Triennale Estate. Essere donna. Omaggio a due grandi donne del cinema: Cecilia Mangini e Agnès Varda

Presentano la maniofestazione Alina Marazzi e Daniela Persico

Triennale Milano presenta il primo di tre appuntamenti ideati da Alina Marazzi, regista di documentari, film e teatro, dedicati al cinema.

Martedì 22 giugno 2021, alle ore 21.30, Alina Marazzi e Daniela Persico, critico cinematografico, programmer e curatrice, membro del comitato di selezione del Locarno Film Festival, presenteranno Essere donna, una serata in cui si alterneranno talk e proiezioni in omaggio a due grandi figure del cinema: Cecilia Mangini e Agnès Varda.

Sono pochissimi i nomi femminili che emergono nella storia del cinema, ancora meno sono le donne che si sono messe dietro la macchina da presa nel periodo che intercorre tra gli anni cinquanta e gli anni settanta. Mosche bianche in un circuito dominato da grandi autori, le donne hanno dovuto lavorare con altri mezzi, armate di buon senso e dell’artigianalità che le spinge a confrontarsi con il senso profondo dell’immagine in movimento e con le sue potenzialità ancora inespresse. Spesso hanno realizzato dei capolavori, destinati a segnare l’evoluzione del cinema, nonostante siano costati quanto a Hollywood si spendeva per un rossetto.

La serata è dedicata a riscoprire due grandi autrici, che si sono trovate a far valere la propria voce e il proprio sguardo fin dagli anni cinquanta: la francese Agnès Varda e l’italiana Cecilia Mangini, due cineaste che hanno mosso i loro passi in contemporanea, non avendo timore di mettere al centro del proprio percorso artistico “l’essere donna”. La prima, libera da ogni tipo di costrizione ideale, ha portato avanti un cinema capace di spaziare dal documentario militante alla finzione, dall’arte contemporanea fino al ritratto in prima persona: ironica e profondamente provocatrice ha firmato cortometraggi come Réponse de femmes (1975) capace di mettere in crisi l’emittente televisiva per cui era stato prodotto e affermare verità sulla lotta femminile ancora tutte da affrontare, e Black Panthers (1968) che esplora in maniera eccentrica il noto movimento sulla lotta razziale restituendolo alla quotidianità.

Dall’altra parte Cecilia Mangini, scomparsa lo scorso gennaio, è la creatrice di nuove forme che partono dalle occasioni offerte dalla realtà (un rito, una lotta, un gioco) per svelarne un senso più profondo in piccoli film documentari della durata di una decina di minuti. La ricerca della verità, unita a un’innata curiosità e un’indomita sete di giustizia sociale, hanno sempre guidato le scelte di quella che è ritenuta la pioniera del cinema documentario italiano. Essere donne (1965), la prima indagine cinematografica sulla condizione femminile in Italia, e Tommaso (1965), ritratto della città di Brindisi attraverso gli occhi di un giovanissimo che sogna di diventare operaio per un futuro migliore, sono due esempi di un cinema che lotta per dare visibilità alle speranze della nuova classe lavoratrice italiana composta da donne e immigrati dal meridione.

I prossimi appuntamenti:

6 luglio 2021, ore 21.30
Cinema e moda: ieri, oggi e domani

20 luglio 2021, ore 21.30
Archeologia del cinema

Questo appuntamento fa parte del palinsesto di Triennale Estate, un progetto rivolto a tutta la città per tornare a vivere insieme la cultura. L’obiettivo di Triennale Estate è dare voce a diversi temi: dal design all’architettura, dalla rigenerazione urbana alla fotografia al teatro e alle performing arts, con una particolare attenzione a tematiche quali sostenibilità, green, diversity, dialogo intergenerazionale, valorizzazione delle figure femminili nell’arte contemporanea e con il contributo di discipline come la storia e la filosofia quali ulteriori chiavi di lettura per interpretare il contemporaneo.

