Teatro Salauno. “Fuoco su tre sorelle”: il tempo dei sogni, il tempo del disincanto. Recensione

ROMA – Va in scena al teatro Salauno un fedele adattamento del dramma in quattro atti scritto nel 1900 da Anton Cechov.

Nella Russia del diciannovesimo secolo, tre sorelle di estrazione aristocratica si affacciano alla vita e sognano il ritorno nell’amata Mosca, lasciata quando erano piccole. L’esistenza di provincia rischia di porle ai margini sia rispetto alle ambizioni professionali che all’opportunità di instaurare relazioni significative al di fuori di un nucleo familiare sempre più avviluppante. Irina, la sorella minore, è inquieta, esalta il valore del lavoro, disprezza il suo impiego da telegrafista. Dovrà fare i conti con il muro interno che ha frapposto tra sé e gli altri. Il legame con un uomo che non ama non le sarà di conforto. Masa ha sposato, appena diciottenne, un insegnante di liceo di cui aveva idealizzato le doti intellettive. Il fuoco della passione si è presto spento: l’incontro con un ufficiale, che rievoca l’immagine del padre morto, produce la scintilla che riaccende il suo spirito. Olga, la più grande, è il punto di equilibrio della famiglia: si prende cura delle sorelle e non intreccia relazioni amorose, distante da qualsiasi coinvolgimento sentimentale. L’ultimo componente della famiglia è il fratello Andrej, dotato di grandi ambizioni e elevate capacità, eppur estraneo a sé stesso e al mondo che lo circonda.   

L’adattamento, curato da Viviana Di Bert, mette in luce un microcosmo familiare permeato da piccole ossessioni, fragilità ora celate ora drammaticamente evidenti. Il testo, raffinato, curato, mai barocco, ci introduce con garbo nel mondo interiore di personaggi complessi, conflittuali, desiderosi di mutare e al contempo strettamente ancorati alle loro identità. La loro vita si muove fra filosofia e sentimento, rigide prescrizioni sociali e aneliti di libertà. Le emozioni sono spesso sottaciute, trattenute. Non è semplice, in assenza di clamore, rendere fruibili contenuti complessi. “Fuoco su tre sorelle” ci riesce. Non urla, ma afferma con precisione. Fornisce istantanee chiare ed efficaci di un sistema di rapporti articolato, prossimo dunque alla realtà spesso ambigua della condizione umana. La scenografia di interno, organizzata su tre piani, splendida per ideazione e realizzazione, si compone di elementi della quotidianità, muti ma altamente significativi: sedie, poltrone, un tavolo attorno al quale si discute e si creano miti familiari. Un unico luogo dunque, una casa fonte di afflizioni e costrizioni ancor più che d’affetto. Il tempo è il protagonista della rappresentazione, sia a livello di tempo oggettivo che di raffigurazione interiore. I quattro momenti dell’ opera (onomastico di Irina, carnevale, incendio, partenza degli ufficiali) segnano piccoli e significativi sviluppi nella rete di relazioni e nel percorso interiore dei personaggi. La loro raffigurazione del tempo invece, in particolare la prefigurazione del futuro, è intrisa di sogni, desideri, perenni delusioni, amare costatazioni sul raggiungimento impossibile della felicità.

Da parte nostra, il tempo durante il quale abbiamo assistito allo spettacolo è stato vissuto con coinvolgimento ed intensità. Merito di un adattamento attento, di una idea scenica felice e dell’ interpretazione convincente di attori non sempre perfetti, sempre appassionati. Nel dramma, nella rappresentazione e nella vita, è quel che conta.

UN’ OPERA DI: ANTON CECHOV 

ADATTAMENTO, REGIA e IDEA SCENICA : VIVIANA DI BERT 

LUCI : GEMMA NUCCI

INTERPRETI: ELENA CAPPARELLI, FRANCESCA LA SCALA, FRANCESCO BLASI, GIULIA PINZARI, GIULIO GIOIA, GIUSEPPE SCIALLA, GLORIA ANNOVAZZI, STEFANO POMPILI ROSSINI, VALERIA DE MATTEIS

IN SCENA AL TEATRO SALAUNO, PIAZZA DI PORTA SAN GIOVANNI 10 

DATE: 20 – 21 – 22 MARZO 2015

COSTO DEL BIGLIETTO: INTERO EU 12,00/RIDOTTO EU 10,00/CORTESIA EU 2,00. 

PER INFO E PRENOTAZIONI: [email protected] – 06/86606211 

Beniamino Conforti

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