“Ho ucciso Napoleone”. Quando la vendetta è donna. Recensione. Trailer

ROMA – “Nella vita bisogna essere come un sofficino surgelato”. Parola di Anita, una fredda, cinica e spregiudicata Micaela Ramazzotti, protagonista di Ho ucciso Napoleone, la nuova commedia noir della romana Giorgia Farina, classe 1985. 

Impeccabile donna in carriera, bella, di successo e più che sicura di sé, Anita si ritrova in un batter d’occhio scaricata dal capo e amante Paride, – Adriano Giannini –. Disoccupata e incinta. E mentre le certezze di Anita si sgretolano davanti a un’ecografia, lui resta al suo posto. Insieme al suo lavoro e alla famiglia, con tanto di figlie gemelle, che non ha nessuna intenzione di abbandonare. Anita vacilla e con la freddezza glaciale imparata da piccola, si ritira su, meditando una diabolica vendetta. Obiettivo: distruggere la vita di Paride e riconquistare il suo posto da manager, distruggendo un po’ anche le carriere dei suoi ex colleghi. Complice perfetto, un goffo e timidissimo avvocato, Biagio, eccellente Libero De Rienzo, che la aiuterà ad infiltrarsi nell’azienda dalla quale è stata estromessa, e ad affrontare una gravidanza accolta da Anita con molto poco spirito materno – “Ora mi spieghi quel coso come c’è finito lì dentro!” Dice alla ginecologa durante la prima ecografia – . Ma la regista avverte: “Considero Anita e i due protagonisti maschili del film come personaggi molto moderni, sono fragili e doppi. Nessuno nel film è come sembra”. 

La vendetta diventa attività collettiva: così Anita, cinica e solitaria donna single, ossessionata dalla libertà e refrattaria a qualsiasi legame affettivo, consocerà prima per convenienza, poi perché l’amicizia riesce a sciogliere anche lei, un gruppo di donne (interpretate da Iaia Forte, Elena Sofia Ricci, Thony e Monica Nappo) che si renderanno prima complici, poi confidenti affettuose.  Una solidarietà femminile tra donne che in comune non hanno quasi niente. E tra le quali, tuttavia, possono nascere legami inaspettati e empatia. “Mi interessa raccontare l’amicizia femminile e contrastare l’idea che le donne fra loro si sentano sempre rivali, che lottino per un uomo o per un posto di lavoro e che in fondo se sono amiche è solo per avere qualcuno per andare al bagno insieme”, dice la regista. 

Dopo il successo di Amiche da morire, la commedia noir al femminile, con Claudia Gerini, Cristiana Capotondi e Sabrina Impacciatore che ha vinto il Globo d’oro alla miglior sceneggiatura e conquistato la candidatura ai David di Donatello come miglior regista esordiente, Giorgia Farina scrive con Federica Pontremoli un film a metà una commedia nera e un thriller. Si ride molto, e in questo Libero De Rienzo è abilissimo. A diventare donna algida anti famiglia Miacaela Ramazzotti fatica un po’. Saranno i ruoli da mamma in Anni felici, La prima cosa bella o da quasi mamma nel recente Il nome del Figlio a remarle contro? Anita è una diavolessa, un satanasso, detesta gli uomini, si porta dentro ferite profonde dell’animo e le conseguenze di famiglie disastrate ma non si arrende, non si piange addosso, ha un approccio matematico alla vendetta – spiega l’attrice- . Mi piace molto la novità di usare nella regia i toni pulp della dark comedy facendo un cinema che guarda già al futuro”.

Ho ucciso Napoleone 

Regia: Giorgia Farina 

Sceneggiatura: Giorgia Farina

Federica Pontremoli

Con: Micaela Ramazzotti, Libero De Rienzo, Adriano Giannini, Iaia Forte, Thony e Elena Sofia Ricci 

Distribuzione: 01 Dsitribution

Produzione: Bibi Film con Rai Cinema 

Genere: commedia 

Durata: 90 minuti  

Data di uscita: 26 marzo 

Ho ucciso Napoleone – Trailer

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