Biennale di Venezia.  I programmi di Danza Musica Teatro 2024

VENEZIA – Sono le scelte, i programmi, il pensiero di Stefano Ricci e Gianni Forte (ricci/forte), Wayne McGregor, Lucia Ronchetti a comporre la Biennale delle arti dal vivo che si snoderà da giugno a ottobre con il 52. Festival Internazionale del Teatro (15 > 30 giugno), il 18. Festival Internazionale di Danza Contemporanea (18 luglio > 3 agosto), il 68.

Festival Internazionale di Musica Contemporanea (26 settembre > 11 ottobre), e con le residenze dei giovani artisti di Biennale College. Una fabrica della nuova creatività che, accanto alla ricerca di nuove forme espressive e alla testimonianza dei cambiamenti in atto, coltiva progetti che abbiano la libertà di destini futuri. 

“I programmi di Teatro, Danza e Musica presentati dai rispettivi Direttori – scrive Pietrangelo Buttafuoco, Presidente della Biennale di Venezia – sono attestazione di profonda riflessione e ricerca sui settori di loro competenza. Le tre discipline in questione sono accomunate dall’aspetto performativo, dalla condivisione di vibrazioni umane tra palco e platea. In Teatro, Danza e Musica – nell’alchimia propria delle tre arti – c’è un afflato di millenni che acquista senso solo nell’hic et nunc di una rappresentazione unica e irripetibile, che va oltre la scrittura, la coreografia, la partitura”.

Oltre 200 gli appuntamenti in programma con 72 novità e 600 artisti provenienti da 30 Paesi diversi che si ritroveranno a Venezia per i Festival di Teatro, Danza e Musica

Fra i tanti nomi che il Teatro vedrà in scena dal 15 al 30 giugno ci saranno: Back to Back Theatre, la pluripremiata formazione australiana che della disabilità ha fatto strumento di indagine artistica, premiata con il Leone d’oro alla carriera e per la prima volta in Italia; 

il collettivo anglo-tedesco Gob Squad Theatre, destinatario del Leone d’argento e alfiere di nuovi modi di combinare media e performance che mettono al centro lo spettatore; l’ensemble lituano di Vaiva Grainytė, Lina Lapelytė, Rugile Barzdžiukaitė, esploso alla Biennale Arte 2019 (Leone d’oro per il miglior padiglione) con le sue performance apparentemente lievi e sottilmente eversive; 

il regista e drammaturgo iraniano Amir Reza Koohestani, presente sulle maggiori scene d’Europa con il suo teatro necessario che, come il cinema del conterraneo Asghar Faradhi, fa risuonare nella storia personale di una coppia gli echi di una società oppressiva; 

Milo Rau, autore e regista che sovverte le regole della prassi teatrale creando situazioni al limite tra spettacolo e indagine sociale, arte, politica, storia e cronaca giornalistica; 

Tim Crouch, imperdibile autore di spin off delle tragedie e delle commedie del Bardo; Muta Imago, fra le più accreditate giovani compagnie italiane, reduce dal Centre Pompidou per l’installazione Bar Luna, realizzata con Alice Rohrwacher.

Per la Danza, in scena dal 18 luglio al 3 agosto, fra igrandiprotagonisti della scena internazionale invitati, saranno a Venezia:il Leone d’oro alla carriera Cristina Caprioli, danzatrice, coreografa, teorica sperimentale che ha influenzato generazioni di danzatori e il Leone d’argento Trajal Harrell, camaleontico e geniale artista fra i più richiesti del momento, presente nei teatri, nei musei, nelle gallerie di tutto il mondo, dalla Biennale di Gwangju al MoMA di New York; 

Sankofa Danzafro di Rafael Palacios,compagnia afro-colombianaper la prima volta in Italia, con un’opera sull’esperienza diasporica africana tra mitologia, spiritualità, radici ancestrali; Shiro Takatani dello storico collettivo giapponese Dumb Type, esempio di un teatro radicale e iconoclasta che ha coinvolto artisti come Ryoji Ikeda e Ryuichi Sakamoto; 

il pluripremiato fotografo britannico Benji Reid, che nelle sue creazioni fa coesistere fotografia, danza, teatro, racconto. E ancora: il corpo umano come misterioso paesaggio da attraversare nelle sue più intime fibre nel film/installazione De Humani Corporis Fabrica dei registi e antropologi Véréna Paravel e Lucien Castaing-Taylor; la danza cyborg di Nicole Seiler e la danza cosmica di Cloud Gate, entrambe a confronto con l’Intelligenza Artificiale.

Nel ricco cartellone della Musica, programmata dal 26 settembre all’11 ottobre e dedicata alla Musica assoluta, spiccano il Leone d’oro alla carriera Rebecca Saunders, compositrice contesa dalle più importanti istituzioni musicali, e l’Ensemble Modern, Leone d’argento, che nella sua storia quarantennale è stato al fianco di nomi come Stockhausen, Reich, Andriessen, ma anche Zappa, Coleman, Braxton.

