Grazie alla piattaforma Mymovies One, nella sezione del festival Lo schermo dell’Arte, è possibile vedere un documentario che riprende Jean Michel Basquiat dal vivo, attraverso una lunga intervista del 1986, realizzata due anni prima della sua tragica fine dalla regista stessa Tamra Davis: “Jean Michel Basquiat, the radiant child”.
Nato a Brooklyn nel 1960, Jean Michel Basquiat iniziò come graffitaro e creò un tipo di pittura su tela in stile collage. Spesso fra i colori poneva parole e frasi apparentemente non correlate, in realtà simboli subliminali originati da riflessione, che suscitarono interesse anche nella stampa.
Di padre haitiano e di madre di origini portoricane, diciassettenne, se ne andò di casa e visse come senzatetto, dipingendo per le strade di New York insieme ad Al Diaz, utilizzando lo pseudonimo di Samo. La Davis mette in scena foto e preziosi video dell’artista, immagini dei suoi quadri, testimonianze dalla sua diretta voce, avvenimenti che lo identificano tra il 1977 e il 1988.
Aveva un fascino magnetico che lo poneva al centro dell’attenzione, non solo fra i critici e i mercanti, anche fra le donne. Vediamo Basquiat suonare nel complesso dei Gray malgrado non fosse musicista; recitare nel film New York Beat che uscì molti anni dopo; ascoltiamo la prima fidanzata raccontare la loro vita di coppia difficile e sconvolta dal suo rapido, quanto inaspettato, successo.

In principio fu lei a mantenerlo, poi arrivarono guadagni che lui non era capace di gestire, tanto che non aveva conto in banca e lasciava mazzi di banconote per casa. La svolta nella carriera avvenne grazie alla mostra New York New Wave del 1981, dove espose con celebrità di spicco come Andy Warhol e Keith Haring, entrò a far parte di una cerchia prestigiosa piazzandosi definitivamente nel mercato dell’arte. Fu protetto da Andy Warhol, ma cadde in una pesante dipendenza dall’eroina.
Basquiat godeva dell’alone proverbialmente romantico del genio e sregolatezza: la necessità del riconoscimento che nell’infanzia gli era mancato fu il motore che lo spinse. La sua creatività venne inglobata dal sistema del mercato dell’arte e passò dal nulla a una quantità smisurata di dollari che lo trasformò in merce di scambio.
Fu il primo talento afroamericano oggetto di contrattazioni economiche internazionali, da alcuni chiamato Black Picasso, il Picasso nero, appellativo che Basquiat definì lusinghiero ma anche avvilente. La morte di Andy Whahol fu per lui traumatica. Straziante per Jean Michel ancora ragazzo il sentire e dipingere la sua fine incombente.
Morì il 12 agosto 1988 per overdose di eroina e non aveva ancora compiuto 28 anni. Aprì la strada ai creativi afroamericani e influenzò la ridefinizione dell’arte contemporanea. La sua vita tanto breve, malgrado tutto, stimola ancora riflessioni su razza, classe e potere: per quello che era come essere umano e come pittore.
Jean-Michel Basquiat: The Radiant Child è un film del 2010 diretto da Tamra Davis. Durata: 88 min. Paese di produzione: USA.