Venezia 81. Alla Biennale College Cinema si applica la maieutica.  I film del 2024

VENEZIA – Dal 2012 la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ha la sua “bottega d’arte”, chiamata Biennale College Cinema. Lanciata dalla Biennale con il direttore Alberto Barbera e la responsabile del programma Savina Neirotti, è un laboratorio di alta formazione, ricerca e sperimentazione per lo sviluppo e la produzione di opere a micro-budget, aperto a registi e produttori emergenti da tutto il mondo.

 Biennale College Cinema è diventato un punto di riferimento nazionale e internazionale per la creatività in campo cinematografico, proponendo la sfida di opere a costi ridotti e in tempi brevi con un controllo totale sul ciclo di produzione. I 200 mila euro, stanziati attualmente, devono bastare a coprire tutte le spese. Non sono ammessi co-finanziamenti.  

Biennale College Cinema supporta e segue i talenti emergenti nel processo di realizzazione dei loro film, che vengono visti al Lido nei giorni di Mostra, perché parte integrante del festival. Inoltre, il pubblico italiano ha l’opportunità di guardarli anche online nella “Sala Web”, la sala virtuale della Mostra.

Per documentare quest’esperienza unica nel panorama festivaliero, nel 2022, in occasione del decennale, la Biennale di Venezia ha pubblicato “Dieci – Biennale College Cinema 2012–22”, un volume che raccoglie scritti di Roberto Cicutto, Paolo Baratta, Alberto Barbera, Savina Neirotti, Glenn Kenny, Stephanie Zacharek, Federica Polidoro, Michel Reilhac, Jane Williams, interviste agli autori dei film, dati e cifre di ciascuno dei progetti prodotti o sviluppati.

Scrivono Alberto Barbera e Savina Neirotti nel saggio La scommessa: “Nel 2011 non si fece altro che prender nota del fatto che mancava, nei progetti europei dedicati alla formazione di sceneggiatori, registi e produttori, un percorso che contemplasse non solo lo sviluppo di sceneggiature e le modalità di accesso al mercato, ma una vera e propria attività di produzione di opere prime e seconde. (…) La parola che ritornava più spesso, nei vari incontri, era “microbudget”.

La mancanza o scarsità di fondi pubblici spingeva molti autori a trovare soluzioni creative per girare lungometraggi, affrontando il set non solo per qualche giorno, come nel caso dei cortometraggi, ma per tutte le settimane necessarie alla realizzazione di un vero e proprio film. I progetti trasudavano originalità (…)”

Sottolineano Michel Reilhac e Jane Williams nel saggio Socrate a Venezia: “Biennale College Cinema è anche un avvicinamento all’approcio di Socrate all’insegnamento:la maieutica è il principio guida al centro dei programmi di Biennale College Cinema(…) un metodo per inspirare nuove idee nell’altro, un metodo per far emergere nuove idee attraversamento il ragionamento e il dialogo(…), un insegnante/ tutor che usa metodi maieutici può essere considerato come una levatrice intellettuale che aiuta gli studenti a far emergere idee e concezioni finora latenti nella loro mente(…)

Gli esperti selezionati da Biennale College (sceneggiatori, produttori, registi, artisti, esperti di mkt e vendite attivi e affermati nei loro campi) non assumono mai il ruolo di insegnanti, sono colleghi con maggiore esperienza rispetto ai team creativi presenti con i loro progetti. Sono tenuti a lasciare l’ego a casa e usare la propria esperienza per aiutare i partecipanti a trovare la loro storia e i loro film. Non gli viene chiesto di dire ai partecipanti come il film lo farebbero loro, ma di porre domande che spingano i team a riflettere su ciò che stanno cercando di esprimere (…) In questo processo non c’è una verità. Ci sono molte vie. Spetta ai singoli gruppi scegliere la propria”.

“La Biennale College scioglie la lingua dei registi, per così dire, e consente loro di esprimersi il più radicalmente e assolutisticamente possibile.” Scrive Glenn Kenny nel saggio La vita del cinema. “E poi La Biennale stessa proietta quei film in sala. Mi dà sempre soddisfazione, alle proiezioni del College, vedere un pubblico entusiasta, a volte composto da delegazioni dei paesi d’origine. Una volta terminate le proiezioni, i film devono farsi strada nel mondo. E anche questa è una sfida, almeno quanto lo è stata la produzione stessa dei film.”

Scrive Stephanie Zacharek: “In un mondo in cui presunti esperti continuano a insistere sul fatto che il cinema in quanto arte sta morendo, questi film, con il loro battito cardiaco vigoroso, stanno sfidando le previsioni.”