Accanto a loro, il compositore americano, premio Pulitzer, David Lang, autore anche di importanti colonne sonore (indimenticabile I lie in Youth di Sorrentino) e Tyshawn Sorey, che, come il trombettista Peter Evans, è esponente di punta di una nuova generazione di performer/compositori decisi a superare gli schemi e le divisioni tra i generi, regolarmente invitato ai Donaueschinger Musiktage e al Lucerne Festival come alla Walt Disney Concert Hall e con il suo trio ai festival jazz di tutta Europa. 

E ancora: Tim Hecker, fra i più influenti producer di musica elettronica sperimentale e Golfam Khayam, compositrice e polistrumentista iraniana, nella scuderia dell’ECM di Manfred Eicher, che cortocircuita la musica tradizionale persiana e le sue tecniche ornamentali nell’ambito della performance improvvisativa. 

Su questa linea di dialogo tra passato e presente anche il concerto che affiancherà lo Stabat della compositrice svedese Lisa Streich accanto allo Stabat Mater di Pierluigi da Palestrina e a quello di Giovanni Croce. E il concerto di Catherine Simonpietri con l’ensemble vocale parigino Sequenza 9.3, interprete di un programma dedicato alla musica vocale assoluta, con lavori della compositrice lettone Santa Ratniece, dellacompositrice lituana Justė Janulytė e di Arvo Pärt.

Gli spazi

Anche quest’anno i Festival di Danza, Musica, Teatro dai luoghi deputati di Venezia, si estenderanno a Marghera e Mestre, nel cuore di alcune delle aree più vitali della terraferma veneziana. 

Spettacoli, concerti e tutti gli appuntamenti in programma avranno luogo nei consueti spazi della Biennale di Venezia all’Arsenale (Teatro alle Tese, Tese dei Soppalchi, Sale d’Armi, Teatro Piccolo Arsenale),  nella sede di Ca’ Giustinian e nella Biblioteca ASAC ai Giardini; nei Teatri La Fenice e Malibran; nella Chiesa della Pietà; nel Salone Sansoviniano della Biblioteca Marciana; negli spazi all’aperto in Via Garibaldi; al Teatro del Parco a Mestre e al Padiglione 30 a Forte Marghera,spazio storico ormai acquisito alla città davanti a un ampio bacino navigabile; infine, per la prima volta, per la danza sarà utilizzata anche la Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido. 

Neutralità carbonica 

Dal 2021 La Biennale ha avviato un percorso di rivisitazione di tutte le proprie attività secondo principi consolidati e riconosciuti di sostenibilità ambientale. Anche per il 2024 l’obiettivo è quello di ottenere la certificazione della “neutralità carbonica”, conseguita nel 2023 per tutte le attività programmate dalla Biennale: la 80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, la 18. Mostra Internazionale di Architettura, il 51. Festival Internazionale del Teatro, il 17. Festival Internazionale di Danza Contemporanea, il 67. Festival Internazionale di Musica Contemporanea (si veda scheda allegata).

Educational 

La Biennale di Venezia ha sviluppato, nel tempo, un forte impegno in ambito didattico con le attività Educational rivolte al pubblico dei Festival di Danza, Musica e Teatro. Sono state coinvolte università, scuole, famiglie e pubblico di appassionati e curiosi, raggiungendo, nei vent’anni di attività, oltre 60.000 persone. 

Tutte le iniziative puntano sul coinvolgimento attivo dei partecipanti, sono condotte da operatori professionisti selezionati e formati dalla Biennale e si suddividono in workshop, open class, attività interdisciplinari, iniziative interattive divulgative (si veda scheda allegata). 

Cataloghi

I cataloghi del 52. Festival Internazionale del Teatro, del 18. Festival Internazionale di Danza Contemporanea e del 68. Festival Internazionale di Musica Contemporanea sono editi da La Biennale di Venezia e sono a cura dei Direttori dei tre Settori

I tre cataloghi approfondiranno temi, protagonisti, spettacoli di ciascun Festival con saggi critici, immagini e inedite illustrazioni. Ampio spazio sarà, inoltre, destinato ai progetti dei giovani artisti che sono stati selezionati dai bandi di Biennale College e che parteciperanno, ciascuno con il proprio programma, ai Festival di Danza, Musica e Teatro.

L’identità grafica del Settore Danza Musica Teatro è firmata dallo studio Headline di Rovereto, così come il layout dei cataloghi della Biennale Danza 2024 e della Biennale Musica 2024, in cui sono presenti le fotografie di Marco Borggreve; il layout del catalogo della Biennale Teatro 2024 è firmato dallo Studio Tomo Tomo di Milano

Da oggi i programmi dei Festival di Danza Musica e Teatro, con le modalità di accredito, si trovano sul sito web della Biennale (www.labiennale.org). Le immagini dei Festival sono scaricabili all’indirizzo http://ftp.labiennale.org (username: dmtfoto; password: 2024).

