Teatro Spazio Uno. Oltre la storia di Tim e Jeff Buckley. Recensione

ROMA – Una storia che lascia  graffi sull’ anima cosi come una puntina rovinata solca sgraziatamente  il vinile della loro musica.

Questa è la sintetica ma non sufficiente espressione ad introduzione di uno spettacolo che, per quanto ispirato da una forte spinta emozionale, racchiude altro e, tra l’”altro”, molteplici significativi elementi di unicità, tecnica, virtuosismo, spontaneità, immaginazione… Stiamo parlando di ONCE I WAS. OLTRE LA STORIA DI TIM E JEFF BUCKLEY, uno spettacolo scritto, diretto, cantato e interpretato da Francesco Meoni, accompagnato sulla scena da un organico di cinque intraprendenti musicisti insieme ai quali ripercorrere un pezzo di storia rock americana. E’ la vicenda di un padre e un figlio, artisti noti al mondo discografico e agli appassionati per la loro produzione psychadelico-sperimentale (Tim) e folk-alternativa (Jeff): un percorso di vita che raramente si incrociò – nonostante la consanguineità – ma che lasciò segni indelebili. Tracce di mancata comunicazione e di deviazione familiare causata dai binari di una carriera in ascesa, nelle quali le figuri femminili sono un indispensabile contorno ma in cui l’interiorità emozionale – tra debolezza, motivazione e rassegnazione o alienazione alle leggi dello show business – la fa da protagonista nei meandri di un sound nuovo, personale e sicuramente subliminale.

La scelta di Meoni, nel racconto introspettivo di un padre sul figlio (e non come accade di solito, viceversa), è vincente nella misura in cui il senso di colpa e disperazione di un genitore che abbandona la giovane compagna di scuola incinta per tentare uno stralcio di carriera si integra alla sua, più che ambizione di successo, perdizione nelle nuove sonorità creative generate dalla frequentazione di un ambiente artistico tutto nuovo. E se i geni di famiglia parlano chiaro, anche parte del talento di Jeff diventa uno sprono per farsi notare, sebbene filtrato da una personalità decisamente più complessa. Come fossero due facce di uno stesso LP – e il giradischi in scena, che è il segno di una comunione virtuale, rappresenta il felice condizionamento di un’intera generazione di ascoltatori – le realtà di Tim e Jeff Buckley si districano tra gli spasimi, gli accenti, i fiati, le intonazioni melodiche, le urla di disperazione, gli accanimenti gestuali, le rincorse mentali e le attente partiture spaziali di un attore che penetra un doppio umano, un performer che, incoraggiato dalla toccante musica dal vivo dei suoi compagni di viaggio, anima una tessitura emotiva in grado di colpire anche chi non conosce la drammatica storia dei due rocker (purtroppo accomunati da uno sfortunato e prematuro destino). Una sfida, quella di Francesco Meoni, che dopo una settimana di tutto esaurito allo Spazio Uno di Roma verrà ripresa, nello stesso locale trasteverino, dal 24 febbraio al primo marzo. Una perfetta occasione da non perdere per trovare, ritrovare e ritrovarsi tra parole e note, alla ricerca di nove motivazioni interiori…

Elisabetta Castiglioni

ONCE I WAS. OLTRE LA STORIA DI TIM E JEFF BUCKLEY

di e con Francesco Meoni

Con

Vincenzo Marti (voce e chitarre)

Toni Mancuso (tromba e flicorno)

Danilo Valentini / Luca Figlioli (chitarra)

Nicola Ronconi / Alberto Caneva (basso)

Rocco Teora / Salvatore Caruso (batteria)

Dal 24 febbraio al 1 marzo 2015

TEATRO SPAZIO UNO

Vicolo dei Panieri 3 – Roma

06 45540551

Ingresso: €12 (intero) – € 10 (ridotto)

Orari: da martedì a sabato ore 21 – domenica ore 18

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