Cannes 2014. Dramma morale e umano di una donna in Deux jours une nuit

CANNES –  Le vittime della crisi hanno ispirato i fratelli Luc e Jeanpierre Dardenne, due Palme d’oro e un Gran Prix della Giuria, che tornano a Cannes ad accompagnare il loro film, in concorso al 67 esimo Festival del Cinema. Deux jours e une nuit è un film umano, coinvolgente, che emoziona, una storia forte e attuale con protagonista  una convincente Marion Cotillard.

Due giorni e una notte racconta la  drammatica storia di Sandra ( Marion Cotillard), che vive nella banlieu di Liegi, si è appena ripresa da  una depressione e si  vede costretta a  lottare per il proprio posto di lavoro appeso a un filo. Al suo fianco il suo compagno di vita, Manu (Fabrizio Rongione) che la sprona con tutte le sue forze a conservare il suo impiego. Durante un difficile wee-kend, dovrà bussare porta a porta e persuadere i  suoi colleghi  a rinunciare a  un premio di produzione di 1000 euro in busta paga, offerto dal proprietario dell’azienda, in cambio del suo posto di lavoro.    Come è nata l’idea di fare il film? 

Luc Dardenne:  Quello che per noi era  importante mostrare la crisi sociale ed economica nella quale l’Europa si trova attualmente. Da anni pensavamo di lavorare attorno a una donna che sta per essere licenziata con l’accordo dei suoi colleghi di lavoro. E deux jours e une nuit è nato quando abbiamo immaginato la coppia di Manu e Sandra uniti , affiatati  nell’avversità. Jeanpierre Dardenn: Ci interessava mostrare qualcuno di escluso, debole che troverà forza e coraggio grazie alla lotta, fatta insieme a suo marito.

Manu, il marito inciterà Sandra a incontrare i colleghi il tempo di un Week-end perché riconsiderino il loro voto e lei possa essere reinserita? Jeanpierre: Manu è un po’ sindacalista, le “coach” di Sandra. Lui la convincerà che esiste una possibilità e che sarà capace di fare cambiare opinione ai suoi colleghi. E’ importante la solidarietà della coppia in momenti così difficili. Luc: Sandra prende il suo coraggio all’interno della coppia. Manu ama profondamente sua moglie, lotta contro la sua depressione e l’aiuta a smettere di avere paura. All’inizio del film Manu crede in Sandra più che lei non creda in se stessa. 

Nel film i colleghi i Sandra hanno votato per una riduzione del personale e un aumento dello stipendio in cambio del suo licenziamento, avete notato un comportamento simile nel mondo del lavoro? Jean-Pierre :Si incontra tutti i giorni nel mondo del lavoro, in Belgio come altrove l’ossessione a un individualismo e a una lotta violenta di uno contro l’altro, gli operai del film sono in una situazione di concorrenza e rivalità permanente e in una classe lavoratrice scomposta in un individualismo e in una lotta tra poveri costretti ad contentarsi delle briciole offerte da propri datori i lavoro. Jeanpierre : possiamo dire che questa donna è cambiata, ha ritrovato la sua dignità, la sua vita,  grazie alla solidarietà.  Nel film gli operai non pensano mai a uno sciopero o una lotta contro la proposta del loro capo?

Jeanpierre: Noi abbiamo appositamente scelto una piccola azienda dove i dipendenti non possono costituire un sindacato.  E’ certo che l’assenza di una reazione collettiva di lotta contro il principio di questo voto, rivela la mancanza di solidarietà di oggi.

A causa della crisi abbiamo perso solidarietà e valori?

Luc Dardenne: La solidarietà va costruita, è un atto morale, come ad es.  negli anni 60 quando gli operai  dovevano dire alla propria moglie che ci sarebbero stati meno soldi in busta paga per aderire al sindacato e lottare. Nel film Sandra non è una donna che ha una tradizione politica, ma decide di lottare e alla fine riacquista la sua dignità e la sua vita.

Condividi sui social

Articoli correlati