A partire dal 22 aprile sarà possibile acquistare biglietti e abbonamenti per tutti gli spettacoli e i concerti in programma alla Biennale Danza, Biennale Musica, Biennale Teatro.

Si ringraziano il Ministero per i Beni e le Attività Culturali per il suo importante contributo e la Regione del Veneto per il sostegno accordato ai programmi dei Settori Danza Musica e Teatro della Biennale di Venezia.

Media partner dei settori Danza, Musica e Teatro sarà ancora una volta la Rai.Attraverso i suoi canali informativi e Rai cultura – in particolare il canale Rai 5 e Radio3 – racconterà e proporrà al pubblico le diverse attività che si svolgeranno in laguna. 

Si ringraziano per la collaborazione la Basilica e Procuratoria di San Marco, la Fondazione Teatro La Fenice, il Comune di Venezia – Settore Cultura la Fondazione Forte Marghera, Palazzo Grassi – Punta della Dogana/Pinault Collection.

Prosegue la consolidata collaborazione con Vela – VeneziaUnica, società commerciale della mobilità e di marketing della Città di Venezia, con un accordo finalizzato a un reciproco scambio di promozione e visibilità.

I programmi nel dettaglio

Biennale Teatro

Il racconto teatrale di Stefano Ricci e Gianni Forte (ricci/forte), che trova ispirazione nella forza emotiva dei colori, immagina quest’anno, per il 52. Festival Internazionale del Teatro che si svolgerà a Venezia dal 15 al 30 giugno, il contrasto tra Niger et Albus.

“Se non riusciamo a immaginare un mondo migliore e più armonioso, non avremo mai i mezzi necessari per ricostruirlo. Niger et Albus diviene allora, in questa 52. edizione del Festival, la promessa di una nuova luce che si fa strada: ricca di performance e spettacoli magnetici, proseguirà ad appartenere a tutti noi interfacciandosi con le nostre essenze, la curiosità, le nostre aspirazioni, le contraddizioni, le nostre vulnerabilità per stupirci raccontando la metamorfosi di un mondo in perpetuo movimento. 

Con energia inventiva, la poliedricità delle proposte più eterogenee, il Festival offrirà un’avventura senza uguali, rimanendo per gli spettatori uno spazio di desiderio, meraviglia, crocevia di dibattiti e confronti, irradiando risolutamente la vitalità della città di Venezia, e non solo” (Stefano Ricci e Gianni Forte). 

La nuova creatività trova spazio nel 52. Festival Internazionale del Teatro con drammaturghi, registi, performer autori del proprio teatro. Sono gli artisti selezionati per le diverse sezioni di Biennale College, progetto sviluppato nell’arco di un’annualità o di un biennio e che si prolunga in un programma di produzioni e co-produzioni.

E’ il caso di Stefano Fortin e Carolina Balucani, autori rispettivamente di Cenere e Addormentate, testi che presentano ora in forma compiuta in coppia con i registi Giorgina Pi e Fabrizio Arcuri, fra i più sensibili alle nuove drammaturgie e ai nuovi linguaggi della scena e che già li avevano accompagnati nelle mise en lecture viste allo scorso festival.

Sempre sul fronte della drammaturgia, quest’anno sarà la volta di Rosalinda Conti, autrice selezionata al termine del laboratorio di scrittura con Davide Carnevali lo scorso anno, con Così erano le cose appena nata la luce, di cui si vedrà la lettura scenica curata da Martina Badiluzzi; mentre la seconda vincitrice del bando drammaturghi, Eliana Rotella e il suo Livido verrà visto sempre sotto forma di lettura scenica per mano di Fabio Condemi.

Anche Ciro Gallorano, dopo una serie di tappe di avvicinamento da cui esce vincitore del College Registi, avrà modo di sviluppare e presentare sul palcoscenico del festival il suo Crisalidi, “un’indagine intima attorno alle grandi domande evocative nelle opere di Virginia Woolf e Francesca Woodman, in risonanza con le inquietudini dell’oggi”.

Fresco di nomina sul fronte della performance site specific è, infine, Elia Pangaro con il progetto Bolide | deus ex machina, “un lavoro sulla velocità che caratterizza il nostro tempo annullandone il senso”, di cui si vedrà l’esito finale nel corso del Festival.

I “game-changer” della scena contemporanea,compagnie che sonoespressione di nuove forme della teatralità e un nuovo modo di essere spettatori, saranno ospiti del 52. Festival Internazionale del Teatro. 

Back to Back Theatre, la pluripremiata formazione australiana che trova nella disabilità uno strumento di indagine artistica, vincitrice del Leone d’oro alla carriera, sarà per la prima volta in Italia alla Biennale con un suo spettacolo, Food Court. Gob Squad Theatre, il collettivo anglo-tedesco che riceverà il Leone d’argento, sarà presente con due opere emblematiche: Creation (Picture for Dorian) che riflette con ironia sulla relazione tra artista opera e spettatore, ed Elephants in Rooms, installazione visiva a schermi multipli, che illumina quattordici finestre dei nostri interni sicuri da cui guardare il mondo. 

