gli Ovo sono un gruppo indie noise rock e rumorista italiano formato da Stefania Pedretti e Bruno Dorella. Recentemente a Palestrina hanno partecipato a Nel Nome Del Rock, la rassegna estiva che ogni anno, a pochi chilometri da Roma, permette a gruppi locali famosi di far conoscere al grande pubblico la loro musica. Intervistati da Valentina Marchetti ci raccontano…

Come e quando avete iniziato con la musica?

Abbiamo due storie abbastanza diverse. Io (Bruno) ho iniziato molto presto: la mia prima chitarra e il primo gruppo risalgono al 1986, quando avevo 13 anni. Il primo concerto al 1988. Invece Stefania ha iniziato nel 1997, quando sia io sia lei eravamo coinvolti in un centro sociale dove passavano molti gruppi, molte idee, e così ci è venuta voglia di suonare improvvisando. Non abbiamo più smesso.

Quando nasce la collaborazione tra Stefania,  Bruno Dorella e il progetto OvO?

Nel Dicembre 2000, quando alcuni amici ( i Cock ESP, da Minneapolis) ci chiesero di andare in tour con loro. Era una cosa che bolliva in pentola da un po’, vedendo tanti gruppi passare dal centro sociale e andare  in tour in Europa…  Quella dei Cock ESP è stata la scusa giusta.

Come nasce la scelta di dedicarvi ad una frangia più sperimentale, il noise  rock?

Entrambi ascoltiamo tanta, troppa musica per accettare di fare qualcosa di banale. Inoltre, siamo entrambi convinti del valore eversivo e rivoluzionario dell’arte e quindi anche della musica. Non cerchiamo di pacificare con la musica degli OvO, vogliamo invece creare delle domande, delle incertezze, da contrapporre alle sicurezze psicofarmaceutiche della canzonetta.

Com’è la scena musicale del noise italiano secondo voi?

E’ sempre stata buona, anche se dovremmo in verità definire cosa si intende per “noise”. Noi siamo legati ad una scena piuttosto ampia che va dagli Zu ai Jooklo, da ¾ Had Been Eliminated a Bologna Violenta, dagli Ufomammut ai Rosolina Mar…

Come nascono le vostre collaborazioni con altri gruppi?

Le collaborazioni nascono, nel nostro caso, sempre per amicizia, perché ci si trova bene sia artisticamente sia umanamente con un gruppo.

Che consiglio dareste ad un ragazzo che volesse sguire la stessa strada?

Di prepararsi ad una vita di stenti…

Cosa manca secondo voi, oggi, nella scena musicale italiana?

Niente. Nel senso che è ora di capire che non c’è nessun motivo per cui la scena italiana valga meno di altre, se non una fama cattiva che ci segue perché tendiamo ad essere poco professionali e troppo pretenziosi quando siamo all’estero. Ma la responsabilità è delle persone, non della Stato da cui provengono. Tutti sempre ad urlare “non ci sono posti per suonare”, “non ci sono sovvenzioni”… Partiamo da noi stessi, da quello che valiamo come musicisti e da quanti sacrifici siamo disposti a fare per diventare professionisti. E’ lì che avviene la selezione.

Se fosse possibile suonare con qualcuno del passato, su chi cadrebbe la scelta e perché?

Credi veramente che a “qualcuno del passato” andrebbe di suonare con gli OvO?

Progetti futuri?

Stiamo lavorando con calma al disco nuovo, non vogliamo metterci fretta, quindi continueremo a fare i concerti di Cor Cordium, e se tutto va bene cercheremo di registrare delle collaborazioni coi nostri amici Morkobot e Mombu.

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