Teatro Cometa Off. “Vita morte e miracoli”: i sentimenti da cui origina il senso del teatro. Recensione

ROMA – Come si puo’ridere della morte e piangere della vita in un palcoscenico di neanche 30 metri quadri?

Sembra uno spazio ristretto per raccontare le emozioni di un’intera esistenza e le paure di quella che verrà (se verrà) ma quattro bravi interpreti guidati da un testo incisivo e ricco di (soddisfatte) aspettative ci riescono brillantemente. Accade in questi giorni (e fino al 9 novembre) al Teatro Cometa off di Roma, uno dei centri di teatro contemporaneo più attivi della Capitale che – come ci dicono all’entrata – resiste alla crisi, resiste al tempo sopraffatto dall’era delle fretta multimediale e, soprattutto cerca di riportare all’autentico e riflessivo dialogo attore-spettatore quanti sono ancora desiderosi di impregnarsi in drammaturgie mentali su cui riflettere.

 All’apparenza la VITA MORTE E MIRACOLI di Lorenzo Gioielli diretta da Riccardo Scarafoni (interprete in scena insieme a Veruska Rossi, Fabrizio Sabatucci e Francesco Venditti) è un testo giocato sugli incastri relazionali di due coppie: la prima, quella formata dai coniugi Marco e Ilaria, sposati da anni e conviventi in un clima borghese che ha preso inevitabilmente controllo sulla esistenza quotidiana trasformando in routine perfino i malumori, i litigi e le frecciatine velenose di coppia; la seconda, composta da Dario ed Emanuele (quest’ultimo in coma in seguito ad un improvviso embolo cerebrale), pervasa da un puro Amore, quello con la maiuscola che deroga dalla sessualità per orientarsi a rapporti infantili e – proprio per questo, più autentici; la terza coppia, formata da Ilaria ed Emanuele, che hanno fatto l’amore nonostante le convenzioni dei reciproci ruoli sessuali, perché si respirano in una continua attrazione psico-fisica.

 E poi ancora la vera coppia coniugale, quella formata da fratello e sorella nella quale si sfogano realmente i nervi di una situazione sentimentale profonda che va avanti da una vita, colma di insoddisfazioni, di atteggiamenti non dichiarati, di complicità ludiche ma anche di segreti pericolosi ad essere rivelati. Infine il duo di cognati Marco-Dario, che proprio attraverso la loro continua diffida nei confronti dello stile di vita l’uno dell’altro alimentano un pensiero unico che smonta e ricompone ma che soprattutto, attraverso un pepato dialogo-confronto sulle modalità dell’amore, riesce ad aprire le rispettive menti accomunandole agli essenziali valori umani di base… Ora, prendete queste coppie, mischiatele di fronte ad un letto di ospedale nel bel mezzo di una situazione drammatica irreversibile e personificate le fantasie, i desideri ed i più reconditi timori di ogni personaggio facendo resuscitare per alcuni momenti (ma indubbiamente i più drammaturgicamente intensi) proprio l’unico protagonista intubato che non ha potere di parola, ed ecco che il gioco dell’autore si distingue da ogni qualsivoglia tragi-commedia sentimentale, non solo per l’originalità del plot e della perfetta situazione prossemica che anche nelle direzioni ed inseguimenti sul palco riesce a farci entrare all’interno delle frustrazioni più intime di ogni personaggio (a dimostrazione di un’attenta, calibrata e precisa regia), ma proprio perché attraverso il verbo surreale, quello pilotato da un imprevedibile subconscio cromatico, si colgono le sfumature sentimentali più recondite che – udite udite – si riflettono in maniera diretta sulla stessa fruizione spettatoriale. Ed infatti ogni tic, battuta, nevrosi, abbraccio, sfogo vocale degli attori in scena (tutti allo stesso alto livello recitativo) si riflette continuamente sul sorriso, risata, temporaneo blocco di respiro e (purtroppo e inaspettatamente sul finale) lacrima vera, che li accompagna nella loro storia ed è loro solidale proprio perché la Vita, la Morte ed i Miracoli di cui parla Gioielli nella sua opera sono gli stessi con cui dobbiamo fare i conti quotidianamente prima che un destino – in qualunque forma si manifesti – ce li porti via del tutto.

Ritmo serrato, talento brioso ed espresso volutamente con calma nella micro partitura gestuale, mimica e locutoria del fatidico poker d’assi scenico: uno spettacolo insomma da vedere per riflettere, su cui riflettere per ridere, su cui ridere per condividere insieme agli artisti dello spettacolo contemporaneo un pezzo di scena off che purtroppo, tristemente, si sta estinguendo. Ma forse – e questo ne è un esemplare emblema – c’è chi ancora crede ad una sua resurrezione.

Vita Morte e Miracoli

Di Lorenzo Gioielli

Con: Veruska Rossi, Fabrizio Sabatucci, Riccardo Scarafoni, Francesco Venditti

Regia: Riccardo Scarafoni

Teatro Cometa Off, ViaLuca della Robbia 47 –Roma

Dal 14 ottobre al 9 novembre 2014

http://www.teatrodellacometa.it/off/

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