Sulla stessa lunghezza d’onda l’ensemble lituano – costituito dalla scrittrice Vaiva Grainytė, la musicista Lina Lapelytė, la regista Rugile Barzdžiukaitė e già premiato con il Leone d’oro per il miglior padiglione alla Biennale Arte 2019 – con Have a Good Day!, un’opera che allinea dieci cassiere in un supermercato con un pianoforte per un affondo sottilmente eversivo dei nostri riti consumistici. 

Il regista drammaturgo iraniano Amir Reza Koohestani, da anni presente sulle maggiori scene d’Europa con il suo Mehr Theatre Group fondato a Teheran nel ’96, sarà a Venezia con il suo ultimo spettacolo, già di culto, Blind Runner, dove il corpo a corpo ad alta tensione psicologica tra un uomo e una donna si intreccia alla Storia. 

L’attore, autore, regista affermatosi sulla scena non solo britannica per la forza dei suoi testi, Tim Crouch, sarà in scena con Truth’s a Dog Must to Kennel nella parte del Fool di Re Lear, dando corpo e voce all’ultimo tassello di un ciclo di monologhi, spin-off di commedie e tragedie del Bardo che affrontano Sheakespeare dalle retrovie, ricorrendo allo sguardo dei personaggi minori.

Reduci dal successo parigino per l’installazione Bar Luna, realizzata al Centre Pompidou con Alice Rohrwacher, la regista Claudia Sorace e il drammaturgo e sound artist Riccardo Fazi, nucleo artistico di Muta Imago, proseguendo nella ricerca sulla natura e la percezione del tempo, affrontano per la prima volta un classico del teatro, Tre sorelle di Cechov, con una riscrittura che condensa tutte le voci dei personaggi in quelle delle tre protagoniste pur mantenendosi fedele all’originale.

Milo Rau e il suo teatro militante, che sovverte le regole creando situazioni al limite tra spettacolo e indagine sociale, arte, politica, storia e cronaca giornalistica. Come la nuova creazione che presenterà alla Biennale, Medea’s Children, che prende spunto, ancora una volta, da un vero e proprio caso criminale, per intrecciare tragedia moderna e tragedia classica.

Gob Squad, Vaiva Grainyté, Lina Lapelyté, Rugilé Barzdziukaité, Davide Carnevali, Tim Crouch, Muta Imago, Gianni Staropoli saranno, inoltre, artisti in residenza per le masterclass che integrano il programma del festival. Attori, performer, drammaturghi, video artisti, registi, giornalisti, scrittori, studiosi, light designer potranno fare domanda di partecipazione fino a lunedì 8 aprile. Il bando è sul sito della Biennale all’indirizzo www.labiennale.org

Biennale Danza

Esplora la complessa area delle connessioni umane e tecnologiche il 18. Festival Internazionale di Danza Contemporanea che si svolgerà a Venezia dal 18 luglio al 3 agosto. Intitolato We Humans, il festival è diretto per il quarto anno da Wayne McGregor, coreografo britannico che affonda le radici nella danza per investire altri ambiti – informatica, arti visive, cinema, opera, formazione.

Svelare la grande complessità, le contraddizioni e il mistero della vita umana – scrive McGregor – è una delle priorità della carriera dei creativi del movimento invitati alla Biennale Danza 2024. Tutti gli artisti e le compagnie di quest’anno adottano il mezzo della danza come atto filosofico di comunicazione – mettendo alla prova i fondamenti della nostra conoscenza, sfidando le nostre nozioni di realtà ed estendendo la comprensione della nostra esistenza. Attraverso il loro lavoro ci invitano a chiederci da dove veniamo e dove siamo diretti, sondando l’essenziale all’interno, il cosa e il perché della sensibilità. Al centro del loro lavoro ci sono verità fondamentali, espresse in oggetti coreografici viventi realizzati in modo unico che ci parlano profondamente, risvegliano i nostri istinti e stimolano la nostra immaginazione. Nuovi modelli di co-creazione, processi collaborativi sperimentali al di fuori dei mezzi e delle forme artistiche tradizionali, in conversazione con la natura, la scienza, la tecnologia e la politica, ci catapultano in sinergie insolite con intuizioni inaspettate. Artisti che sfruttano le capacità dell’essere umano per superarne il potenziale, mentre ci ricordano con calma, grazia e urgenza che ciò che Noi Esseri Umani condividiamo è molto più grande di tutto ciò che ci divide”.

Così lungo l’intero arco del festival si vedrà De Humani Corporis Fabrica, film/installazione di Véréna Paravel e Lucien Castaing-Taylor, registi e antropologi che firmano documentari sperimentali noti ai maggiori festival. In cinque diversi ospedali di Parigi i due cineasti seguono le più innovative tecnologie endoscopiche con cui la medicina osserva e opera per un viaggio dentro il mistero del corpo umano che sfida limiti fisici e culturali. 