Peter Cowie, storico del cinema ed ex caporedattore internazionale di Variety: “I lungometraggi che sono stati prodotti con il contributo della Biennale, hanno superato un processo di selezione tale da coinvolgere più di 2.000 candidature da 48 paesi: le opere cinematografiche realizzate non potevano che risultare particolarmente creative, originali e sperimentali. 

Sebbene alcuni dei film del College più sorprendenti provengano dai leader tradizionali del cinema – Italia, Stati Uniti, Francia – altri provengono da paesi come l’Ecuador, il Lesotho o il Kazakistan che raramente emergono nei festival cinematografici (…)”.

Salta agli occhi come i responsabili della Mostra Cinematografica di Venezia e i loro collaborator siano aperti alle ultime e più interessanti pratiche per lo sviluppo della creatività: ciò è già accaduto nel settore della Virtual Reality, oggi il più importante che esista al mondo in un festival,  e si conferma nella formazione della Biennale College dove i tutor seguono il metodo maieutico. 

Metodo che ha le sue radici nell’approccio Sopcratico, alla fine del secolo ventesimo messo a punto da Danilo Dolci, più volte candidato al Nobel per la Pace, del quale recentemente è stato celebrato il centenario della nascita. Maieutica per la quale Dolci si battè affinchè fosse edificata una scuola primaria, che progettarono gli architetti Giancarlo e Giovanna Polo ed è tuttora in attività a Partinico (Palermo).

Negli ultimi dodici anni, Biennale College Cinema ha realizzato 41 lungometraggi di registi emergenti (alla loro opera prima o seconda) che hanno ottenuto riconoscimenti sia nazionali che internazionali. 

Tra i film di maggior successo, citiamo: This Is Not a Burial, It’s a Resurrection di Jeremiah Mosese (2019, 76. Mostra del Cinema di Venezia) opera dal Lesotho che fu scelta per rappresentare il Paese agli Oscar, nella categoria Miglior film internazionale; Our Father, The Devil (2021, 78. Mostra del Cinema di Venezia) della regista di origine camerunense Ellie Foumbi, nominato agli Spirit Awards; The Fits, uno dei primi successi del programma (2015, 75.

 Mostra del Cinema di Venezia) che poi portò la regista Anna Rose Holmer al Sundance; The Cathedral di Ricky D’Ambrose (2021, 78. Mostra del Cinema di Venezia), premiato con il prestigioso John Cassavetes Award agli Independent Spirit Awards.

I 4 film che verrano presentati quest’anno – da venedì 30 agosto a lunedì 2 settembre, Sala Giardino, fascia oraria delle 17:00 – sono: 

IL MIO COMPLEANNO 

di CHRISTIAN FILIPPI, produttore: LEONARDO BARALDI 

con Zackari Delmas, Silvia D’Amico, Giulia Galassi, Simone Liberati, Federico Pacifici, Nicolò Medori, Carlo De Ruggieri / Italia / 90’

MEDOVYI MISIATS (HONEYMOON)

di ZHANNA OZIRNA, produttore: DMYTRO SUKHANOV

con Ira Nirsha, Roman Lutskyi / Ucraina / 84’

JANUÁR 2 (JANUARY 2)

di ZSÓFIA SZILÁGYI, produttrici: DÓRA CSERNÁTONY, LILI HORVÁT 

con Csenge Jóvári, Zsuzsanna Konrád / Ungheria / 86’

THE FISHERMAN

di ZOEY MARTINSON, produttori: KOFI OWUSU AFRIYIE, KOREY JACKSON

con Ricky Adelayitar, Endurance Dedzo, William Lamptey, Kiki Romi, Dulo Harris / Ghana / 105’ 

Dunque, Biennale College Cinema è l’unica sezione dell’ 81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica con una netta prevalenza femminile: tre registe e un regista.

In sintesi, i temi dei quattro film si snodano attorno a differenti universi narrativi e riflettono la visione delle 3 autrici e dell’autore di questa dodicesima Biennale College Cinema su questo mondo:

Un giovane sull’orlo dei suoi 18 anni vive in una casa famiglia e si destreggia su un filo sottile e precario. Da qualche parte sua madre, con gravi disturbi della personalità: è presente nei suoi pensieri, desidera rivederla ad ogni costo. ( IL MIO COMPLEANNO) 

In Ucraina, le questioni esistenziali si fanno incalzanti in un contesto di pericolo mortale: esiste ancora la possibilità di un futuro migliore? ( MEDOVYI MISIATS/ HONEYMOON)

Una storia di separazione raccontata da una prospettiva unica. (JANUÁR 2 /JANUARY 2)

Una commedia fantasy che scalda il cuore, con un moderno pesce parlante nel suo centro. (THE FISHERMAN)

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