I Partner Istituzionali Eni e Lavazza e l’Institutional Media Partner Clear Channel sostengono Triennale Milano. Il Main partner Intesa Sanpaolo e il Partner Lumina sostengono Triennale Milano per il progetto Triennale Estate.

Cecilia Mangini

Cecilia Mangini (1927 – 2021) è considerata la prima documentarista italiana. Regista, sceneggiatrice e fotografa, si trasferisce dalla Puglia a Roma all’età di 25 anni. Nel 1952 realizza un importante reportage nelle isole di Lipari e Panarea. Collabora con Pier Paolo Pasolini, dal cui soggetto realizza La canta delle Marane (1962). Insieme a Lino Del Fra dirige All’armi siam fascisti! (1962). Essere donne (1965) documenta la condizione femminile in Italia negli anni del boom economico. Il suo film dedicato a Grazia Deledda è solo l’ultimo capitolo di una filmografia straordinaria, patrimonio dal valore inestimabile che attraversa settant’anni della storia italiana.

Essere donne, 1965, colore, 16mm, 29 min

È tra le prime indagini cinematografiche sulla condizione femminile in Italia, analizzata nei suoi diversi aspetti: economici, sociali, psicologici, di costume. Partendo dai modelli femminili proposti dall’industria culturale – le dive del cinema e le modelle dei settimanali di moda – il film ricerca le sue protagoniste tra le donne vere, di tutte le età e di tutte le regioni: operaie, contadine, lavoratrici a domicilio, braccianti, emigranti, casalinghe, donne anziane e ragazze giovanissime che accudiscono ai lavori di casa e alla sorveglianza dei bambini mentre le madri sono al lavoro. Ne nasce una testimonianza essenziale per l’epoca, che subì un grave boicottaggio da parte delle autorità, nonostante il sostegno della critica italiana e straniera.

Tommaso, 1965, bn, 35mm, 11 min

La costruzione del grande stabilimento petrolchimico Monteshell nella città di Brindisi crea, in una terra fatta di braccianti, contadini ed emigranti una nuova categoria sociale, la classe degli operai. Il giovane brindisino Tommaso, così come molti altri giovani della stessa città, mentre sfreccia con il suo motorino per le strade del centro sogna un lavoro nella nuova fabbrica, vista da lui e da molti come una nuova occasione, un’opportunità per cambiare vita. 

Agnès Varda

Agnès Varda (Ixelles, 1928 – Parigi, 2019) è stata l’unica voce femminile della Nouvelle Vague. Cineasta dallo sguardo sensibile e inconfondibile, ha messo al centro della sua opera le donne, i loro volti, e i loro pensieri. Autentica umanista, autrice di film indimenticabili di finzione (Clèo de 5 à 7Sans toit ni loi) e documentari (DaguerréotypesLes Glaneurs et la GlaneuseLes Plages d’AgnèsVisages, Villages) è stata un’icona del cinema mondiale, premiata con l’Academy Award alla carriera nel 2017.
L’installazione video Les Veuves de Noirmoutier del 2004-2005 di Agnès Varda è attualmente esposta nella mostra Les Citoyens. Uno sguardo di Guillermo Kuitca sulla collezione della Fondation Cartier pour l’art contemporain, frutto della collaborazione tra Triennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain.

Réponse de Femmes, 1975, colore, 16mm, 8 min

Nel 1975 l’emittente francese Antenne 2 chiese ad Agnès Varda e ad altre registe di girare sette minuti su “cosa significa essere donna?”. La Varda mette al centro del soggetto il corpo della donna, il suo sesso, inventando un ciné-tract in cui una decina di donne prendono la parola per parlare delle contraddizioni a cui la società le costringe arrivando alla conclusione che la donna deve essere reinventata e di conseguenza anche l’amore. “Non si tratta di parlare della condizione femminile, ma di scoprire la donna dall’interno, quasi fisicamente. Come reagisce a quello che la società chiede al suo corpo, come è venduta, aggredita. Da un lato ci viene detto: “Copriti, sii pudica, sii moralmente velata, non parlare del tuo sesso, non affermare i tuoi desideri fisici. Sii madre, padrona di casa, sposa perfetta”. E dall’altro lato si chiede alla stessa donna, a quell’altra metà: “Mostra le gambe per vendere collant, mostra le spalle per vendere profumi. Mostra il corpo per vendere auto” (Agnès Varda).