Anche la danza cyborg della svizzera Nicole Seiler apre nuove strade e pone nuovi interrogativi. In Human in the Loop la Seiler sottopone a uno “stress test” l’IA, provando a farne l’innesco del processo creativo con i danzatori in scena. Uno sconfinamento tra umano e artificiale che esplora il corpo tecnologico e il corpo biologico.

Un nuovo modo di sperimentare la danza ai tempi dell’IA è offerto anche dalla formazione taiwanese Cloud Gate, che festeggia i suoi cinquant’anni con la danza cosmica di Waves,concepita dal coreografo Cheng Tsung-lung con l’artistadigitale Daito Manabe. I movimenti dei danzatori, tradotti in dati informatici, sono rielaborati dall’IA e trasmutati in nuove forme danzanti in dialogo con i danzatori in scena. 

Cinema d’animazione, teatro, musica, danza sono compresenti in Antechamber, operadegli artisti e musicisti Romain Bermond e Jean-Baptiste Maillet, noti come Stereoptik. Lo spettacolo è il making of di un corto, che narra il risveglio alle meraviglie del mondo di un ragazzo, e immerge il pubblico nel prender forma delle idee, nel materializzarsi di un personaggio, nell’evolversi di una storia, svelando il processo creativo della coppia. 

L’idea del processo creativo come performance è anche alla base di Find Your Eyes del pluripremiato fotografo britannico Benji Reid, che ha battezzato la sua pratica artistica choreo-photolist, facendo coesistere nelle sue creazioni fotografia, danza, teatro, racconto. Find Your Eyes s’ispira alla sua vita – esplorando vulnerabilità, tragedia e successo attraverso la lente del fotografo. Coreografando tre performer, Reid trasforma il palcoscenico nel suo studio fotografico e crea davanti al pubblico vere e proprie fotografie in movimento.

All’incrocio fra danza contemporanea e radici afro si colloca la ricerca del coreografo colombiano e attivista Rafael Palacios, allievo di Germaine Acogny e Irène Tassembédo, che in vent’anni di carriera ha affermato la diversità della danza afro-colombiana. Con la sua compagnia Sankofa Danzafro, per la prima volta in Italia, Palacios presenta Behind the South: Dances for Manuel, ispirato al romanzo epico di Manuel Zapata Olivella, Changó, el Gran Putas, sull’esperienza diasporica africana tra mitologia, spiritualità, radici ancestrali. 

Riattiva il mito classico Ruination, che la compagnia britannicadi teatro danza Lost Dog, per la regia e la coreografia del fondatore Ben Duke, porta in scena con spirito anticonformista e in chiave contemporanea. Il mito di Medea trova espressione in un dramma giudiziario, riscritto con fantasia e umorismo in un mix di danza, musica, teatro.

Il programma di commissioni, produzioni e coproduzioni della Biennale Danza, che destina risorse alla nuova creazione coreografica attraverso bandi nazionali e internazionali e attraverso Biennale College, ma anche attraverso la collaborazione con festival e istituzioni internazionali, vedrà in scena al 18. Festival Internazionale di Danza Contemporanea, nomi in ascesa accanto a nomi già consolidati della scena contemporanea. 

Il dinamico duo Miller de Nobili (MdN), vincitore del bando nazionale per una coreografia inedita, con una visione che mescola break dance, danza contemporanea e danza urbana a tecniche teatrali, presenterà There Was Still Time, ispirato al mondo di Samuel Beckett.

Noemi Dalla Vecchia e Matteo Vignali, alias Vidavé, anche loro vincitori del bando nazionale per una nuova coreografia, scavano nel passato con Folklore Dynamics,fra storie, proverbi, giochi, superstizioni e gesti delle diverse tradizioni che prendono forma nel movimento. 

Accanto a loro Melisa Zulberti, regista, coreografa, artista visiva argentina e vincitrice del bando internazionale per nuove coreografie, porterà alla Biennale il suo progetto interdisciplinare, Posguerra.

Cuore pulsante del festival sono i giovani artisti di Biennale College – 16 danzatori e 2 coreografi – che dal 6 maggio al 3 agosto saranno in residenza a Venezia con un programma dedicato di apprendistato artistico che sia occasione di trasmissione di saperi, ma anche di confronto e cimento delle proprie esperienze e della propria creatività, un programma che culminerà nella presentazione di nuove coreografie commissionate dalla Biennale. Si tratta della nuova creazione in prima mondiale di Wayne McGregor, pensata per la Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido e realizzata in collaborazione con gli stessi danzatori del College unitamente ai componenti della Company Wayne McGregor. Sempre in prima mondiale The Bench di Cristina Caprioli, Leone d’oro alla carriera, che sarà maestra e creatrice per e con i danzatori del College. Infine due nuove creazioni originali ideate dai coreografi che verranno a breve selezionati, condivise e realizzate con gli stessi danzatori del College.

