FIUGGI (nostro inviato) Al Fiuggi Film festival molto attesa la proiezione del docu-film” La Trattativa” di Sabina Guzzanti che parla della negoziazione tra Stato e Mafia che pose fine alla fase stragista che scosse l’Italia tra il 1992 e 1994.
Un film forte, duro che rivela verità sconvolgenti sul legame tra politica, criminalità organizzata, magistratura, Forze dell’Ordine e Massoneria. Sabina Guzzanti è arrivata a sera nella graziosa cittadina termale in tempo per sentire l’applauso del pubblico ai titoli di coda. Quindi si è generosamente concessa fino all’una di notte a una platea curiosa e sconcertata dalla pellicola, rispondendo a domande del pubblico, dei giovani giurati del Festival e della Stampa. Ecco che cosa ci ha detto.
D. Come è nata l’idea del film?
Mi sono interessata a questo argomento perché non ne avevo un’idea molto chiara e, andando avanti nelle ricerche, sono rimasta sconvolta da quello che ho saputo e ho pensato che molte altre persone non sapessero e dovevano sapere.
D. Perché nel film non è citato Andreotti?
Il film parla degli avvenimenti tra il 1992 e il 1994 e quindi approfondisce il tema del post- Andreotti, anche se è da lui che parte.
D. È girato in modo anomalo. Perché?
Mi sono messa a studiare leggendo migliaia di pagine e ascoltando centinaia di ore di registrazioni di processi. C’era troppo materiale da mettere in scena. Quindi ho scelto la formula teatrale-documentaristica-filmica, in modo che il racconto si potesse fondere bene con la verità degli avvenimenti.
D. Il lavoro di ricerca è stato solo con registrazioni e testi?
No, ho anche parlato con magistrati e mafiosi, ormai quasi fuori dal regime di protezione testimoni, che mi hanno raccontato fatti reali. In particolare due pentiti si sono dimostrati persone molte simpatiche e pronte alla battuta, anche se poi mi hanno rivelato di aver ucciso con le loro mani oltre cinquanta persone.
D. Ha avuto problemi a distribuirlo?
Pensavo di dover affrontare gli stessi problemi avuti con i due precedenti film “Viva Zapatero!”, che tratta della satira televisiva, e “Draquila”, all’epoca osteggiato apertamente da Bondi che attaccò persino il Festival di Cannes per averlo accolto, sfiorando l’incidente diplomatico. Tutta pubblicità per il film che tutti erano curiosi di vedere. Mentre per La Trattativa c’è stato il “silenziamento” totale. Nessun attacco diretto, la politica e la stampa lo hanno ignorato.
D. Il film ci dice che bisogna perseguire la legalità?
No, la legalità non è un obiettivo. Lo è la giustizia, perché le leggi le fanno i politici spesso corrotti. No viviamo in un Paese corrotto, quindi come si può pensare che la la magistratura sia la sola e unica classe di santi? Gli avvenimenti di cui parla La Trattativa sono accaduti anche grazie alla complicità della parte corrotta della magistratura. Ciò di cui abbiamo bisogno è una rivoluzione morale e culturale. Non basta che circolino informazioni, bisogna anche essere in grado di elaborare le informazioni che si recepiscono.
D. La trattativa non parla del Maxi processo …
No, ne parlo perché è proprio il maxi processo e le sentenze che ne derivano che scatenano la fase stragista. La Cassazione fino ad allora aveva sempre assolto tutti gli imputati mafiosi ma, per una serie di fortuite coincidenze, questo non accadde con le sentenze del maxi processo. Ciò fece venire meno il patto Stato/Mafia tenuto in piedi fino ad allora, scatenando la reazione della criminalità organizzata.
D. Progetti futuri?
In autunno partirà il programma TG Porco su La Sette, sarà la copertina di Piazza Pulita. Spero possa andare oltre la prima puntata.