 

Black Panthers, 1968, colore, 16mm, 30 min.

Black Panthers è stato girato durante l’estate del ‘68 a Oakland, California, durante gli incontri organizzati dal Black Panthers Party per attirare l’attenzione pubblica sul caso dell’arresto di Huey Newton, uno dei leader del movimento. La cinepresa della grande cineasta Agnes Varda coglie gli umori e le ragioni di coloro che rivendicano i loro diritti trasformando il processo a Newton in un dibattito politico. Nel portare sullo schermo le istanze politiche del movimento Black Panthers, la allora giovane regista ci regala il suo personalissimo sguardo, empatico e ironico al tempo stesso, che si sofferma anche su dettagli apparentemente non importanti, ma di sostanziale rilevanza politica, come per esempio l’orgoglio delle giovani militanti nel sfoggiare una capigliatura afro. Una rivendicazione di quell’essere donna all’interno di un più vasto discorso politico.

Alina Marazzi

Alina Marazzi è regista di documentari, film e teatro. Un’ora sola ti vorrei (2002), realizzato interamente con filmati di famiglia, è un ritratto della madre scomparsa prematuramente; in seguito realizza Per Sempre (2005), un documentario sulla clausura femminile, il lungometraggio di montaggio Vogliamo anche le rose (2007), storie di donne nel decennio della liberazione sessuale, che entrambi proseguono l’indagine del femminile al centro anche del suo film di finzione, Tutto parla di te (2012) con Charlotte Rampling, lungometraggio sul lato oscuro della maternità. Nel 2014 realizza la drammaturgia video dell’opera lirica contemporanea Il Sogno di una cosa con musica di Mauro Montalbetti e regia di Marco Baliani, prodotta dal Teatro Grande di Brescia, e il cortometraggio Confini, che accosta filmati d’archivio della Grande Guerra ai versi poetici di Mariangela Gualtieri. Anna Piaggi, una visionaria nella moda (2015) è un ritratto dell’iconica giornalista di moda. Nel 2017 cura la regia multimediale della nuova opera lirica di Mauro Montalbetti, con libretto di Alessandro Leogrande e prodotta dai Teatri di Reggio Emilia, Hayè, le parole la notte, sull’odierno fenomeno dei migrantiNel 2019 realizza 3 brevi ritratti di donne milanesi per Gucci su commissione della rivista Vanity Fair. Nel 2020 su commissione dell’art director di Dior Maria Grazia Chiuri realizza il ritratto dell’artista Lucia Marcucci, To cut is to think, cortometraggio che ha aperto lo streaming live della sfilata Dior collezione primavera-estate 20/21 il 29/09/20.

Daniela Persico

Daniela Persico, critico cinematografico, programmer e curatrice, è membro del comitato di selezione del Locarno Film Festival, per il quale cura anche l’evento primaverile L’immagine e la parola. È presidente dell’associazione Filmidee, ne dirige la rivista online e la Summer School in Sardegna. Contribuisce alla programmazione del Festival dei Popoli di Firenze e di Is Real – Festival di cinema del reale di Nuoro ed è consulente di diversi festival internazionali (tra cui Mannheim Heidelberg Film Festival, Nara Film Festival). Fa parte della commissione che assegna i fondi per i film in sviluppo della Piemonte Film Commission ed è stata tra i lettori per i progetti dei bandi ministeriali. Dal 2016 collabora al celebre Dizionario dei film di Paolo Mereghetti e ha pubblicato monografie su Claire Simon, Wang Bing, Ross McElwee e Emmanuel Carrère. 

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