Fra le coproduzioni della Biennale Danzaspicca Tangent di Shiro Takatani,cofondatore e direttore artistico di Dumb Type, un nucleo di artisti che della ricerca tecnologica ha fatto uno stile di vita e impiega media diversi nel proprio lavoro, che trova espressione in mostre d’arte e installazioni museali, performance, produzione di audiovisivi, vantando collaborazioni con Ryoji Ikeda e Ryuichi Sakamoto. Tangent, con cui Shiro Takani dopo quasi dieci anni torna al lavoro per il palcoscenico, esplora lo spazio liminale tra arte, scienza e tecnologia.

In controtendenza, Alan Lucien Øyen sceglie un approccio analogico per Still Life, interpreti Daniel Proietto e Mirai Moriyama. Regista, coreografo e artista, esponente di punta di un’area fertile per le arti performative come il Nord Europa, Alan Lucien Øyen è uno dei due coreografi chiamato a creare per il Tanztheater Wuppertal Pina Bausch, oltre che coreografo stabile all’Opera e al Balletto nazionale norvegese e fondatore di un collettivo di artisti, “winter guests”.

Infine, sempre in coproduzione con la Biennale, la compagnia indipendente con sede a Barcellona GN|MC, ovvero la catalana Maria Campos e il libanese Guy Nader, presenta un nuovo lavoro, “un’ode alla vita e alla sua fragile atmosfera”, un incontro fra danzatori che impiegando schemi di movimento ripetitivi e ciclici, evoca un’atmosfera ipnotica che altera la nostra percezione visiva trasformandola in un paesaggio di entità viventi.

Tra i più seguiti coreografi della sua generazione, il destinatario del Leone d’argento Trajal Harrell, che ha portato le sue creazioni tanto in luoghi d’arte come in festival e teatri – fra cui MoMA, Stedelijk Museum, Biennale di San Paolo, Biennale di Gwangju, Festival di Avignone, The Kitchen di New York – inaugurerà e concluderà il festival con Sister or he Buried the body e Tambourines. Due lavori esemplari di quella “archiviazione fittizia” con cui Harrell rigenera materiale storico e forme della danza pre-esistenti.

Percorrerà il Festival un tributo al Leone d’oro alla carriera Cristina Caprioli,danzatrice, coreografa, teorica sperimentale, accademica e curatrice,che con i suoi lavori esprime un’idea di coreografia come “discorso critico in continuo movimento”, in cui l’atto creativo non è mai disgiunto dalla riflessione. Deadlock, Flat Haze, Silver sono fra i suoi ultimi lavori, cui si aggiunge The Bench, che Cristina Caprioli stessa, facendosi mentore d’eccezione, creerà per e con i danzatori e coreografi selezionati di Biennale College.

Arti e saperi. Come ogni anno il festival sarà accompagnato da laboratori per specialisti ma anche aperti a tutti con alcune delle compagnie ospiti. Incontri e conversazioni permetteranno di avvicinare il pubblico agli spettacoli in programma. Infine, Indigo Lewis e Ravi Deprees, maghi dell’obiettivo fotografico l’una e del video il secondo, testimonieranno lungo l’intero arco del festival, compagnie e artisti invitati per l’Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale.

Biennale Musica

Programmato dal 26 settembre all’11 ottobre, il 68. Festival Internazionale di Musica Contemporanea diretto da Lucia Ronchetti è dedicato alla Musica assoluta. “In 16 giorni di concerti ed eventi teorici, il festival cercherà di analizzare il significato della musica quale linguaggio autonomo, entrando nel laboratorio dei compositori e degli interpreti più rigorosi e inventivi che elaborano partiture, programmi, codici e performance, senza alcun riferimento extra-musicale e senza riferimenti visivi. Il repertorio generato dalle diverse forme di creatività musicale in ambito di musica assoluta include attualmente ambiti compositivi e performativi estremamente diversificati. Alla tradizione di matrice europea della musica contemporanea scritta, fondante nello sviluppo della musica come disciplina autonoma, si aggiunge l’immenso repertorio delle diverse scene dell’elettronica e quello generato dalle prassi improvvisative testimoniate da sofisticate tecniche di registrazione”. 

Il festival si articolerà in dieci sezioni.

La sezione Polyphonies“presenta complesse composizioni per orchestra, con solisti e trattamento elettronico. Le tecniche sofisticate sviluppate dai celebri compositori coinvolti in questa sezione, attraverso la costruzione di raffinate stratigrafie sonore, generano monumentali architetture acustiche”.Tre i concerti in programma: con l’Orchestra del Teatro La Fenice che insieme all’Ensemble Modern, Tito Ceccherini sul podio, presenta le prime italiane del Leone d’oro alla carriera Rebecca Saunders (Wound) e Unsuk Chin (Shards of Silence); con l’orchestra della WDR Sinfonieorchester di Colonia diretta da Ilan Volkov, interprete di brani di Marco Momi (co-commissione della Biennale), di Beat Furrer in prima italiana, e di Bernd Alois Zimmermann; con la Frankfurter Opern-und Museumsorchester diretta da Thomas Guggeis per le due commissioni della Biennale a Luca Francesconi (Sospeso) e Salvatore Sciarrino (Nocturnes).

Assolo è una sezione “incentrata su raffinate e virtuosistiche composizioni strumentali, secondo l’idea concettuale che la scrittura per strumento solista possa rendere un’espressione completa dell’estetica di un compositore”. Il pianista francese Bertrand Chamayou eseguirà pagine della letteratura pianistica di George Benjamin, Unsuk Chin, insieme a un nuovo brano di Miles Walter, giovane compositore americano di Biennale College. La pianista giapponese Chisato Taniguchi sarà interprete di una selezione dei lavori pianistici di Alberto Posadas, accanto al nuovo lavoro commissionato dalla Biennale a Miharu Ogura. La violista americana Hannah Levinson presenterà la prima assoluta di Jaeduk Kim, compositore sudcoreano di Biennale College, insieme alle prime italiane della compositrice iraniana Bahar Royaee e del compositore americano Michael Pisaro-Liu

Listening/Hearing è uno “spazio installativo per l’ascolto individuale che sarà realizzato durante tutto il festival nelle Sale d’armi E dell’Arsenale, con la diffusione del suono curata dal compositore e sound engineer Thierry Coduys. Questo antro sonoro presenterà opere di musica elettronica digitale e acusmatica, composte in studio o generate in concerto con tecnologie innovative, per evidenziare le tendenze attuali dell’elettronica finalizzata alla ricerca della musica assoluta”. Ci saranno opere di compositori come Dmitri Kourliandski (Mosca), Patricia Kopatchinskaja (Chișinău), Natasha Barrett (Norwich), François J. Bonnet (Parigi), Hanna Hartman (Uppsala),Mattia Parisse (Terni), proveniente da Biennale College, John Zorn (New York), Ali Nikrang (Teheran), oltre a due classici della ricerca elettroacustica come De Natura Sonorum di Bernard Parmegiani e Bohor diIannis Xenakis.

La sezione Sound Structures è “dedicata a vaste composizioni che esplorano la natura fisica del suono, conducendo il pubblico in un viaggio immersivo all’interno della realtà delle emissioni acustiche”. Verranno eseguiti due capolavori per percussioni: Le Noir de l’étoile di Gérard Grisey con l’ensemble ET-ET, insieme a Federico Tramontana e Alexsandra Nawrocka, provenienti da Biennale College, e la prima italiana di Tutuguri VI- Kreuze di Wolfgang Rihm con il collettivo tedesco Christian Benning Percussion Group, che eseguirà anche la prima assoluta, commissionata dalla Biennale, del compositore israeliano-palestinese Samir Odeh-Tamimi. L’ensemble americano Yarn/Wire sarà interprete di un’altra commissione della Biennale alla compositrice svedese Lisa Streich e della prima italiana di Zeno Baldi. La sezione presenta anche una performance della raccolta di concerti L’estro Armonico di Antonio Vivaldi con la Venice Baroque Orchestra diretta da Andrea Marcon “per mettere in evidenza il lavoro straordinario e ante-litteram del compositore veneziano nell’ambito di una ricerca strumentale pura e autonoma”. Conclude la sezione un concerto dell’Ensemble Modern, Leone d’argento del festival, che unisce il Leone d’oro Rebecca Saunders con la prima italiana di Skull e un pezzo per percussioni della compositrice di Hong Kong Alice Hoi-Ching Yeung, selezionata da Biennale College.

Absolute Jazzpresenta “solisti di diversa provenienza culturale che fanno riferimento al linguaggio jazzistico nella loro ricerca improvvisativa, intesa come prassi compositiva basata su codici riconosciuti”. Saranno in scena: Georg Vogel, performer viennese, con il suo Claviton; la violinista e compositrice libanese Layale Chaker e il suo violino a sei corde; il trombettista statunitense Peter Evans e il percussionista, pianista e compositore americano Tyshawn Sorey, esponente di spicco di una nuova generazione di performer/compositori decisi a superare gli schemi e le divisioni tra i generi.

Counterpointspresenta “grandi meccanismi contrappuntistici presenti nell’ambito della scrittura attuale, strutture complesse che si animano e si dissolvono nel tempo dell’ascolto, dispositivi musicali che trasportano gli ascoltatori in paesaggi sonori escheriani”.

Ci saranno due lavori fondanti della compositrice russa Galina Ustvolskaya eseguiti dalla violinista Patricia Kopatchinskaja e dal pianista Markus Hinterhäuser; il quartetto francese Quatuor Béla presenterà una prima assoluta, commissionata dalla Biennale, di Tristan Murail e una di Hristina Susak, giovane compositrice serba di Biennale College. Il quartetto newyorkese Attacca Quartet presenterà la prima assoluta di daisy, di David Lang, accanto al capolavoro di George Crumb, Black Angels. Infine, il Kandinsky Quartet, quartetto d’archi viennese selezionato attraverso i bandi di Biennale College, che eseguirà lavori del repertorio quartettistico contemporaneo di Salvatore Sciarrino, Georg Friedrich Haas e del giovane compositore sloveno Vito Žuraj.

Solo Electronicscomprende tre concertiche si svolgeranno nel Padiglione 30 di Forte Marghera con pubblico in piedi e libero di muoversi con rinomati protagonisti dell’elettronica sperimentale e tecnologie sofisticate”. Ci saranno le esibizioni live del compositore e chitarrista irlandese Sam Barker, il sound artist canadese Tim Hecker, la dj tedesca di origini mozambicane Cecilia Tosh; performance di Richard Devine, producer di Atalanta, Pan Daijing, musicista e artista cinese di stanza a Berlino, e Søs Gunver Ryberg, artista danese, un conceerto che rinnova la collaborazione con il CTM di Berlino; infine il dj palestinese Muqata’a e l’artista e musicista ungherese Zsolt Sörés/Ahad con due nuovi lavori (commissione della DAAD di Berlino) che evidenziano le caratteristiche linguistiche delle due grandi tradizioni musicali, rielaborate con una straordinaria perizia tecnica; infine il producer sudafricano Robert Machiri

Pure Voicesè una sezione volta a suggerire la possibilità che la musica vocale, se legata a un testo rarefatto e destrutturato, distillato dalla sua portata semantica e comunicativa, possa dare origine a progetti di musica pura, conducendo l’ascoltatore a un’esperienza estatica e meditativa”. Nella Basilica di San Marco, il Coro della Cappella Marciana diretta da Marco Gemmani eseguirà lo Stabat della compositrice svedese Lisa Streich accanto allo Stabat Mater di Pierluigi da Palestrina e allo Stabat Mater di Giovanni Croce. Catherine Simonpietri dirigerà l’ensemble vocale parigino Sequenza 9.3, interprete di un programma dedicato alla musica vocale assoluta, con lavori della compositrice lettone Santa Ratniece, dellacompositrice lituana Justė Janulytė e di Arvo Pärt.

Musica Reservata è un “concetto di elaborazione compositiva ideato nel Rinascimento per sottolineare che la musica sperimentale doveva essere inizialmente rivolta a un pubblico selezionato o addirittura concepita solo per il compositore stesso e i suoi interpreti, da il titolo ad una sezione che presenta lavori di ricerca ambiziosa per uno strumento o piccolo ensemble strumentale di virtuosi”. Ci saranno la compositrice e violista da gamba austriaca Eva Reiter con il suo nuovo lavoro commissionato dalla Biennale, in dialogo con le musiche di Monsieur De Sainte Colombe, in collaborazione con la violista da gamba Romina Lischka. I solisti veneziani Massimo Raccanelli e Cristiano Contadin e il giovane violista da gamba italiano Giulio Tanasini eseguiranno brani di Benedetto Marcello e la prima esecuzione assoluta della compositrice tedesca Isabel Mundry. La sezione è completata dalla performance della compositrice e polistrumentista iraniana Golfam Khayam, basata sulla musica tradizionale persiana e sulle tecniche ornamentali nell’ambito della performance improvvisativa.

Tavole rotonde, incontri teorici e conferenze dei protagonisti del Festival con ospiti internazionali costituiscono la sezione di Ricercare, per “riflettere sui diversi aspetti del lavoro compositivo ed esecutivo in relazione al concetto di Musica assoluta. Gli incontri si svolgeranno tutte le mattine nella Biblioteca ASAC”.

Biennale College Musica, integrato nel tema del festival, la musica assoluta strumentale ed elettronica in ambito performativo e compositivo, ha selezionato 11 giovani musicisti under 30 su 408 candidature arrivate da 58 Paesi: in residenza a Venezia in tre fasi di due settimane, hanno lavorato e lavoreranno insieme ai tutor per preparare diversi interventi compositivi ed esecutivi in molte delle sezioni del festival.

Per il quarto anno giovani musicisti under 25, provenienti dai Conservatori italiani, sotto la guida del pianista e organizzatore Oscar Pizzo, assegneranno il Premio alla miglior composizione e il Premio alla miglior performance tra quelle in programma.

Si rinnova la collaborazione con Rai Radio3 per le trasmissioni “Lezioni di Musica” – in diretta dalla Sala delle Colonne, sede della Biennale, con Giovanni Bietti a cura di Paola Damiani – e “Tre soldi”, cinque audio-documentari realizzati da Giovanna Natalini che racconteranno l’esperienza dei giovani artisti di Biennale College Musica. 

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